UNA LEGGENDA METROPOLITANA
C’è
una leggenda metropolitana legata al famoso “11 settembre” che ho
sentito varie volte in forme diverse. Ho cercato conferme ma ho
trovato poco, sembra una di quelle storie che rimbalzano da una bocca
all’altra sottovoce.
La
storia, nei tratti essenziali, è questa: un gruppo di disabili in
carrozzella (numero e altri dettagli variano a seconda del narratore)
quel giorno stava visitando una delle due torri gemelle quando si
scatenò l’apocalisse. Tutti scappavano dal
fumo, nessuno tornava a prenderli e i
disabili si ritrovarono da soli davanti alle vetrate, mentre anche
l’altra torre veniva colpita. Si presero tutti per mano aspettando
il crollo. Cosa si dissero in quegli ultimi minuti di vita possiamo
solo immaginarlo.
“Un
problema di difficile soluzione quello del soccorso dei disabili
durante eventi di questa dimensione”, scrive con realismo un sito
che racconta storie simili.
Una maniera forse delicata di dire “purtroppo
saranno
cavoli vostri” come si
è
amaramente notato anche in Italia durante fatti recenti
(terremoti, etc). La famosa differenza con i normodotati, che il
politicamente corretto per
le pari opportunità
vorrebbe abolire, riemerge prepotente.
Ma
la
differenza è
anche
nella reazione. C’è infatti un dettaglio in queste storie che ho
notato si ripete: oltre infatti all’angoscia, il panico, il
sentirsi abbandonati etc i membri di questi gruppi negli
ultimi istanti
si prendono tutti
sempre
per mano, rafforzandosi a vicenda.
Sono
persone che già sanno che esiste il male nel mondo, non è una
sorpresa per loro, non perderanno altro tempo. E
sanno che l’unico
modo per contrastarlo veramente fino
alla fine è
volersi bene.
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