Visualizzazioni totali

61803

sabato 8 febbraio 2025

IL PIU' GRANDE SFORZO FISICO MAI FATTO

"Vitti 'na crozza supra nu cannunni, fui curiusu e ci vosi spiari, iddra m'arrispunniu ccu gran duluri, moriri senza scrusciu di campani"

(Vidi un teschio sopra un cannone, fui incuriosito e domandai, lui mi rispose con gran dolore, son morto senza il suono delle campane -senza sacramenti cristiani-)

Una canzone siciliana dalle umili origini che parla della paura della morte violenta e disperata

La prima volta che l'ho sentita è stata da ragazzetto in Calabria, ehhh ormai cinquant'anni fa (che impressione dire quel numero).

La cantava Lollò, asciutto pescatore di quelli di una volta. Tutte le sere gettava le lunghissime reti nel mare (molto molto piu estese delle reti da tennis) e la mattina dopo le ritirava gonfie di pesci impigliati.

Se la pesca era andata bene andava al mercato, vendeva e si faceva la giornata.

Conosceva un sacco di storie. Ragazzino di città, lo stavo a sentire imbambolato, se ne accorse e un giorno mi disse "domani mattina vuoi venire a pesca?"

"Siiii, certo!" risposi. Fu così che il mattino dopo alle 4 fischiò sotto la mia finestra. Si parte!

Mentre Lollò tirava su le reti, io stavo dietro di lui sulla barca. Il mio compito era quello di arrotolare con cura sul fondo le reti che mi passava.

Ricordo che mentre le tirava su sconsolato sulle note di Vitti na crozza cantava "state pigghiando sassi e nu cugghiuuuni!"

Ad un certo punto mi disse "vuoi provarci tu?" e io risposi "Subito!"

Mal me ne incolse. Ci scambiammo di posto. Presi in mano le reti e provai a tirarle su. Intrise d'acqua, le reti erano pesantissime. Grugnivo e sudavo ma erano pesanti, pesanti, non riuscivo a smuoverle neanche di 10 cm.

Eppure Lollò lo faceva così agevolmente. Dopo minuti di sudore e tiri e parolacce ero esausto. Non mi ricordo di avere compiuto uno sforzo muscolare cosi' intenso come quella volta, mi è rimasto impresso. Mi sembrava di dover tirare su l'intero mare.

Lollò, e lo ringrazio ancora oggi per questo, non si mise a ridere. Dopo aver capito che non ce la facevo riprese le sue reti e il lavoro.

Fare il pescatore è un lavoro duro, che merita il massimo rispetto. E so che per lui era ancora più difficile: dato che le sue figlie volevano mangiare pesce anche d'inverno, lui usciva a pescare nel mare anche con il brutto tempo, con i rischi e le fatiche che posso solo iommaginare.

Grazie Lollò, veramente grazie. Nonostante lo sforzo, andare avanti. Capisco oggi quanto sei stato un esempio per me.

Nessun commento:

Posta un commento