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venerdì 28 giugno 2019

IL GIOCO DI GERALD
Secondo me questo libro è nato da una scommessa.
Un giorno qualcuno ha detto: “Stefanuzzo bello, tu che sei tanto bravo a scrivere libri di successo, scommettiamo che non riesci a scrivere un libro con un protagonista solo?”
“Tipo Robinson Crusoe?”
“Di più, rendiamo le cose difficili: questa persona sola non si può nemmeno muovere. E’ bloccata. Non sarai capace, al massimo tirerai fuori un raccontino.”
E così Stephen King si è messo di buzzo buono. Ha immaginato un gioco erotico tra marito e moglie nella loro isolata villetta di campagna. Il marito Gerald lega con le manette la moglie nuda al letto ma poi ha un infarto e muore sul colpo. La moglie chiama aiutooo ma nessuno risponde.
Siamo a pagina 13 e il romanzo ha più di 400 pagine. Ricordo che a questo punto leggendolo mi dissi “Chissà adesso che personaggi farà intervenire e come li farà entrare nella storia”.
La risposta mi stupì molto: nessuno. A parte le ultime concitate pagine per 350 pagine c’è stato un solo attore, anzi attrice, sulla scena: Jessie, la moglie di Gerald.
E non solo: il romanzo è scritto benissimo, l’ho divorato in un weekend. Stephen King è un maestro della suspance (termine che non riesco a tradurre), quella diabolica abilità di farti girare pagina e continuare a leggere senza fermarti, tipica dei grandi scrittori.
Ma qui, con una protagonista sola per tutto il libro, Stephen King ha superato se stesso. Come ci è riuscito? Ancora me lo chiedo.
Ma una emozione alla fine mi è rimasta dentro. Questo romanzo mette davvero paura.

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