L’ULTRA VISTA
“Ciao Luca! Vieni a sederti qui che è libero.”
“Ciao Paola, anche tu qui al bar del
tribunale? C’è il pienone oggi. Grazie mi siedo subito.”
“Figurati. Si vede che è appena finito un
processo alla IX° Civile. Luca, capiti a fagiolo, ti devo dire dei fatti
riguardo al processo di domani.”
“Ah sì, anch’io ho qualcosa da chiedere.
Intanto però, cosa hai preso di buono?”
“Ma niente, la solita roba, un toast e una
spremuta.”
“Mi sa che dopo li prendo anch’io. Paola, cos’è
che mi volevi dire?”
“Allora, hai presente il caso di domani, no?”
“Certo, se ho ben capito verranno anche i
Servizi Sociali.”
“Infatti. E bisognerà chiedere a loro…..
nooooo!!!”
“Che è successo?”
“Ecco. Mi sono macchiata.”
“Dove?”
“Ma qui, no?”
“Paola scusa ma io non vedo niente.”
“Luca, ma sei cieco? Non vedi? Qui.”
(Luca socchiude gli occhi) “Ah sì, adesso noto
qualcosa. Ma sarà grande al massimo come una capocchia di spillo.”
“Lo sapevo. Me lo sentivo. Mi sono messa
questa camicetta oggi ed è già da lavare.”
“Esagerata. Guarda che non si nota.”
“Sì, come no. Arreda.”
“Un giorno mi spiegherai come fanno le donne
ad avere questa ultra vista. Se non me lo dicevi tu non l’avrei mai notato.”
“I dettagli sono importanti.”
“Questo lo so ma fino a che punto? Paola,
facciamo un test.”
“Sarebbe?”
“Chiudi gli occhi. Di che colore sono i miei
pantaloni?”
“Mi sembra blu. Blu scuro.”
“E vediamo…. com’è la camicia della cassiera?”
“A maniche corte. Rosa con decorazioni verdi e
blu. Fiorellini.”
“Ma come fai?”
“Posso riaprire gli occhi?”
“Certo. Ma adesso mi devi spiegare come fai.”
“Niente di speciale. Le donne sono abituate da
sempre a badare a questi aspetti. Un allenamento duro e quotidiano!”
“Oddio, mi è venuta in mente una cosa
terribile…ma questo vuol dire… vuol dire che quando noi uomini usciamo con
delle patacche nei vestiti le donne lo notano sempre? E che se non dicono
niente è solo per educazione?”
(Luca non dimenticherà mai lo sguardo di Paola)
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