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lunedì 17 giugno 2019


UNA CANZONE MERAVIGLIOSA
Tutti gli adolescenti negli anni ‘70 hanno mimato davanti allo specchio l’assolo finale di Stairway to Heaven e solo per fortuna nostra gli specchi non possono parlare.
Forse qualche donna (non qui dentro) pensa che questa canzone non la conosci ma sbaglia, assicuro. Molti ragazzi di allora hanno iniziato con la chitarra proprio per suonarla e impressionarti, provandola così tanto che un negozio inglese di strumenti musicali, esasperato dai dilettanti, aveva affisso il cartello “E’ severamente vietato arpeggiare Stairway to Heaven”.
Tutto inutile. Una radio rock che si rispetti la trasmette almeno una volta al giorno, sono 10 minuti (eh sì, è lunghetta) che chi ha il cuore rock sotto la cravatta ascolta deferente come un rosario.
Ma il testo cosa significa? Mistero. Nemmeno Robert Plant che è il suo autore lo sa. “L’ho scritto di getto, in modo automatico, stupendomi poi del risultato” dice nelle interviste. Io però non ci credo molto, fa parte un po’ del mito dei Led Zep come gruppo magico e poi il testo è costruito troppo bene.
Le parole sono una catena di immagini poetiche e positive (anche se i soliti balenghi vi hanno visto messaggi satanici), a parte l’ultimo inquietante verso: “to be a rock and not to roll”.
Un bel doppio senso diventato quasi proverbiale per indicare una situazione trattenuta, che non si sblocca: letteralmente vuol dire “essere una pietra e non rotolare” ma è evidentissimo il riferimento alla musica rock’n’roll, di cui i Led Zeppelin erano (e sono, poche balle) il top.
Curiosità: nelle versioni dal vivo non c’è il basso, John Paul Jones preferisce suonare l’organo. E se volete ascoltarne una versione insolita (l’hanno rifatta un po’ tutti) sentite quella di Frank Zappa, in cui l’assolo finale è suonato dalla sezione ottoni, cioè trombe, tube e tromboni.
Come direbbe Lino Banfi “raghezzi, siete proprio genièli!”. E tanto altro ci sarebbe da dire.

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