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sabato 14 settembre 2019

UN DIVERSO PUNTO DI VISTA

“Papà papà, raccontaci una storia!”
“Lupacchiotti miei, dovreste già essere a dormire.”
“Dai, solo una, così ci addormentiamo.”
“Va bene...ve ne racconterò una...che mi è successa tanti tanti anni fa, ai tempi del Grande Freddo.”
“Perché Grande Freddo?”
“Perché arrivò la neve dal nord che coprì tutto ma proprio tutto. Affondavo nella neve fino alle cosce e non c’era più niente da mangiare. Vagavo per giorni alla ricerca di qualcosa da mettere sotto i denti sin quando la vidi, una apparizione quasi prodigiosa.”
“Cosa?”
“Una giovane ragazza che camminava per un sentiero del bosco, vestita con un mantello rosso e un cestino pieno di cibo. Un miracolo!”
“Ooooh!”
“La aspettai dietro un cespuglio e poi, facendo finta di niente, la incrociai. Lei non si spaventò affatto alla mia vista, del resto era una ragazza tosta, con il fucile a tracolla. Iniziammo a parlottare e mi raccontò che andava a visitare la nonna malata, il cibo nel cestino era per lei. Sua nonna era poco lontano, nella casa vicino alla cascata.”
“C’è una casa vicino alla cascata?”
“Non lo sapevo nemmeno io. Ma davanti a questa notizia decisi di prendere l’occasione al balzo. Salutai con un pretesto la ragazza e corsi verso la casa. La trovai quasi subito e bussai Toc! Toc!”
“Toc toc!”
“Dato che nessuno rispondeva aprii la porta col muso e trovai la nonnina a letto. Le saltai addosso e me la mangiai in un solo boccone. Gnam!”
“Bravo papà!”
“Soltanto che dopo commisi un grave errore.”
“Che errore?”
“La nonnina era bella cicciotta e dopo il lauto pasto mi addormentai tutto soddisfatto sul pavimento. Fui svegliato dalla voce della ragazza che diceva “nonnina! Sono io, ti ho portato delle cose buone!” Pensando al suo fucile mi prese il panico, confesso. Pensai furiosamente ad una via di fuga ma tutte le finestre erano bloccate!”
“Allora cos’hai fatto?”
“Mi sono messo la cuffietta della nonna, i suoi occhiali sul muso e mi sono infilato sotto le coperte. Poi è entrata in camera la ragazza che mi ha salutato. Io avevo il lenzuolo fino agli occhi. La ragazza mi guardò perplessa e disse “Nonna, che orecchie grandi hai!” E io, che non sapevo cosa dire, risposi “E’ per sentirti meglio...”. Meno male, non mi aveva riconosciuto.”
“Meno male! E poi?”
“E poi continuò: “Che occhi grandi hai!” e io “E’ per vederti meglio!”. Mi ero scoperto un po’ la bocca e disse “E che bocca grande hai!”. Intanto aveva appoggiato il fucile così decisi di passare all’azione. “E’ per mangiarti meglio!” e balzai fuori dalle coperte.”
“Ooohhh! E poi?”
“Poi ci fu una grande zuffa in quella stanza. Lei mi tirò un pugno sul naso ma io riuscii a prendere tra le fauci il suo cappuccio rosso. E tiravo e tiravo...quando successe un altro guaio.”
“Ancora?”
“Un cacciatore che passava di lì, sentendo le urla e il trambusto, entrò in casa, si rese conto della situazione e iniziò a spararmi.”
“Ti ha colpito?”
“No, colpì un vaso che andò in mille pezzi. Io con un balzo sulle pareti riuscii ad uscire dalla porta e scappai nel bosco a perdifiato, con il cacciatore che mi sparava dietro. Ma andando a zig zag tra gli alberi riuscii a far perdere le mie tracce. Solo quando ero lontana mi accorsi di una cosa.”
“Di cosa?”
“Avevo la cuffietta della nonna ancora sulla testa!”
“La cuffietta che è all’entrata della nostra tana?”
“Proprio quella. L’ho tenuta per ricordarmi di un errore che non avrei mai più ripetuto. Ricordati, non rilassarti mai mentre sei in mezzo all’azione. Mantieni la tua concentrazione sino alla fine.”
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….Lavorando in Tribunale ho imparato che non bisogna solo ascoltare la versione di Cappuccetto Rosso, della nonna e del cacciatore, bisogna anche ascoltare la versione del Lupo Cattivo. Ti costa e magari il colpevole è sempre lui ma, a parte che non si sa mai, in ogni caso ti sei fatto una idea più completa della storia.


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