LA MADONNA BRUTTA
“La Madonna Brutta” è uno dei più commoventi racconti di Don
Camillo. Parla di una antica e venerata statua della Madonna, risalente
addirittura ai tempi delle invasioni barbariche e adoratissima dai fedeli.
Tutto bello, per carità, solo che ogni volta che la guardava Don Camillo
provava una piccola fitta al cuore. Gli occhi strabici e storti, i colori
pacchiani, una corona volgare, il manto pieno di crepe sghembe… insomma era proprio
brutta. Ma ogni anno veniva portata in processione verso il fiume perché non
straripasse quando arrivavano le piogge e tutto il paese confidava in lei.
Solo che un anno, mentre la processione sfilava sulla strada
accidentata sotto il sole afoso, una scossa più forte delle altre la fece
vibrare e la Madonna Brutta dopo un attimo si frantumò in mille pezzi tra lo
sgomento di tutti (ma non di Don Camillo, in un certo senso sollevato) . Ma
sotto il gesso in frantumi, sorpresa! Apparve una stupenda statuetta della
Madonna in oro finissimo che brillava al sole. Le vecchine del paese si
inginocchiarono tutte gridando “Miracolo!” ma Don Camillo le zittì con un
urlaccio.
Poi si chinò verso i cocci della Madonna Brutta e iniziò a
raccoglierli uno per uno. Ora aveva capito: l’antico scultore, per proteggerla
dai barbari invasori, aveva intenzionalmente costruito in fretta e furia un
involucro che la rendesse poco appariscente e appetibile per loro, che dopo uno
sguardo sarebbero passati oltre. “Ti ricostruirò –promise a se stesso Don
Camillo- perché tu avevi la vera bellezza, solo che io ero cieco e non capivo.”
Così sono spesso i disabili, le persone anziane o quelle povere,
che sotto una corazza brutta, antipatica e disprezzata dal mondo possono nascondere
un cuore d’oro e un tesoro di valore. E a volte basta poco per farlo emergere,
un sorriso, una chiacchierata ogni tanto ed affiora una bellezza inaspettata,
rimaniamo tutti a bocca aperta per lo stupore e ci rendiamo conto dove si
trovava la vera bellezza.
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