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martedì 11 novembre 2025

"DOMANDARE E' LECITO, RISPONDERE E' CORTESIA"

Equello che succede su internet, dove siamo subissati da domande, dalle specialistiche alle frivolezze, dalle serie alle provocatorie. Se la domanda è stuzzicante e ci viene in mente qualcosa allora si può rispondere, come sto facendo adesso io con te 😊.

In ambito sociale la frase è solo parzialmente vera, molto dipende dal contesto. La frase non è sempre valida, per esempio bisogna distinguere: non sempre domandare è lecito o opportuno, a volte fai la figura dell'impiccione e basta. Pensiamo ai funerali (dove spesso le domande sono fatte a bassa voce) o ai colloqui di lavoro oppure le conferenze stampa, dove la risposta non è un atto di cortesia ma obbligatoria. "Rispondere" insomma dipende molto dalla situazione, a volte è naturale, a volte si ottengono (e non potrebbe essere altrimenti) solo occhiatacce gelide. State insomma attenti al contesto prima di fare una domanda o di rispondere.

La controprova si ha con l'Intelligenza Artificiale, che risponde SEMPRE. E a volte prende svarioni incredibili appunto perché DEVE rispondere senza valutare il contesto. La sua "cortesia" è solo formale, una impostazione predefinita (oddio, in questo mondo villano a volte è gradita proprio per questo).

In Tribunale ho visto che succede il contrario. L'imputato se si mette a fare domande ai magistrati spesso viene gelato con una frase lapidaria sancita dal Codice di Procedura. "Lei non può fare domande al Tribunale. Avvocato spieghi al suo assistito che è qui per rispondere. Poi se ci sarà tempo potrà rilasciare delle dichiarazioni spontanee." Frase che in certi casi ho sempre trovato utile, non avete idea degli show che fa certa gente.

E infine lasciatemi aggiungere una osservazione riguardante il mio lavoro di psicologo. Un caso particolare è infatti quello che si riscontra in ambito psicoterapeutico in cui i pazienti fanno spesso domande aspettandosi delle risposte nette. Che non arrivano. A noi novellini i maestri infatti, seguendo il preziosissimo suggerimento di Cremerius, ripetevano che non bisogna mai rispondere ALLA domanda ma sempre SULLA domanda. Faccio degli esempi cercando di non banalizzare troppo.

"Cosa significa se sogno sempre il mio cane?" "Mi parli del suo cane, cosa le fa venire in mente."

"Ma io che personalità ho?" "Come mai questa curiosità, si sono presentati dei problemi?"

"Perché i miei amori finiscono sempre male?" "Mi dica cosa è accaduto per pensarla così"

La distinzione tra la risposta sulla domanda e non alla domanda è molto importante in ambito psicoterapeutico. E' quella che fa la differenza tra un ciarlatano e un professionista. Ci crediate o no è infatti una grande espressione di libertà. Lo scopo è sempre quello di aiutare il paziente a "riconoscersi soggetto di una domanda e non solo portatore di un bisogno" e scoprire così la sua forza interiore, senza usare inutili risposte preconfezionate.

(Johannes Cremerius 1918 - 2002, grande psicoanalista tedesco molto amato in Italia che considerava "la mia seconda patria")




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