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domenica 23 settembre 2018



(riceviamo e volentieri rispolveriamo)
COME VA?

L'estate scorsa trovai un libretto usato dalla simpatica copertina, intitolato "Come sopravvivere con la sclerosi multipla", scritto da vari neurologi, edizioni Fraus Dolus. Dato che però in molti hanno scritto come faticassero a procurarselo (in Italia pare stranamente esaurito), sicuro di fare cosa gradita ho scelto per ora di ricopiare il primo capitolo del libricino, intitolato:

20 MODI DI RISPONDERE ALLA DOMANDA “COME VA?”

Ai nostri pazienti sembra capitato molte volte. Sono immersi nella propria situazione, sforzandosi per tenere un bicchiere tra le mani, quando in quell'istante un giulivo si avvicina con aria sorridente e la tremenda domanda "come va?". In questi casi può fare comodo ai lettori una veloce carrellata di risposte.

1° Risposta: "Bene, grazie" (sorridendo). Traduzione: un classico. Caldo, comodo e indossato tante volte. Presente anche nella forma negativa "non c'è male, grazie". Il significato della frase è stato molto studiato e in genere si ritiene voglia dire "al di là di come sto veramente, grazie per interessarti a me". Come un vecchio vestito però la frase è un po' logora e non può essere usata in tutte le occasioni.

2° R: "Bene, grazie" (non sorridendo). Traduzione: risposta che nasconde problemi non risolti, come per esempio "Ma questo interferone funziona o no? E' da mesi che mi buco senza risultati", oppure "Quanto mi costerà mettere una rampa sulle scale?". Quesiti che non interessano molto l'interlocutore.

3° R: "Ringraziando il Signore, sto bene grazie". Traduzione: "Mi è rimasta solo la fede in Dio, altrimenti mi sarei già buttato/a dal ponte di questa valle di lacrime". Molto italiano. Indice di una personalità educata all'idea del sacrificio, capace di affrontare in un discorso anche temi non idioti (molti pazienti lo spiegano così: "siamo malati, mica scemi").

4° R: "Ho deciso di prendermi una vacanza". Traduzione: "Sento con i miei ultrapoteri che sta per arrivarmi una ricaduta, devo reagire". La risposta sembra abbia il pregio di sviare subito il discorso, dato che l'interlocutore quasi sempre risponde "Che bello! E dov'è che vai?"

5° R: "No comment" Traduzione diplomatica per "Vaffanculo". La risposta ha però il difetto che non tutti ne comprendono il lato umoristico e insistono con le domande.

6° R: "Ho deciso di buttarmi nel lavoro". Traduzione: "Venderò cara la pelle". Forse la risposta più grintosa. Sempre che si abbia un lavoro, ovvio.

7° R: "Bene grazie. Ti preparo un caffè?" Traduzione: "Mi sento solo/a".

8° R: "Sì". Traduzione: "le placche avanzano, io sto sempre peggio e nessuno capisce.", oppure "certo, orgoglio dei manicomi che sei, domande del kz come questa potresti evitarmele", oppure "mioddio, perché non sono sordo? Invece delle gambe non poteva colpirmi le orecchie?". Di solito il giulivo, ritenendo scemo il malato che lui pietoso è andato a trovare, ripete la domanda credendo che lui/lei non abbia capito. A questo punto scegliere rassegnati un'altra risposta.

9° R: "Bene grazie! E tu come stai? Bene, vero? Cosa si fa stasera?". Traduzione: "Ho appena preso l'antidepressivo."

10° R: "Come vedi." Traduzione: "Testa di rapa ma non vedi che. non riesco più a fermare la gamba? che tremo in tutto il corpo e sudo come una fontana? che sono in carrozzella?" (ecc). Risposta idonea a spostare sul concreto un discorso altrimenti svogliato e superficiale, molto adatta per chi vuol far sentire un po' in colpa l'interlocutore. Spiazzante se detta sorridendo.

