FINALMENTE
“Questo posto
è incredibile. Non pensavo esistesse.”
“Sì, quando la
gente entra per la prima volta qui dentro fanno tutti come lei. Si guardano
intorno stupiti, qualcuno con la bocca aperta.”
“Non avevo mai
visto così tante sedie a rotelle ammassate in vita mia in una stanza.
Spettrale, sembra quasi un incubo surrealista.”
“E le assicuro
che sono tutte diverse. Sembrano uguali ma ognuna ha la sua caratteristica.”
“Non avrei mai
immaginato ce ne fossero di così tanti tipi. Ma lei è il meccanico delle
carrozzine?”
“Certo, non
vede quante chiavi inglesi? Se c’è un qualsiasi problema vengono da me. Questa
è una officina ortopedica, è qui che le costruiamo. Ogni sedia a rotelle è un
pezzo unico, personalizzato. A proposito, lei è quello mandato dall’ospedale,
il malato di sclerosi multipla?”
“Si, sono io.
Avete qualcosa per me?”
“Certo, la
aspettavamo, la carrozzina che l’ospedale ci aveva ordinato è pronta, eccola
qua. Anzi, ci scusi se l’abbiamo fatta attendere ma sa, con l’estate di mezzo…”
“Come brilla,
tutta rossa. Da Ferrari.”
“E’ il colore
che aveva scelto lei, no? Io avrei preferito un verde acido, un colore che va
pure di moda. Basta con il grigio, ha stufato! Forza, provi il ferrarino, è qui
che lo aspetta.”
“Mi siedo,
eh?”
“Tranquillo, l’ho
frenata. Come la sente?”
“Comoda. Molto
leggera e maneggevole, la guido facilmente senza fatica. Fin troppo comoda.”
“In che
senso?”
“Me l’han
detto tutti, una volta seduti la sedia a rotelle è talmente comoda che non ci
si rialza più. Però ormai camminare per me è pericoloso, rischio di cadere e
farmi male seriamente. Non so bene che fare, se combattere o lasciarmi andare.”
“La sicurezza
prima di tutto.”
“…E così
morire in perfetto comfort. Che amarezza, il destino doveva condurmi proprio qui
dentro.”
“Lei non è il
primo che vedo con quella faccia. Si faccia coraggio, la vita non è finita.”
“Mi scusi ma è
facile per lei dirlo, lei ha due gambe belle funzionanti e sono io quello
seduto. Anche le mie gambe lo erano. Non avrei mai pensato di finire così. Mi
guardi, adesso quando mi chiederanno l’altezza dirò 1, 35…“
“Non esageri,
le fa solo male.”
“Chi mi amerà?
Non la voglio la sedia a rotelle! Mi fa orrore, ne ho bisogno ma non la voglio!”
“Mi dispiace
che si senta così. Noi facciamo il possibile per farvi stare bene.”
“Lo so, non è
colpa vostra ma ce n’è abbastanza per essere triste. Non ce l’ho con lei, mi
scusi.”
“Niente. E’ la
realtà, nella realtà le nostre aspettative cambiano. Bisogna adattarsi, se non
lo fa, lei rischia di restare solo. Mi spiace che sia io a dirgliele queste
cose che sono solo un tecnico.”
“Ha ragione. Non ce l’avevo con
lei ma con la vita semmai. Bah, la realtà… Comunque è vero, se non mi adatto è
peggio. Come cambiano le nostre aspettative...”
“Senta le do un consiglio: pensi
al futuro. Non rimanga ancorato nel passato, tanto bene non le fa. Andiamo
fuori nel parcheggio, forza e coraggio, c’è da provare la sedia. Così se c’è
qualcosa da aggiustare lo faccio subito.”
“Va bene, andiamo. Dai, usciamo
al sole, facciamoci vedere, lavoriamo, sposiamoci, spostiamoci, c’è ancora un
sacco di roba da fare. Grazie di tutto, veramente.”
“Ma de che. Buona fortuna!”
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