SE NE INDOVINI 25 SEI UN GENIO
“A
cosa stai pensando?”
“Mmmm
cosa? Dici a me?”
“Sì,
ti vedevo assorto con gli occhi chiusi. Cos’hai? O stavi dormendo?”
“No
no, stavo organizzando nella mia testa il viaggio di domani. Ripassavo se ho
previsto tutto.”
“Quello
in treno? Ma non hai già preso i biglietti e richiesto l’assistenza in quanto
disabile? Sei a posto. Di che ti preoccupi?”
“No,
non basta purtroppo. Non basta mai.”
“Non
capisco. Come portatore di handicap viaggi bello comodo, servito e riverito. Non
è più come una volta. Adesso ho visto che li assistono in tutto. Cosa vuoi di
più?”
“Tantissimi
inconvenienti possono accadere a chi è in sedia a rotelle. Come dicono nei
film, almeno 50 cose possono andare storte e se ne indovini 25 sei un genio.”
“Fammi
qualche esempio.”
“Ti
farà sorridere ma la pipì è un problema serio. Se a te scappa che succede? Ti
alzi e vai a farla. Ecco, questo uno come me non può farlo. Tra lo stimolo e
sedersi sul wc passa tanto di quel tempo che succede l’innominabile.”
“Ah.”
“Non
è semplice. E poi devo considerare ogni minima barriera. Badare a come mi
vesto. Preparare con molto anticipo lo zaino, non posso più dire “ho
dimenticato una cosa, faccio un salto su a prenderla”. Deve essere tutto già
pronto. E senza cascare nell’ansia, che offusca la mente.”
“Insomma,
nel tuo caso è valido quel vecchio proverbio, chi non ha gambe abbia testa. Ti
conosco, so che ce la puoi fare.”
“Grazie.
Anche perché pensare è l’unica arma che ho, devo usarla bene. E in generale noi
malati cerchiamo di prevedere ogni ostacolo. E un qualcosa che dal di fuori non
si vede, ma chi è malato conosce molto bene.”
“Stai
riferendoti pure alle barriere architettoniche, presumo.”
“Anche.
Si impara subito la lezione, l’assenza di barriere deve essere TOTALE, al 100%,
non basta mettere una rampetta o una discesina. Un gradino di pochi centimetri a
metà strada può diventare una montagna e bloccare tutto. Non è per niente facile
immaginarsi un percorso.”
“A
dirlo così sembra una follia.”
“Di
certo è uno stress, di cui un sano ti ripeto non si rende conto. Scambia per
ansia una paura reale. Lo noto anche nella vita di tutti i giorni.”
“Mica
andrai sul treno ogni giorno.”
“No,
mi riferivo alla vita in casa. Se posiziono le cose in una certa maniera è
perché c’è una profonda ragione strutturale che però raramente viene capita.
Nella mia vita nulla è per caso. Se tu però arrivi e sposti le cose senza
rimetterle a posto, magari perché hai dato una pulita, mi metti nei casini e mi
fai fare una fatica terribile.”
“Beh,
in quel caso basta spiegarlo.”
“E’
quello che faccio ogni volta ma non immagini la faccia stupita dei miei interlocutori.
Si intuisce che pensano come sia una stupidata e che se lo faranno è solo per
farmi stare buono. Ma non sono inezie, ti assicuro.”
“Anche
qui, fammi degli esempi.”
“Un
cuscino spostato, il telecomando messo lontano, un piatto rovesciato, una sedia
in mezzo al percorso, uno spazzolino distante, la carta igienica introvabile,
le fasciature strettissime, un bicchiere lasciato nel lavello, un bottone allacciato, un tappo stretto troppo…ogni
giorno ce n’è una.”
“E
allora?”
“E
allora l’unica è pensarci prima, estendere il controllo e osservare un poco
tutto. E prevenire. Sì lo so, sono un rompicoglioni. Ma in definitiva per me meglio
così che immobile o affaticato.”
“Sarai
mica circondato da gente cattiva.”
“No,
non ho detto questo. Ma la gente normale non ci pensa, beati loro, e allora
devo pensarci io. In fondo io… voglio solo vivere tranquillo.”
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