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sabato 23 settembre 2017

LA MUSICA DI QUESTA ESTATE

Ho ascoltato molta radio questa estate, i tormentoni musicali li ho conosciuti tutti: despacito, l’esercito dei selfie, voglio ballare con te, mi fa volare, sotto il sole di Riccione, ci state bene?, vari ripescaggi del passato, rap italiano, l’estate è tornata, tanta Pausini, Jovanotti, tutta la pletora di voci giovani usciti da quelle trasmissioni tipo X Factor ecc ecc. Mi arrivavano da tutte le parti.

Alla fine le canzoni che mi rimarranno dentro sono però poche: Despacito, qualcosa dei Coldplay (gruppo che già esisteva 20 anni fa) e la intrigante “Come nelle favole” di Vasco Rossi, un signore di 65 (65) anni ma che ancora sputa l’anima sul palco. Non tanta roba. Ogni tanto mi ritrovavo sovrappensiero a meditare “eh, ai miei tempi c’erano tante canzoni più belle…”

E SUBITO TRILLAVA NELLA MIA TESTA UN CAMPANELLO D’ALLARME!

Ho trovato infatti sempre assai irritanti frasi del tipo “eh, ai miei tempi…i giovani d’oggi…una volta era meglio…” e via discorrendo, anche perché sono le stesse identiche frasi che sentivo io da ragazzo. E non si fatica a scovarle anche nei commenti di cento anni fa. Le ho sempre ritenute un preoccupante segno di vecchiaia mentale, quella vera incapace di adeguarsi ai tempi, che non capisce il nuovo e preferisce rifugiarsi nell’antico.

E allora? Fai uno sforzino Luca, cerca di ascoltarle veramente queste canzoni nuove. Sono queste le canzoni che vanno per la maggiore, evita per favore la trappola dell’underground. E resisti, resisti alla diabolica tentazione del paragone, di compararle con le classifiche estive di tanti anni fa. Ti scandalizzi e ti infili nel vicolo cieco dei “miei tempi”.

Ascoltarle con orecchie nuove, lasciarmi andare, coinvolgere. Stare sul pezzo. Voi ridete ma ci ho provato veramente. Alla fine mi sono parse canzoni molto semplici, senza particolari armonie e con tempi facili. Evidente lo sforzo (che io trovo irritante) di piacere a più persone possibili. Si evitavano stramberie e ci si appiattiva verso il basso, il mainstream. Melodie molto simili, il rap ha ucciso la melodia. 

Erano però i vari testi a inquietarmi di più: a parte le citate eccezioni e forse la canzone su Riccione dei Thegiornalisti e qualcosa di Zarrillo, non riesco francamente a capirne la bellezza e mi dispiace. Li trovo inconcludenti, un filo depressi, una serie di belle immagini senza storia, eppure noto che ai “giovani” piacciono molto. Questo è il presente musicale, mi piaccia o no. 

(Restano opinioni personali comunque, poi tornavo a casa e mi sparavo il doppio dei Ramones).

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