11° R: "Eh, come al solito, inizia per emme e finisce per a.. Una meraviglia!" Traduzione: "non me lo meritavo, ed eccomi qui a parlare con te guardandoti dal basso". Il conoscente si metterà a ridere e dirà una grande verità del tipo "sempre allegro il nostro malatino, così ti voglio!" A questo punto frenare l’impulso criminale e passare ad altre risposte.

12° R: "Bene, ho appena ritirato gli esami del sangue e sembra che le mie citochine stiano reagendo bene." Traduzione: non sembra, ma è risposta adattissima a troncare qualsiasi approccio. Da usare quando si vuole restare soli. Dopo un timido sorriso e una frase di circostanza ("Ah, ne sono lieto!") l'interlocutore, a meno che non sia un laureando in neurologia, si allontanerà a razzo.

13° R: silenzio e sguardo nel vuoto. Traduzione: Chi ha fatto la domanda rimarrà perplesso davanti a questa risposta. I casi sono due: o insisterà o si allontanerà borbottando. Nel secondo caso richiamarlo e fingere di essere stati colpiti da sordità improvvisa.

14° R: scoppiare in lacrime. Traduzione: buona solo se si è belli, giovani e simpatici (e ricchi). Negli altri casi meglio evitare. Interessante ma pericolosissima la variante "faccia da cane bastonato che trattiene le lacrime".

15° R: "sono stanco/a". Traduzione: "non ce la faccio più, accompagnami a casa e portami a letto, ti ricorderò nel mio testamento". Finora però chi l'ha usata sembra non abbia incontrato nessuno/a che abbia bene compreso la frase, per cui la sua efficacia sembra limitata. A volte alcuni interlocutori continuano a menarla "Su con la vita! Basta con quell'aria da sfigato!". Passare allora alla risposta n° 5 o 11.

16° R: "Insomma." Traduzione: presente anche nelle forme "così così", oppure un bofonchiato "potrebbe andar meglio, grazie", ecc. L'incertezza domina risposte di questo tipo ma c’è il rischio di non essere capiti e che il giulivo/a continui con "hai la bua?". E’ successo veramente!

17° R: "Bene grazie, mi puoi allacciare questo bottone?". Ringraziare alla fine del compito ("Grazie, sei una brava persona"). Traduzione: molto utile per attaccare bottone ahahah ehm. La persona in questione si sentirà certo superiore al disgraziato che ha davanti, che non riesce nemmeno a vestirsi. Questo genererà in lui/lei un falso senso di superiorità che, se siete abili, potreste sfruttare a vostro piacere. Maliziosissimo se detto da una donna.

18° R: "Sto facendo una bella esperienza, ascolto il mio corpo" Traduzione: "Presto portami in bagno!" In questi frangenti consigliamo ai nostri pazienti di essere più diretti e meno ironici. Forse è meglio. Correte altrimenti un serio rischio.

19° R: "Ciao, è da un po' che non ti vedevo, hai bisogno di qualcosa?" Sconsigliamo caldamente questa risposta, per intuibili motivi. Non è il caso di risultare antipatici e continuare a sfidare il destino.

20° R "Oggi benissimo! Tu come stai?" Traduzione: molto simile alla risposta n° 1, ma con in più il pregio dialogico di ributtare sull'interlocutore la responsabilità di continuare la conversazione. E' in fondo l'obiettivo di ogni dialogo, continuare la conversazione. A quanto risulta infatti da una veloce indagine statistica, essendo l'ISOLAMENTO uno dei peggiori corollari della sclerosi multipla, è di fondamentale importanza insegnare ai nostri pazienti di non trascurare qualunque occasione per sviluppare i rapporti sociali.

Ecco qua. Chi avesse qualche altra risposta interessante può scriverla, verrà inserita nelle prossime edizioni e tutti vi ringrazieranno

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