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lunedì 26 novembre 2018


UNA STORIA DI FANTASCIENZA
(prima parte)

Ci sarà una volta in un lontano futuro... una astronave che dopo un lungo viaggio ai confini dell’Universo atterrerà su un pianeta disabitato. E’ la prima volta che quel suolo viene toccato da mani umane.

I componenti della navicella spaziale escono circospetti con i laser in pugno a esplorare il territorio, nervosi e pronti ad affrontare chiunque ma... non c’è proprio nessuno. Nessuna forma di vita, di nessun grado, solo una distesa di sabbia grigiastra che si estende sino all’orizzonte.

Il pianeta non aveva insomma alcun attrattiva tranne uno: era dotato di atmosfera, aria respirabile! Dopo le dovute analisi, il soldato più intraprendente si levò il casco e respirò a pieni polmoni, presto imitato da tutti gli altri. Era bellissimo respirare aria fresca, dopo mesi passati a respirare l’aria artificiale della navicella.

L’esplorazione continuava e presto il drappello di soldati si imbatté in una strana costruzione, di fattura evidentemente aliena e non umana. Sembrava un gigantesco uovo con una piccola porta.

Entrando circospetti, i soldati scoprirono con sollievo che anche quella struttura era totalmente disabitata. Ma dov’erano finiti tutti? Alla fine del corridoio principale però trovarono una cassa.

Aprendola con cautela, videro che era piena di grandi fogli. Non c’era nient’altro altro e sui fogli si notavano dei segni strani, disegni dalle forme sconosciute che a nessuno evocavano alcunché.
Li raccolsero tutti e li portarono al capitano della navicella, che non riuscendo nemmeno lui a decifrarli li inserì dentro il computer di bordo. Forse comparando e analizzandoli il computer ci avrebbe capito qualcosa.

Una settimana ci mise il computer: si era basato sulla matematica, un linguaggio universale, ma anche così non fu facile capire di cosa si trattava.

Alla fine il computer diede il suo responso: in quei fogli non c’erano disegni, non c’erano tracce di letteratura o altro, bensì parevano progetti. Gli alieni scomparsi avevano lasciato dietro di sè dei progetti di costruzione.

Costruire cosa? Nei fogli era descritto un complesso procedimento per trasformare corpi solidi in aria, gli alieni avevano scoperto che diventare come il vento era come vivere in paradiso, in una eterna beatitudine.

I soldati e il capitano, dopo aver sentito il computer esprimersi, si guardarono sbigottiti. Senza saperlo, tutti avevano respirato alieni sin da quando in quel pianeta si erano tolti il casco. Adesso erano dentro di loro, nel sangue e nelle ossa, li avrebbero per sempre trasportati con loro.

(fine prima parte)



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