Visualizzazioni totali

domenica 2 luglio 2023

"TUTTI NERI E INCAZZATI NERI"

Certo sarà così anche oggi, ma per un ragazzo italiano passare da Londra negli anni '70 era il paradiso. OGNI SERA c'era un concerto da qualche parte della città, vi rendete conto?

Per me e i miei amici, che eravamo reduci dalla carestia di concerti in Italia per motivi di contestazione politica, sfogliare le locandine dei concerti era una vera goduria. Mentre in Italia c'era il vuoto pneumatico, peggio del lockdown per il coronavirus, invece a Londra si poteva scegliere. Avevo proprio l'impressione di essere arrivato al centro dell'Impero, altro che l'Italietta.

E una sera nel quartiere di Earl's Court, vicino a noi, suonava Bob Marley con i Wailers. All'epoca il reggae non intrippava molto, così alla fine dei nostri andò solo Enrico. Il concerto iniziava alle 21.00 e alle 21.20 notammo Enrico rientrare all'ostello. Perché? Era tutto esaurito e non aveva trovato il biglietto?

Enrico sembrava spaventato. No no, il biglietto l'aveva fatto. Tutto regolare. Solo che si era accorto entrando che era l'unico bianco in sala. Tutti gli altri erano neri. Incazzati neri. E quando Bob Marley comparve intonando "Get up stand up fight for your rights!", tutti erano esplosi in un boato, pronunciando parole irriferibili.

Un sano istinto di conservazione gli aveva suggerito di andarsene. E anche alla svelta. Fu così che lo vedemmo rientrare subito alla base.

Da quella esperienza ricavai una convinzione che mi accompagnò per molti anni, che il reggae fosse una musica per così dire "etnica" (stavo per dire razziale), simile a molte musiche folk nel mondo, che possono essere ascoltate ma sempre dall'esterno, per così dire. Invece poi ho assistito pian piano negli anni ad una sua diffusione. Molto in questo "sdoganamento" ha fatto Eric Clapton quando ha ripreso "I shot the sheriff" ma tanti all'epoca ricordo la consideravano una sorta di bizzarria.

Poi il reggae si annacquò e divenne addirittura una moda "pacifista" e lo stesso Bob Marley compose canzoni di amore universale (One love, Is this love, Three little birds). Ma negli anni '60 e per la prima metà degli anni '70 non era proprio così, il reggae era una musica di nicchia molto politicizzata e dedicata ad un pubblico particolare.

Certe cose vanno dette, anche se sembrano strane. Molti movimenti politici o religiosi, a pensarci, hanno fatto come il reggae: nascono "arrabbiati" e settari ma poi, per espandersi e diventare di più largo consumo, sfrondano le parti più estremiste nei loro messaggi.

Nessun commento:

Posta un commento