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giovedì 28 settembre 2017

LA MADONNA BRUTTA

“La Madonna Brutta” è uno dei più commoventi racconti di Don Camillo. Parla di una antica e venerata statua della Madonna, risalente addirittura ai tempi delle invasioni barbariche e adoratissima dai fedeli. Tutto bello, per carità, solo che ogni volta che la guardava Don Camillo provava una piccola fitta al cuore. Gli occhi strabici e storti, i colori pacchiani, una corona volgare, il manto pieno di crepe sghembe… insomma era proprio brutta. Ma ogni anno veniva portata in processione verso il fiume perché non straripasse quando arrivavano le piogge e tutto il paese confidava in lei.

Solo che un anno, mentre la processione sfilava sulla strada accidentata sotto il sole afoso, una scossa più forte delle altre la fece vibrare e la Madonna Brutta dopo un attimo si frantumò in mille pezzi tra lo sgomento di tutti (ma non di Don Camillo, in un certo senso sollevato) . Ma sotto il gesso in frantumi, sorpresa! Apparve una stupenda statuetta della Madonna in oro finissimo che brillava al sole. Le vecchine del paese si inginocchiarono tutte gridando “Miracolo!” ma Don Camillo le zittì con un urlaccio.

Poi si chinò verso i cocci della Madonna Brutta e iniziò a raccoglierli uno per uno. Ora aveva capito: l’antico scultore, per proteggerla dai barbari invasori, aveva intenzionalmente costruito in fretta e furia un involucro che la rendesse poco appariscente e appetibile per loro, che dopo uno sguardo sarebbero passati oltre. “Ti ricostruirò –promise a se stesso Don Camillo- perché tu avevi la vera bellezza, solo che io ero cieco e non capivo.”


Così sono spesso i disabili, le persone anziane o quelle povere, che sotto una corazza brutta, antipatica e disprezzata dal mondo possono nascondere un cuore d’oro e un tesoro di valore. E a volte basta poco per farlo emergere, un sorriso, una chiacchierata ogni tanto ed affiora una bellezza inaspettata, rimaniamo tutti a bocca aperta per lo stupore e ci rendiamo conto dove si trovava la vera bellezza.

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