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lunedì 17 giugno 2019



UN CONCERTO DEI LED ZEPPELIN ANCHE PER ME
Sono pochissimi gli italiani che possono dire di avere visto i Led Zeppelin dal vivo. O avevi i mezzi per andare all’estero o avevi assistito al loro unico concerto italiano nel 1971 a Milano, che finì dopo 20 minuti tra molotov e manganellate della Polizia.
Non ci scappò il morto per miracolo. Risultato? “Mai più in Italia” esclamò Robert Plant e il quartetto negli anni tenne fede alla parola.
Eppure per tutti gli anni ‘70 i Led Zeppelin suonarono ovunque e comunque nel mondo. Ma non in Italia dove vigeva la contestazione e con lo slogan “La musica è gratis!” si impediva la vendita dei biglietti con mezzi anche violenti (e si parla di biglietti che oscillavano tra le 1000 e 2000 lire, meno di un euro e molto meno degli LP).
Quei pochi che accettavano comunque di esibirsi gratis venivano regolarmente contestati perché il loro messaggio non era abbastanza “rivoluzionario”. Ricordo un concerto di De Gregori finito dopo mezzora tra i fischi e lanci di bottigliette sul palco. Io ero ragazzino e ricordo pensavo “Uf che palle, anche stavolta”.
Era la follia, erano gli “anni di piombo”. La conseguenza pratica fu che per anni non si organizzò mezzo concerto. La follia estremista di alcuni imbecilli (imbecilli, bisogna avere il coraggio di dirlo) mi tolse la gioia dei concerti negli anni più belli. Bastardi.
Ma i Led Zeppelin nel 1976 fecero un regalo a noi adolescenti degli anni ‘70. Un film-documentario, THE SONG REMAINS THE SAME, la registrazione di un loro concerto al Madison Square Garden. Quando all’inizio Robert compariva sul palco gridando “New York, good evening!” il cinema esplodeva.
Noi ragazzotti eravamo entrati in carovana come ad un vero concerto, vestiti con le borchie e i giubbotti metal. Mentre Robert cantava Rock’n’Roll ricordo gente che si dimenava sotto lo schermo.
Jimmi Page durante gli assoli mi sembrava bello come un Dio, lo adoravo, in quei momenti poteva chiedermi qualunque cosa.
Alla fine del concerto, Robert allargava le braccia ed esclamava: “New York, good morning!”. E fu così che diventai un fan dei Led Zeppelin.

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