QUANDO SEI DA SOLO IN CASA
Quando sei da solo in casa e sei malato, ogni movimento
viene prima calcolato e se ti muovi lo fai con la massima cautela. Perché sai
che nessuno ti aiuterà e se succede un incidente avrà conseguenze pesanti. Guai a chi è solo. Potrebbero passare ore
prima che torni qualcuno e ti trovi sdraiato per terra. O dolorante perché si è
rotto qualcosa.
Ma ogni tanto bisogna comunque muoversi, per andare in bagno
o al pc o a mangiare un boccone. Mica si può
restare sempre al sicuro. Magari vuoi solo un bicchiere d’acqua o il
telecomando che è fuori dalla tua portata. Per favore non spostatemi le cose, a
voi non costa niente ma per me è un casino recuperarle.
E allora ti studi in silenzio l’itinerario più breve, dove
ti attaccherai, se la sar ci passa etc. E’ abbastanza liscia? Mi sento
abbastanza in forma? E’ diventato tutto grande. E pensare che era così semplice
una volta. Quante storie di ore difficili potrebbe raccontare ogni malato.
“Mi raccomando, se hai bisogno di qualcosa chiama, chiama
subito”. Certo, certo. Non ho fatto niente ma sono condannato ai domiciliari. Domicidio.
Questa casa, amata così tanto, a volte è spaventosa.
Come nel libro “Il gioco di Gerald” di Stephen King in cui
una donna, legata con le manette al letto per un gioco erotico, si ritrova sola
e nuda in un cottage estivo senza che nessuno la aiuti. 400 pagine horror di tentativi per liberarsi,
lette tutte d’un fiato. Un libro che mette veramente paura.
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