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venerdì 6 settembre 2019


TORNATO A CASA

“Ancora sveglio?”
“Non riesco a dormire, mi spiace.”
“Sono le 3 di notte passate. Che succede? Cosa c’è che non va?”
“Da quando son tornato a casa dall’ospedale sono inquieto, non riesco a rilassarmi. Mi rivoltolo nel letto alla ricerca di un angolino fresco. Ho l’argento vivo addosso, come diceva mia nonna.”
“Eppure sei in casa tua, nel tuo letto. Dovrebbe essere il contrario, più rilassato.”
“E invece no. Sai cosa c’è che non va? C’è troppa pace in questa casa. In un ospedale non c’è mai silenzio, nemmeno la notte. Senti sempre il bip bip delle macchine, gli infermieri che passano e parlottano, il rumore dei ventilatori, quello che russa come un facocero nella stanza accanto… ormai dopo un mese mi ero abituato. E invece qui niente. Buio e silenzio.”
“Finalmente, direi.”
“Sì, finalmente. Che strano però, mi manca tutto questo. Ho cercato per tanto tempo il silenzio e la pace ma adesso che li ho raggiunti mi manca il casino.”
“Mai contento, Luca. Pensa ai tuoi progetti, a quel che devi fare. Perché ne hai di roba da fare, vero? Pensa a quella.”
“Sì certo, devo scrivere una roba importante, un lavorone che mi terrà impegnato almeno sino a fine ottobre. E ora che sono a casa mi posso dedicare a lui. Ma vorrei dormire.”
“Mmmm...troppo solo in questa casetta. Prenditi un gatto.”
“Pensi che basterebbe a contrastare l’isolamento sociale? Dubito. Con questa malattia diventiamo tutti un po’ orsi. In fondo per noi finire in ospedale è come per un sano andare in vacanza. Vedi posti diversi, conosci tanta gente nuova, fai esperienze... Alla fine non vedi l’ora di tornare a casa ma rimane la nostalgia per un mondo diverso.”
“Stai sparando un mucchio di sciocchezze. Eri in ospedale, non in vacanza.”
“Ma è un fatto psicologico che ha un suo perché, l’intenso valore psicologico di un tempo diverso dal solito. Quest’anno tu sei andato in vacanza? Queste son state le mie, se permetti ci penso.”
“Oddio, inizia con le sue teorie. Tu pensi troppo, Luca.”
“Sì, forse hai ragione. E’ uno dei doni dell’insonnia.”
“A questo punto perché non prenoti un soggiorno già per l’anno prossimo?”
“Ma infatti! E’ quello che ho detto uscendo agli infermieri: “se trovano una cura per la sclerosi multipla, sospetto che non ci rivediamo più. Altrimenti, all’anno prossimo!” e giù risate.”
“Stavi scherzando, ma non troppo.”
“Mi conosci bene. Comunque...che silenzio c’è stanotte. Non pensavo di avere così bisogno della gente.”






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