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venerdì 28 luglio 2017

DA QUESTO PUNTO E’ INIZIATA LA MIA SCLEROSI

Il ginocchio destro. Avevo 33-34 anni e quando camminavo il ginocchio destro mi faceva sempre più male. Il dolorino subdolo passava ma dopo inesorabile riprendeva e a volte c’erano giorni che quasi zoppicavo. Maledizione. All’epoca davo la colpa alla poca ginnastica, alla vita sedentaria, ad una storta presa anni prima etc. Mah.

Il top lo raggiunsi una domenica pomeriggio che con alcuni amici decidemmo per una passeggiata in montagna. Il dolore arrivò presto e la fatica aumentava sempre più. Quel lungo sentiero tra i pini non lo scorderò mai, sembrava infinito. Era come essere uno di quei carcerati con la palla al piede e la sentivo ingrandirsi passo dopo passo. Arrivai stremato al baretto e nel ritorno, somma vergogna, presi un lungo ramo che usai come bastone tipo Mosè. Arrancavo, ero sudatissimo. Che stava succedendo al mio corpo?

Mi recai dalla dottoressa di base che dopo una rapida visita al ginocchio sentenziò: “ti consiglio una visita dal neurologo”. Il neurologo?? Io pensavo di andare dall’ortopedico… Comunque andai dal neurologo che con il martelletto mi diede parecchi colpetti alla gamba per poi dichiarare: “le consiglio un ricovero in Neurologia”. Eh? Ma a me fa solo male la gamba… Quei medici avevano già capito tutto, ora me ne rendo conto, ma lasciarono agli altri il piacere della bella notizia.

Nella estate del 1997 mi ricoverai nel reparto di Neurologia a Milano. Avevo mille pensieri, cercavo di rimanere calmo. Seguirono settimane di passione, mi infilarono sondini da tutte le parti e mi sottoposero ad esami sconosciuti. Mi infilarono in un tubone rumorosissimo ed un giorno un medico estrasse con un ago dalla mia colonna spinale un liquido trasparente. “E’ tipico”, mormorò poi esaminando i risultati. Tipico di cosa?

C’era qualcosa che non andava, il ricovero durava troppo (fui comunque fortunato, ho saputo di gente che ci ha messo anni prima di avere la diagnosi di Sclerosi Multipla). Quando passavo io i medici abbassavano la voce. Brutto segno. Poi una mattina il Primario mi chiamò nel suo studio e mi spiegò come stavano le cose.

Sono passati 20 anni. Guardo il mio ginocchio destro, è partito tutto da lì. Lo accarezzo, fai parte di me, per primo ti sei accorto della faccenda e mi mandavi dei messaggi. Ormai è fatta, andremo insieme sino alla fine.

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