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sabato 27 agosto 2016

SCIACALLI

“Luca, hai sentito di quegli sciacalli nei paesi dove c’è stato il terremoto?”
“Sì, purtroppo succede sempre.”
“Ma come è possibile esista gente del genere?”
“Gente che approfitta delle disgrazie altrui è sempre esistita. Ogni tanto però fanno una brutta fine. Un amico mi ha raccontato che uno è stato preso e linciato dalla folla. Gli hanno rotto la testa con delle pietre ma la notizia non è comparsa sui giornali.”
“E come ha fatto a saperlo? Faceva anche lui parte della folla?”
“Se ne è accorto perché il mattino ha visto un uomo con la testa fracassata. Poi hanno portato via il corpo.”
“Ben gli sta, bastardo.”
“Anche tu l’hai già condannato.”
“Quella è gente fatta così, Luca, feccia. E’ gentaglia che bisogna solo eliminare.”
“Lavorando in Tribunale ne ho vista troppa. Truffatori, sfruttatori, usurai, persone che circuiscono gli incapaci, gente così. Fortunatamente non sono tantissimi ma ci sono.”
“Mi piacerebbe sapere cosa gli passa in quella cazzo di testa. Non gli hanno insegnato il rispetto? Perché si comportano così?”
“Parlando con loro si capisce che davanti a qualunque fatto della vita  si chiedono subito “ma io cosa ci posso guadagnare?” Qualunque fatto, niente si salva dalla possibilità di intascare soldi. Attaccherebbero gli adesivi sulla Gioconda se ci guadagnassero. Stai attento quando incontri una persona che ti parla di soldi in queste occasioni. Sono molto abili.”
“Figli della merda. E chiedo scusa alla merda.”
“E sai invece cosa pensano di noi?”
“No, ho paura a sentire la risposta.”
“Che siamo dei senza palle, dei fessacchiotti. Polli che in un certo senso si meritano le loro disgrazie, magari non se le cercano ma è il loro destino. “Le vittime innocenti non esistono” è una delle loro frasi preferite.”
“E loro invece chi sarebbero?”
“I furbi. Quelli in gamba.”
“Altro che spaccare la testa, tutte le ossa.”
 “Non essere troppo severo. Attento che “Mi riguarda?” è sempre il primo pensiero di tutti quando c’è una disgrazia. E solo se la risposta è “no” allora possiamo dedicarci a pensieri più nobili per così dire. Pensa solo ai titoli quando c’è una apocalisse: “nessun italiano tra le vittime”. Gli sciacalli non si fermano al sollievo, sono persone che vanno avanti nel loro egoismo.”
“In che senso? Io non sono così egoista.”
“Certi pensieri li soffochi solamente perché sei una persona educata e approfittare delle disgrazie altrui ti ripugna. E ti dirò che dopo questa tragedia ho scoperto un nuovo tipo di truffatori.”
“La malapianta non muore mai. Chi intendi?”
“Quelli che con Internet ne approfittano per spacciare notizie false, bufale, richieste senza senso. Avvelenano i pozzi per così dire. Proprio quando avremmo bisogno di solidarietà vera incappiamo nella malafede.”
“Ma in questo caso cosa ci guadagnano? Non certo soldi.”
“No, soldi no, ma vedere la gente abboccare riempie la ciotola della loro autostima. Fanno una vita miserabile, se non ci fosse internet a dargli un minimo di notorietà la loro sarebbe una vita insulsa.”
“E allora che bisogna fare nelle tragedie se non possiamo fare niente?”
“Si può sempre dare una mano, soprattutto nella prevenzione, ma se non si può forse è meglio il silenzio. E rispetto. Silentium post clamores. Ne sarò capace?”



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