IL VITELLO D’ORO
“Hey Dario,
cos’è quella faccia?”
“Ho delle
difficoltà sul lavoro, ma serie.”
“Che succede?
Puoi dirlo o è un segreto?”
“Ma sì. Ti
avevo parlato di quel progetto nuovo con quella ditta tedesca…”
“Quello che è
partito un annetto fa?”
“Bravo. Se
andava in porto il business eravamo tutti sistemati. Mi sono impegnato al top
te l’assicuro, per questo progetto ho trascurato tutto, anche la famiglia. Quante
serate in ufficio, quante volte in questi mesi mi sono recato a Dusseldorf, non
hai idea. Ormai al venditore di wurstel fuori dall’aeroporto davo del tu.”
“Sì, ricordo
che non ti abbiamo incrociato per mesi. Ma chissà dov’è Dario, dove sarà finito...
Almeno ne è valsa la pena?”
“Certo, ne ero
orgoglioso guarda, alla fine è venuta fuori una bellissima cosa. Forse la
migliore che avessi costruito in vita mia e sai che ne ho passate tante. C’era
qualcosa da aggiustare come sempre ma l’avevamo applicata da poco e già si
vedevano buoni frutti. Stavolta la mia azienda faceva il botto e in tutta
Europa. Addirittura i dirigenti tedeschi mi han fatto i complimenti.”
“E allora
quella faccia da dove nasce?”
“Dal fatto che
due settimane fa si sono presentati dei nostri concorrenti, in passato per
quella ditta avevano realizzato delle buone cose, buonissime ma poi si erano
persi. Ora però si son proposti per lo stesso lavoro nostro.”
“Ma voi avete un
anno di vantaggio! E il vostro progetto era già operativo!”
“Già. Ma i crucchi
davanti alla loro proposta sono andati nel pallone.”
“Cosa? Strano,
non li pensavo così emotivi. O forse c’è qualcos’altro che non sappiamo.”
“Forse. All’inizio
non credevo fosse possibile, sapessi quante volte ho alzato la voce in
riunione, ma stanno veramente valutando l’idea di mollarci, stracciare il
contratto e ricominciare da zero andando da quegli altri. Voci di corridoio
anzi mi lasciano intendere che si appigliano ad una clausola e decideranno in tal senso. Mi hanno fregato.”
“Non ci credo.
Ma scusa, tutto quello che è stato costruito?”
“Wuf! Svanito,
come se non contasse nulla. Sembrano addirittura contenti di strappare il
contratto e pagare la penale, che è molto salata. Capisci adesso la mia faccia:
ho lavorato un anno per niente. Non è per la penale, ci tenevo a questa cosa,
ci tenevo cazzo. Certo, sono gli inconvenienti del business ma stavolta non me
l’aspettavo proprio. Sai come mi sento?”
“Io al tuo
posto sarei molto incazzato.”
“Anche ma
soprattutto deluso. Scoglionato e stanco. Deluso da me stesso soprattutto. Ho
dato il massimo e non è stato abbastanza. E’ un momento così, mi sento come il
Vitello d’Oro.”
“Che vitello
d’oro? La storia della Bibbia?”
“Quella. La
statua d’oro a forma di vitello che venne innalzata dagli ebrei mentre Mosè era
da giorni sul monte. Poi quando Mosè tornò, andò su tutte le furie e gli ebrei
ritornarono presto alla loro fede originaria.”
“E il vitello
d’oro?”
“Cancellato.
Poverino, lui che prima pensava di essere così importante. Da un momento
all’altro venne trascinato nella polvere e distrutto. Non ne aveva colpa ma
questa fu la sua fine. Io mi sento come il Vitello d’Oro. Immagino i suoi occhi
nel fango che piangono e si chiedono Perché perché…forse non ho brillato a
sufficienza…”
“Ah no Dario,
questo non devi dirlo! A parte il fatto che io ho visto quanto ci hai dato
dentro ma i tedeschi stessi ti avevano elogiato e sai quanto sono prevenuti con
noi italiani.”
“Eppure
qualcosa è andato storto. Mi era già successo altre volte che qualcuno cercasse
di fregarmi il lavoro all’ultimo momento ma….”
“E’ la dura
legge del business, Dario. Mors tua vita mea.”
“Magari se
avessi avuto più tempo…””
“Macché, non
era questione di tempo. Vuoi sapere la mia opinione? Non è colpa tua. Decisamente.
E’ che i tedeschi hanno sempre avuto quegli altri per la testa e quando tu sei arrivato,
loro ti han preso come seconda scelta. Il peccato originale è stato loro non tuo.
Son loro che si son comportati scorrettamente e molto. Non tu.”
“Dici?”
“Dico: quando
uno competente negli affari e dà il massimo del massimo per dedizione, tempo,
energie, impegno e poi viene scartato, la colpa non è mai sua. Te lo dico per
esperienza. Gli altri lo avrebbero comunque scartato. Non rammaricarti mai in
queste situazioni di essere stato poco brillante, semmai di esserlo stato con
la gente sbagliata, che non ti ha saputo apprezzare. Se ne accorgeranno.”
“Mi sento un
fallito.”
“Dario, ti
sbagli. Quando hai la coscienza a posto non sei mai un fallito, non
dimenticarlo. Tu vali molto e lo sai.”
“Eppure…
eppure qualcosa è andato storto in questo affare.”
“Va bene dai,
vediamo come si può rimediare…”
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