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mercoledì 22 aprile 2020


COME DOVREBBE ESSERE

A volte nel dormiveglia mi metto a fantasticare, sono a letto immobile con gli occhi chiusi e sento che... mi sento bene. Oggi sarà bellissimo. Inizio a fantasticare a come mi alzerò rapidamente (che ci vuole), vestirmi non sarà un problema, oggi sento pure che batterò il record dei passi.
A volte mi ritrovo a sognare che suono addirittura ancora la chitarra come ai vecchi tempi, quando la mano destra funzionava bene. Quante canzoni cantate intorno ai falò.
Mi farò il caffè e dopo mi metterò al computer e lavorerò per ore, magari facendo giulivo quelle telefonate che ho in mente. Mi sposterò agilmente per casa, sì oggi mi sento bene.
Sento con gli occhi chiusi gli uccellini che fuori dalla finestra cantano cip cip, mi salutano, mi dicono buondì a modo loro. C’è una vita da vivere, Luca, persone da incontrare, da amare, posti che vuoi esplorare, sogni di ragazzo. E’ deciso, mi alzerò e farò tutte queste cose.

Sono ottimista. Apro gli occhi, cerco di scendere dal letto e...il mio corpo non obbedisce. Muovere le gambe è un tormento, le trascino, mi alzo tremolante in piedi, la mano destra mi cade inerte al fianco come al solito, fa così da anni.
Davanti alla realtà della malattia i miei sogni svaniscono, le mie fantasie si rivelano inconsistenti. Volevo portarti in un castello fatato, unicorni, arcobaleni e principesse. E invece sono qui che arranco in queste stanze chiuse come una prigione e non vedrò l’ora di andare a letto per sognare ancora di quando ero sano, per tornare a come ero 10, 20 anni fa.

Mi sono allora chiesto spesso: ma faccio bene ad indugiare a questi sogni? O mi faccio solo male vista la realtà che mi attenderà? Sono molto piacevoli, sogni, desideri, la realtà è così fredda. Finisco col crederci, ogni mattina è una doccia gelata.



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