MAMMA, CICCIO MI TOCCA!
“Allora, come stanno andando le guerre
puniche tra i gatti di casa?”
“Siamo entrati in una nuova fase.”
”In che senso? Rinfrescami la situazione.”
“Ricapitoliamo: ho portato la mia micina
Bea a casa di Simona per passarci l’agosto, mi chiedevo però come l’avrebbero
accolta i suoi due gatti birmani…”
“Come sono i gatti birmani?”
“Grandi bianchi e paciocconi. Una razza
docile e domestica. Tutto il contrario di Bea che è di razza comune, col pelo tigrato
scuro e artigliosa, che morde sempre.”
“Da come la descrivi sembra quasi una
lince.”
“Secondo me qualche antenato selvaggio
ce l’ha. Comunque si è scontrata quasi subito con Wally, il gattone di casa.”
“Non hai detto che Simona ne aveva due?”
“Sì ma l’altra, Victoria, se ne stava
sempre altezzosa sulla libreria a guardare come andava a finire.”
“Eheh, aveva mandato Wally a fare il
lavoro sporco!”
“Sai che questo pensiero è venuto anche
a me? Comunque Wally, dopo i primi giorni di zuffe con Bea, una volta stabiliti
i confini si era molto calmato. In fondo è un pacioccone a cui non piace la
guerra. Sembrava che la pace fosse arrivata quando accadde un fatto nuovo.”
“Cioè?”
“Bea iniziò a tendere gli agguati a
Wally. Si nascondeva sotto il letto e quando lui passava l’artigliava.”
“Beh, se le cose stanno così Wally avrà
imparato a starle lontano. Dignitosa indifferenza.”
“Ma la cosa stupefacente è questa: che
Bea lo chiama, miagola e brontola, fa la gattina. Wally allora si avvicina
incuriosito, lei allora salta fuori, lo zampa e soffia. Un movimento che ho
visto tante volte.”
“Che donna! Ah scusa, che gatta!”
“Guarda, secondo me da una relazione
così contraddittoria può nascere una grande
amicizia o una grande faida. Vedremo.”
“E’ una situescion che mi ricorda quella
vecchia canzone.”
“Quale canzone?”
“Massì, quella che si cantava una volta:
Mamma, Ciccio mi tocca, toccami Ciccio che mamma non vede!”
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