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giovedì 16 aprile 2020


ROBINSON CRUSOE

A 19 anni, un giorno che mi sentivo solo, andai nella piccola cartolibreria del quartiere e comprai il romanzo “Robinson Crusoe”.

Un libretto molto famoso del 1719 ispirato ad una storia vera, uno dei primissimi romanzi moderni. Lo riassumo per i pochi che non lo sanno, narra le imprese di un naufrago capitato per sua sventura su un’isoletta deserta. Nudo e solo, a poco a poco Robinson si costruisce la capanna, trova del cibo, scopre il fuoco e impara a cucirsi da solo i vestiti.

Molto bello. Nelle intenzioni del britannico Defoe era un modo per dimostrare la grande intraprendenza del popolo inglese, che anche nelle condizioni più avverse ricrea un mondo con le sue regole civili. Per esempio decide di costruirsi un tavolo, perché “senza un tavolo non potevo fare nulla”. Ma il piccolo romanzo ha un cuore talmente grande che è andato presto oltre le intenzioni dell’autore.

Robinson è un simbolo. Se tutto ciò ricorda la trama di Cast Away con Tom Hanks e tanti altri non vi sbagliate. Robinson Crusoe è diventato l’esempio di chi è solo e lotta contro un mondo ostile, che lo vuole confinato su un’isoletta perduta in mezzo all’oceano ma lui non si dà per vinto e resiste. Il valore della cocciutaggine e del coraggio.
E tu pensa, tanti anni dopo mi sento ancora come a 19 anni, come lui. Dove è finita quella vecchia copia? Boh. Soltanto che in questi tempi di Coronavirus non posso nemmeno uscire da casa mia per comprarne un’altra! Fanculo, me lo ordino su Amazon, Robinson mi ha insegnato che esiste sempre una alternativa.



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