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giovedì 5 settembre 2019

MARIANNA

Missione compiuta: avevo svaligiato le macchinette dell'ospedale e adesso tenevo la mia bella scorta di cioccolato, biscotti e schifezze varie. Che soddisfazione.
Generi di conforto per i miei momenti di sconforto, e che diamine. Vamos in repartos!

Appena salito incontrai nell'atrio Marianna, una malata di sclerosi multipla da troppi anni e purtroppo molto conciata.
Oggi era davanti agli ascensori e guardava in silenzio. Sperava in una visita dei nipoti che ogni tanto (leggi: quasi mai) venivano a trovare la nonna malata.

Vedendola così ho sentito dentro qualcosa e mi sono avvicinato.
"Ciao Marianna sono io, 307."
Lei mi riconobbe subito e rispose lenta: "...iào... come sctai..." (la maledetta non aveva colpito solo le gambe ma anche la bocca).
"Al solito dai. Qui si tira avanti. -Ebbi una intuizione-. Se vuoi ho portato della roba buona, ti piacciono i biscotti di cioccolato o preferisci le tortine? Ho qui un Kitekat per te!"
"Scì. ..ma non ...mi hanno detto che ...non poscio mangiare i dolci...mi va di traverscio. ..la granella."
"Allora facciamo cosi. Per evitare problemi di disfagia niente roba granulata ma qualcosa di liscio. Ti piace il cioccolato al latte?"
"Scì!"
"Aspetta che ti apro la barretta...ecco qua."
Marianna sgranò gli occhi azzurri. "Poscio?"
"Tutta per te."

Marianna prese con le dita un quadretto e aprì le labbra. Appena lo mise in bocca chiuse gli occhi.
Da quanto non provava un dolce? Io le stavo vicino senza parlare, non volevo disturbare la sua concentrazione.
Passò una infermiera, vide la carta argentata e mi lanciò una occhiataccia di fuoco. La rassicurai con la mano, ci pensavo io a lei.

Pian piano Marianna mangiò tutta la barretta. Ci mise quasi un quarto d'ora. Io sempre zitto.
Quando terminò, guardò in basso e disse piano: "Esisctono ancora le cose buone."

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È un discorso fragile.
Sembra quasi che, quando finisci in sedia a rotelle, ormai vieni considerato (soprattutto se stai zitto) qualcosa che non ha più desideri e si limita a sopravvivere stancamente.

A volte ho l'impressione che si perda anche il diritto di godere della vita.

In giro vedo tante sottili mortificazioni e non solo in ospedale. Si aggiunge sofferenza a sofferenza e
devo fare uno sforzo per ricordarmelo: esistono ancora le cose buone, le esperienze da vivere, le gioie da sballare!

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