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lunedì 17 giugno 2019


CANZONI PLAGIATE
Incredibile. Il gruppo si è sciolto 40 anni fa e ancora c’è gente che rompe perché i LZ hanno “plagiato” (che è più che ispirarsi o imitare) canzoni e musiche facendole passare per loro.
Conoscendo la loro forza e originalità –non sto parlando da fan, è un dato di fatto-, l’accusa fa ridere ma il fatto è che i LZ hanno avuto e ancora hanno un successo strepitoso. Soldi, tanti soldi. E lo sappiamo tutti, dove gira tanto denaro arriva anche gente non bella.
Questo è avvenuto. Se i LZ fossero stati una garage band non se li filava nessuno, invece così tutti cercano di attingere dalla loro pentola più o meno spudoratamente.
Essendo una band di blues-rock ed essendo il blues una musica di stereotipi olè il gioco era fatto. Scoperto il loro punto debole. Bastava accusarli di avere “copiato” e portarli in tribunale, con relativo scandalo mediatico.
Che poi queste accuse si rivelassero sempre un buco nell’acqua -i giudici non sono così scemi- non aveva importanza, i tribunali sono tanti e per questi invidiosi bastava ripetere il giochino altrove.
E per fortuna esiste il reato di plagio solo per le melodie e non per le armonie e gli accordi, altrimenti sai che sugo.
Calma, stiamo calmi. La voglia di mandare a fanculo certi sciacalli è tanta ma cerchiamo di essere obiettivi. Casi di plagio esistono (“My sweet lord” di Harrison che riprendeva “He’s so fine”) e tutto può essere.
I LZ poi hanno sempre ammesso le loro fonti e le hanno pure accreditate, come nel caso di “The Hunter” che compare brevemente nel brano “How many more times”, l’ultimo di LZ I°.
Ascoltando però la canzone originaria mi sono cascate le braccia. Un blues che a sua volta riprendeva vari stereotipi. E’ vero, I LZ riprendono dei versi della canzone, ma lo fanno alla loro inimitabile maniera.
E nelle loro mani, “The Hunter” diventa irriconoscibile, si trasforma in altro, un capolavoro. Se Plant avesse cambiato le parole non se ne sarebbe accorto nessuno.
Ed è sempre così che avviene con i LZ. Una poesia tradizionale come Gallows Pole diventa un brano trascinante, Bring it on home di Sonny Boy Williamson diventa un brano hard rock molto diverso dall’originale, con The Hunter vai in estasi.
Con i LZ sai dove inizi ma non sai mai dove finisci, e questo i mediocri alla Salieri non lo sopportano.

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