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domenica 21 agosto 2016

MUSICA PER AEROPORTI

Brian Eno è un geniale musicista e produttore, che ha lavorato per gente come David Bowie, Peter Gabriel, i Roxy Music. Tanto per dirne una, è stato lui che ha lanciato i Talkin’ Heads e portato al successo mondiale gli U2. Ascoltate la famosissima “Heroes” di David Bowie, è praticamente farina del suo sacco.
Un vero talento, che ha viaggiato per mezzo mondo. Proprio mentre era seduto nella hall di un aeroporto che aspettava il suo volo si accorse di un dato insolito. Ogni tanto al suo orecchio arrivavano note musicali isolate, frammenti di brani, folate di note. La sala d’aspetto era talmente grande che la musica di sottofondo diventava incomprensibile ma aveva comunque un suo fascino.

Sarà capitato anche a voi di sentire nei grandi spazi questa non-musica.  Brian Eno ne rimase talmente colpito che perse l’aereo e passò un intero pomeriggio ad ascoltarne gli echi. Li trovò bellissimi, come i suoni che producono gli orchestrali mentre accordano gli strumenti prima di iniziare il concerto. Quando tornò a casa ripensò a quella esperienza e compose i brani di “Music for Airports”, forse il primo album di quella che sarebbe poi stata chiamata “ambient music”, in cui l’atmosfera è più importante della struttura, che non esiste più. Un nuovo tipo di ascolto.

Quando l’album uscì molti stupidotti (tra i quali il sottoscritto, e oggi chiedo pubblicamente venia) lo presero in giro. Ma che roba è questa? E’ senza senso! Che schifezza, questa non è musica!

Eppure era più musica di tante sciocchezze ascoltate in vita mia e l’ho capito solo molti anni dopo. Grazie Brian, mi hai fatto scoprire la bellezza dove non pensavo ci fosse.


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