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sabato 18 aprile 2020

CHISSA’ COME SI DIVERTIVANO!

“Allora, com’è lavorare in smart working?”
“Io non vado matta per lo smart working. Forse se fatto per dire una volta alla settimana avrebbe anche i suoi lati positivi, ma cosi no.”
“Non è bello lavorare da casa? E’ più comodo, mi sembra a occhio. Non sei contenta così?”
“Io preferisco andare in ufficio. A parte per vedere i colleghi e altra gente, ma anche per staccare i due ambienti, lavoro e privato.”
“Per adesso va così, cara, ancora un mesetto. Dai, se va male due. Poi questa buriana della pandemia dovrebbe passare e si ricomincia ad andare in ufficio.”
“Ovvio che, in situazione di emergenza come questa, va benissimo. E anzi ben venga che si può lavorare. Ma così mi sembra di non staccare mai. E poi in ufficio avevo delle amiche che non vedo più.”
“Potete sempre vedervi via Skype.”
“Non è la stessa cosa, lo sai. Prendersi un caffè insieme davanti alla macchinetta ho scoperto che è impagabile. E poi vedo i bambini di mio fratello che fanno le lezioni via internet, che follia. Nella loro scuola manca la carta igienica, figurati se sono attrezzati con internet.”
“In effetti i bambini sono i più colpiti da questa emergenza. Come sempre. Sai cosa mi ricorda?”
“Non dirmi che avevano già previsto lo smart working!”
“Certo. Il primo è stato quel geniaccio di Isaac Asimov che nel 1951 aveva scritto un brevissimo racconto in cui due bambini del futuro scoprivano che una volta c’erano delle cose chiamate “classi” in cui si radunavano tanti bambini per imparare. E sai cosa diceva alla fine uno di quei due bimbi?”
“Cosa?”
“Chissà come si divertivano!”

https://it.wikipedia.org/wiki/Chiss%C3%A0_come_si_divertivano

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