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sabato 24 novembre 2018


LO SGOMBERO DEI CASAMONICA

Premetto una cosa: ognuno casa sua ha diritto di arredarla come vuole. Se ci vuol mettere specchi dorati, statue di ghepardi o riproduzioni di Padre Pio a grandezza naturale è liberissimo di farlo.
Io non lo farei, ma rientra nel diritto di ognuno. Ognuno in casa sua ha il diritto di vestirsi, parlare o professare la religione che vuole etc.

Il guaio è quando la casa non è tua, anzi è addirittura abusiva. Molto abusiva.
E le villette nel fortino Casamonica erano TUTTE abusive, costruite in totale spregio delle regole. Anche i condoni più larghi le avevano evitate e da anni pendeva su di loro lo sfratto. Ma le amministrazioni passate, restìe ad usare il pugno di ferro (chissà perché) esitavano.

Poi i Casamonica hanno commesso un errore, che i criminali in auge commettono spesso.
Si sentivano un clan talmente forte ed invincibile, aldisopra della legge, che hanno oltrepassato il muro del “pudore” -chiamiamolo così- e si sono resi troppo visibili, ostentando la loro strafottenza (il funerale molto pacchiano, la testata al giornalista etc) e provocando una reazione dalle autorità.

E allora vai di ruspa e utilizzo della forza pubblica. Una operazione così imponente (600 agenti impiegati) non poteva sfuggire ai media. Anzi.
Chi di visibilità ferisce, di visibilità perisce. E allora vai con le foto ricordo, i proclami etc. Anche in questo caso io avrei evitato, ma ci si è messa di mezzo la politica che incasina sempre tutto.

Ultimi due pensieri miei: temo che adesso il clan si spargerà un po’ ovunque, disseminando di robe brutte territori a posto. E’ paradossale, ma forse era meglio tenerli tutti raggruppati. O forse no, così hanno perso forza criminale e ricevuto un ceffone simbolico mica da ridere. In passato a volte questi atti son riusciti a distruggere organizzazioni radicate (peccato che presto ne sorgeranno altre).

Poi mi domando se lo stesso piglio le autorità locali lo avranno anche con altre situazioni, penso al palazzo di Casa Pound o tutti gli alloggi popolari abusivamente occupati, e sono tanti.
Ma a questo punto dubito: Roma, e non solo lei, ha una storia troppo lunga di abusivismo. E’ un ginepraio contorto.

Per far rispettare la legalità bisogna insomma aspettare che chi delinque faccia un passo falso o sennò succeda un disastro (vedi Ponte Morandi).
Purtroppo in Italia le cose vanno così: lo scandaloso prevale sull’importante.




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