LA CAPOBANDA
“Siete
voi i genitori di Serena?”
“Sì.”
“Buongiorno,
sono il Preside della scuola elementare di vostra figlia. Vi ho chiamati perché
volevo parlarvi un momento di lei.”
“Oddio,
la bimba ha combinato qualcosa?”
“No
no, non preoccupatevi. Però ha avuto un comportamento insolito che ha suscitato
perplessità.”
“Cioè?”
“Voi
certo ricordate quanto era timida Serena quando è arrivata, il primo giorno nella
nostra scuola.”
“E’
sempre stata timidissima, signor Preside.”
“Cero,
ce ne siamo accorti subito anche noi. E proprio per contrastare questo suo
timore abbiamo attuato uno stratagemma che aveva già funzionato in passato:
l’abbiamo messa negli ultimi banchi, dove si riuniscono sempre quelli più
agitati.”
“Perché?
Funziona?”
“Funziona.
Ragazzi in genere troppo timidi, a contatto con loro, perdono via via la loro
paura e iniziano a sciogliersi un po’. Noi ovviamente controlliamo il tutto da
lontano. Solo che Serena ci ha veramente sorpreso.”
“Che
ha fatto?”
“Nel
giro di pochi giorni si è trasformata, è diventata la capobanda! Ha menato
tutti ed è diventata la leader indiscussa.”
“Davvero?
La nostra piccola Serena?”
“Proprio
lei. Ha stupito tutti, chi se lo immaginava. E così in fretta poi. Ha tirato
fuori le unghiette, una vera piccola tigre.”
“Ah,
ecco perché adesso la mattina non vuole più mettere il gonnellino per venire a
scuola…!”
“C’è
da capirla. Ogni giorno partecipa a qualche zuffa. L’ho vista io stesso dalla
finestra di questo ufficio fare a botte in cortile durante l’intervallo, come
una furia. E uscirne vincitrice.”
“In
effetti ieri era tornata a casa tutta scarmigliata. Ci aveva detto che aveva
giocato con la terra.”
“Comunque
intanto ho parlato con le maestre e l’abbiamo rimessa tra i primi banchi, non
vogliamo allevare bulletti. Però mi è rimasto un dubbio e volevo parlarne con
voi.”
“Ci
dica signor Preside.”
“A
questa età i bambini sono molto sensibili all’esempio più che alle parole, come
in genere tutti i giovani. A casa ha assistito a scene di violenza?”
“Ma
no!”
“Ci
sono tensioni tra di voi? Litigate?”
“Mai,
certo ogni tanto noi due discutiamo ma quando ci siamo sposati lo abbiamo
deciso insieme: non ci saremmo mai addormentati con il broncio. Avremmo fatto
pace prima.”
“E
infatti mi pareva strano, mi sembrate a occhio persone a posto. Voi poi sapete
come ci si comporta con un bambino quando si mostra aggressivo, vero?”
“Ehmmm….”
“Niente
paura, è semplice. Anche qui i genitori per primi devono dare il buon esempio e
dire con calma al ragazzo “Lo so che sei arrabbiato, ma adesso calmiamoci. Vai
a sederti in camera tua, rifletti e poi ne riparliamo”. Con calma e senza
urlare o gesticolare. Insomma insegnare a rimandare la rabbia, a raffreddarla per
così dire, per poterla gestire meglio e capire come risolvere il problema che
l’ha fatta scattare. C’è sempre un problema.”
“Ce
ne ricorderemo. Lei dice che funziona?”
“Nessuno
può saperlo con esattezza prima, ma abbiamo il dovere di provarci. C’è una
bella differenza tra una bambina violenta e una bambina fiera. E tutti noi
vogliamo che i nostri ragazzi non siano violenti ma siano fieri.”
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