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venerdì 10 marzo 2023

COME SAPERE SE SIAMO CAMBIATI

Al numero 50 di corso XXII Marzo a Milano c'è una chiesa, una chiesa classica con l'oratorio, la canonica etc. L 'ho vista molto spesso da ragazzo perché era davanti alla mia fermata del tram. E' un poco spoglia come chiesa del 1600, tutto sommato non ha nulla di particolare.

E invece no, c'è tutta una storia dietro. Questa per secoli è stata la Senavra, il manicomio di Milano. Come ospedale psichiatrico era però diventato troppo piccolo per una grande (…..) città e nel 1878 venne affiancato dall'Ospedale di Mombello vicino a Limbiate.

A poco a poco tutti i suoi "ospiti" vennero dimessi e ormai dagli anni '50 del secolo scorso è diventata una chiesa normale. Era un posto molto degradato, i vecchi del quartiere ne ricordano però ancora la miseria.

Tutto giusto, ma questo cosa c'entra con la domanda? Ho recentemente avuto tra le mani "Milano Sconosciuta" del giornalista socialista Paolo Valera, un libro uscito nel 1879 in cui scandagliava i luoghi più torbidi della città. Un capitolo era appunto dedicato ai "mentecatti" della Senavra e leggendolo mi sono accorto di quanto la nostra sensibilità verso la malattia mentale fosse cambiata negli ultimi 150 anni.

Nel 1800 infatti sotto la categoria "minorato mentale" c'era di tutto: non solo persone con disturbi psichici ma anche sordomuti, ciechi, contadini con la pellagra, minorati fisici, bambini ribelli, i "furiosi" (delinquenti), prostitute, anziani tristi, disoccupati (!!), disertori…

Tutti alla Senavra, a curarsi con docce fredde, camicie di forza, incatenati e abbandonati a se stessi. Inorridivo a leggere l'elenco dei motivi per cui si poteva finire lì dentro per non uscirne più. O ti conformavi al 100% o il tuo destino era segnato. La mortalità era altissima.

Il Direttore dell'Istituto, un brav'uomo gentile che si faceva in quattro, faceva una preghiera al giornalista: di separare almeno i criminali dagli altri in una apposita struttura, dovevano dedicare tutte le loro già scarse energie a contenere questa gente.

Oggi non c'è più nulla di tutto questo. Quanto siamo cambiati dentro, la nostra visione del mondo è mutata. Non ci sogneremmo più di mettere nello stesso calderone certe persone, anzi lo troveremmo stupido oltre che ingiusto, abbiamo imparato a distinguere.

Cosa è rimasto? Il "fantasma della Senavra", una leggenda di un vecchio matto morto nel manicomio, uno spettro che nelle notti di nebbia si aggira per il quartiere e l'unico modo per liberarsi di lui è lanciargli una monetina. Fate la carità ai bisognosi.

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