LA STAGIONE DEGLI ADDII
Nella
vita di tutti arriva la “stagione degli addii”, quando talvolta a
distanza ravvicinata persone amate e amici se ne vanno per sempre.
Sono tempi in cui sembra di recarsi da un funerale all’altro.
E’
una stagione che non c’è sul calendario, il tredicesimo mese,
quello del ricordo, un mulinello che fa roteare foglie secche.
Quando
si è giovani questa stagione semplicemente non esiste, al massimo si
vive qualche giornata nera. Si è troppo occupati con matrimoni,
battesimi, progetti, crescite, non mi riguarda. Poi capita una
giornata nuvolosa e si sente un’ombra nera, inevitabile. Uno si
rende conto che dovrà lasciare prima o poi il posto e si chiede se
resterà qualcosa di lui, un solco da qualche parte, un rimpianto, un
nome, un amore.
Oggi
va così, scusate. E’ uno di questi periodi. Una volta un prete
spiegò mesto a noi ragazzini che la morte di un vecchio era più
sconvolgente di quella di un giovane, che appare sempre come una
ingiustizia a cui ribellarsi.
Un vecchio malato che se ne va invece non ha niente di “speciale”,
è qualcosa di naturale, che bisogna accettare perché fa parte della
vita. La vita.
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