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mercoledì 19 settembre 2018

LA CORRUZIONE, QUELLA BELLA
Lavorando in un ufficio del Tribunale a contatto soprattutto con extracomunitari, di tentativi di corruzione ne ho sperimentati tanti in questi anni sulla mia pelle.
Il discorso è delicato, inevitabile essere fraintesi, ma ho voluto comunque portare la mia esperienza. Almeno ci divertiamo e magari a qualcuno torna utile.
È curioso infatti ma spesso ho notato che a seconda della etnia c'erano dei metodi preferiti, come se ci fosse una sorta di imprinting culturale. Ebbene sì.
(Molti a questo punto diranno "Razzista!" ma assicuro che mi sono stupito pure io).
Gli italiani e gli slavi per esempio, se ti vogliono far fare qualcosa di illegale, in genere intimoriscono o fanno riferimento ad amicizie altolocate, usando uno stile sottilmente mafioso.
Gli arabi invece cercano di farti cambiare idea mettendosi a piangere calde lacrime. Certe scene strappacore che vi raccomando. Non è facile conservare la calma mentre tutta una famiglia davanti piange e ti supplica.
Quelle dell'est, neanche a dirlo, ti seducono ma (stop agli slanci di fantasia) senza mai usare la malizia come state pensando in tanti. Ricorrono più che altro alla dolcezza, ti fanno intravedere un paradiso d'amore. E il babbeo ci casca.
Gli americani invece, sempre molto protervi, ti minacciano legalmente. Usano questo spauracchio se non fai come dicono loro.
I cinesi sondano il tuo punto debole usando i soldi. Tanti soldi. E non si muovono da soli. Paura.
I sud americani di solito fanno i simpaticoni e cercano di convincerti che sono innocui.
Mentre gli africani usano con i bianchi la tecnica del finto tonto (imparano come dire sì e poi scuotono la testa ripetendo sì sì sì sì...).
Insomma, a ognuno il suo. Non mi sbagliavo quasi mai e almeno sapevo cosa mi aspettava.

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