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venerdì 13 ottobre 2017

FINALMENTE

“Questo posto è incredibile. Non pensavo esistesse.”
“Sì, quando la gente entra per la prima volta qui dentro fanno tutti come lei. Si guardano intorno stupiti, qualcuno con la bocca aperta.”
“Non avevo mai visto così tante sedie a rotelle ammassate in vita mia in una stanza. Spettrale, sembra quasi un incubo surrealista.”
“E le assicuro che sono tutte diverse. Sembrano uguali ma ognuna ha la sua caratteristica.”
“Non avrei mai immaginato ce ne fossero di così tanti tipi. Ma lei è il meccanico delle carrozzine?”
“Certo, non vede quante chiavi inglesi? Se c’è un qualsiasi problema vengono da me. Questa è una officina ortopedica, è qui che le costruiamo. Ogni sedia a rotelle è un pezzo unico, personalizzato. A proposito, lei è quello mandato dall’ospedale, il malato di sclerosi multipla?”
“Si, sono io. Avete qualcosa per me?”
“Certo, la aspettavamo, la carrozzina che l’ospedale ci aveva ordinato è pronta, eccola qua. Anzi, ci scusi se l’abbiamo fatta attendere ma sa, con l’estate di mezzo…”
“Come brilla, tutta rossa. Da Ferrari.”
“E’ il colore che aveva scelto lei, no? Io avrei preferito un verde acido, un colore che va pure di moda. Basta con il grigio, ha stufato! Forza, provi il ferrarino, è qui che lo aspetta.”
“Mi siedo, eh?”
“Tranquillo, l’ho frenata. Come la sente?”
“Comoda. Molto leggera e maneggevole, la guido facilmente senza fatica. Fin troppo comoda.”
“In che senso?”
“Me l’han detto tutti, una volta seduti la sedia a rotelle è talmente comoda che non ci si rialza più. Però ormai camminare per me è pericoloso, rischio di cadere e farmi male seriamente. Non so bene che fare, se combattere o lasciarmi andare.”
“La sicurezza prima di tutto.”
“…E così morire in perfetto comfort. Che amarezza, il destino doveva condurmi proprio qui dentro.”
“Lei non è il primo che vedo con quella faccia. Si faccia coraggio, la vita non è finita.”
“Mi scusi ma è facile per lei dirlo, lei ha due gambe belle funzionanti e sono io quello seduto. Anche le mie gambe lo erano. Non avrei mai pensato di finire così. Mi guardi, adesso quando mi chiederanno l’altezza dirò 1, 35…“
“Non esageri, le fa solo male.”
“Chi mi amerà? Non la voglio la sedia a rotelle! Mi fa orrore, ne ho bisogno ma non la voglio!”
“Mi dispiace che si senta così. Noi facciamo il possibile per farvi stare bene.”
“Lo so, non è colpa vostra ma ce n’è abbastanza per essere triste. Non ce l’ho con lei, mi scusi.”
“Niente. E’ la realtà, nella realtà le nostre aspettative cambiano. Bisogna adattarsi, se non lo fa, lei rischia di restare solo. Mi spiace che sia io a dirgliele queste cose che sono solo un tecnico.”
“Ha ragione. Non ce l’avevo con lei ma con la vita semmai. Bah, la realtà… Comunque è vero, se non mi adatto è peggio. Come cambiano le nostre aspettative...”
“Senta le do un consiglio: pensi al futuro. Non rimanga ancorato nel passato, tanto bene non le fa. Andiamo fuori nel parcheggio, forza e coraggio, c’è da provare la sedia. Così se c’è qualcosa da aggiustare lo faccio subito.”
“Va bene, andiamo. Dai, usciamo al sole, facciamoci vedere, lavoriamo, sposiamoci, spostiamoci, c’è ancora un sacco di roba da fare. Grazie di tutto, veramente.”
“Ma de che. Buona fortuna!”

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