LO SGOMBERO DEI CASAMONICA
Premetto
una cosa: ognuno casa sua ha diritto di arredarla come vuole. Se ci
vuol mettere specchi dorati, statue di ghepardi o riproduzioni di
Padre Pio a grandezza naturale è liberissimo di farlo.
Io
non lo farei, ma rientra nel diritto di ognuno. Ognuno in casa sua ha
il diritto di vestirsi, parlare o professare la religione che vuole
etc.
Il
guaio è quando la casa non è tua, anzi è addirittura abusiva.
Molto abusiva.
E le
villette nel fortino Casamonica erano TUTTE abusive, costruite in
totale spregio delle regole. Anche i condoni più larghi le avevano
evitate e da anni pendeva su di loro lo sfratto. Ma le
amministrazioni passate, restìe ad usare il pugno di ferro (chissà
perché) esitavano.
Poi
i Casamonica hanno commesso un errore, che i criminali in auge
commettono spesso.
Si
sentivano un clan talmente forte ed invincibile, aldisopra della
legge, che hanno oltrepassato il muro del “pudore” -chiamiamolo
così- e si sono resi troppo visibili, ostentando la loro
strafottenza (il funerale molto pacchiano, la testata al giornalista
etc) e provocando una reazione dalle autorità.
E
allora vai di ruspa e utilizzo della forza pubblica. Una operazione
così imponente (600 agenti impiegati) non poteva sfuggire ai media.
Anzi.
Chi
di visibilità ferisce, di visibilità perisce. E allora vai con le
foto ricordo, i proclami etc. Anche in questo caso io avrei evitato,
ma ci si è messa di mezzo la politica che incasina sempre tutto.
Ultimi
due pensieri miei: temo che adesso il clan si spargerà un po’
ovunque, disseminando di robe brutte territori a posto. E’
paradossale, ma forse era meglio tenerli tutti raggruppati. O forse
no, così hanno perso forza criminale e ricevuto un ceffone simbolico
mica da ridere. In passato a volte questi atti son riusciti a
distruggere organizzazioni radicate (peccato che presto ne sorgeranno
altre).
Poi
mi domando se lo stesso piglio le autorità locali lo avranno anche
con altre situazioni, penso al palazzo di Casa Pound o tutti gli
alloggi popolari abusivamente occupati, e sono tanti.
Ma a
questo punto dubito: Roma, e non solo lei, ha una storia troppo lunga
di abusivismo. E’ un ginepraio contorto.
Per
far rispettare la legalità bisogna insomma aspettare che chi
delinque faccia un passo falso o sennò succeda un disastro (vedi
Ponte Morandi).
Purtroppo
in Italia le cose vanno così: lo scandaloso prevale sull’importante.
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