TORNATO A CASA
“Ancora
sveglio?”
“Non
riesco a dormire, mi spiace.”
“Sono
le 3 di notte passate. Che succede? Cosa c’è che non va?”
“Da
quando son tornato a casa dall’ospedale sono inquieto, non riesco a
rilassarmi. Mi rivoltolo nel letto alla ricerca di un angolino
fresco. Ho l’argento vivo addosso, come diceva mia nonna.”
“Eppure
sei in casa tua, nel tuo letto. Dovrebbe essere il contrario, più
rilassato.”
“E
invece no. Sai cosa c’è che non va? C’è troppa pace in questa
casa. In un ospedale non c’è mai silenzio, nemmeno la notte. Senti
sempre il bip bip delle macchine, gli infermieri che passano e
parlottano, il rumore dei ventilatori, quello che russa come un
facocero nella stanza accanto… ormai dopo un mese mi ero abituato.
E invece qui niente. Buio e silenzio.”
“Finalmente,
direi.”
“Sì,
finalmente. Che strano però, mi manca tutto questo. Ho cercato per
tanto tempo il silenzio e la pace ma adesso che li ho raggiunti mi
manca il casino.”
“Mai
contento, Luca. Pensa ai tuoi progetti, a quel che devi fare. Perché
ne hai di roba da fare, vero? Pensa a quella.”
“Sì
certo, devo scrivere una roba importante, un lavorone che mi terrà
impegnato almeno sino a fine ottobre. E ora che sono a casa mi posso
dedicare a lui. Ma vorrei dormire.”
“Mmmm...troppo
solo in questa casetta. Prenditi un gatto.”
“Pensi
che basterebbe a contrastare l’isolamento sociale? Dubito. Con
questa malattia diventiamo tutti un po’ orsi. In fondo per noi
finire in ospedale è come per un sano andare in vacanza. Vedi posti
diversi, conosci tanta gente nuova, fai esperienze... Alla fine non
vedi l’ora di tornare a casa ma rimane la nostalgia per un mondo
diverso.”
“Stai
sparando un mucchio di sciocchezze. Eri in ospedale, non in vacanza.”
“Ma
è un fatto psicologico che ha un suo perché, l’intenso valore
psicologico di un tempo diverso dal solito. Quest’anno tu sei
andato in vacanza? Queste son state le mie, se permetti ci penso.”
“Oddio,
inizia con le sue teorie. Tu pensi troppo, Luca.”
“Sì,
forse hai ragione. E’ uno dei doni dell’insonnia.”
“A
questo punto perché non prenoti un soggiorno già per l’anno
prossimo?”
“Ma
infatti! E’ quello che ho detto uscendo agli infermieri: “se
trovano una cura per la sclerosi multipla, sospetto che non ci
rivediamo più. Altrimenti, all’anno prossimo!” e giù risate.”
“Stavi
scherzando, ma non troppo.”
“Mi
conosci bene. Comunque...che silenzio c’è stanotte. Non pensavo di
avere così bisogno della gente.”
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