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lunedì 18 settembre 2017

UMMAGUMMA
Questo era il mio album preferito quando avevo 13 anni, Ummagumma dei Pink Floyd.
So che mi vuoi bene, lettore, non vorresti ferirmi ma anche da qui riesco a vedere la tua faccia. Umma che? Mai sentito.
Non ti dó torto. Ummagumma è un doppio dei primi Pink Floyd, oggi quasi nominato e spesso dimenticato, composto da un disco live e uno in studio. Gli stessi PF non ne avevano una grande opinione (Waters disse esplicito: "Ummagumma? What a disaster!"), soprattutto per la parte in studio, a parte un paio di eccezioni francamente bruttina.
Ma la parte live... Da sola vale tutto l'oro del mondo. Quante volte l'ho ascoltata da ragazzo. Quanto l'ho amata. Avevo consumato il vinile -all'epoca non c'erano i cd- a furia di metterlo sul piatto. Uno dei miei segreti, valido ancora oggi
Questi sono i Pink Floyd in cui era ancora forte l'influenza di Barrett, il fondatore poi uscito dal gruppo perché diventato pazzo: lunghe suite sognanti, esplosioni di suoni, melodie che viaggiavano nello spazio.
Non un disco immediato, non lo ascolterete mai alla radio. Pur essendo live gli applausi per esempio erano stati cancellati, proprio per non interrompere lo stato sognante nell'ascoltatore.
Ancora oggi ogni tanto mi metto lì e lo ascolto ad occhi chiusi quando avverto il bisogno di sognare. Per me non ha perso il minimo fascino. Molta acqua e molta musica è passata sotto i ponti ma quel disco è ormai nel cuore.
Se poi vi chiedete come fosse possibile che ad un ragazzino potesse piacere quel tipo di musica non so che dirvi. Saranno stati i tempi, sarà che a quell'età ero un po' strambo. Non lo so. È andata così.
Qual era il tuo disco preferito quando avevi 13 anni, quello che non hai mai detto?

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