LE PANTERE ROSA
“Luca, te la
ricordi la nostra squadra di calcio? Era mitica!”
“Quella di
quando eravamo ragazzini? Mica tanto. So che perdevamo sempre, come la squadra
di Charlie Brown.”
“E ti ricordi
come ci chiamavamo? Non dirmi che hai dimenticato il nostro nome.”
“Boh.”
“Dai, non è
possibile, sforzati! Le…le pa…le pan…”
“…Le pantere…le
pantere rosa... Ah già che le nostre magliette erano rosa. Un bel rosa rosa. Però
mi sembra di ricordare che io facevo il portiere.”
“Ed eri un gran
figo, Luca, ti buttavi addosso agli attaccanti finché non prendevi il pallone. Ma
quanto ci pigliavano per il culo gli avversari per il colore.”
“Abbiamo fatto
anche un campionato, vero?”
“Certo, ricordi
bene, i campetti della periferia di Milano li abbiamo girati tutti. Il nostro
girone era tutto di squadre con ragazzi più grandi di noi ed era un miracolo se
si pareggiava.”
“Ah si non
andavamo molto bene. A quella età la differenza di età conta molto. Tutti in
rosa e sempre ultimi, ecco perché ho rimosso. Chissà perché rosa poi. Forse
erano scontate.”
“Ma va, è che il
nostro allenatore era un terrone e quando è andato a comperare le maglie le ha
volute rosa come quelle del Palermo.”
“Dici? Ecco
svelato il mistero. Me lo ricordo l’allenatore, era un omone che gridava
sempre. Chissà dove è finito.”
”Quanto lo
abbiamo fatto incazzare hihihi. Secondo me si è impiccato con una maglietta
rosa!”
“Certo che a
quell’età per dei ragazzini vestirsi di rosa deve essere devastante. E fate
attenzione a come vestite i ragazzi!”
“Però ci siamo
divertiti dai!”
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