COME DOVREBBE ESSERE
A volte
nel dormiveglia mi metto a fantasticare, sono a letto immobile con
gli occhi chiusi e sento che... mi sento bene. Oggi sarà bellissimo.
Inizio a fantasticare a come mi alzerò rapidamente (che ci vuole),
vestirmi non sarà un problema, oggi sento pure che batterò il
record dei passi.
A volte
mi ritrovo a sognare che suono addirittura ancora la chitarra come ai
vecchi tempi, quando la mano destra funzionava bene. Quante canzoni
cantate intorno ai falò.
Mi farò
il caffè e dopo mi metterò al computer e lavorerò per ore, magari
facendo giulivo quelle telefonate che ho in mente. Mi sposterò
agilmente per casa, sì oggi mi sento bene.
Sento
con gli occhi chiusi gli uccellini che fuori dalla finestra cantano
cip cip, mi salutano, mi dicono buondì a modo loro. C’è una vita
da vivere, Luca, persone da incontrare, da amare, posti che vuoi
esplorare, sogni di ragazzo. E’ deciso, mi alzerò e farò tutte
queste cose.
Sono
ottimista. Apro gli occhi, cerco di scendere dal letto e...il mio
corpo non obbedisce. Muovere le gambe è un tormento, le trascino, mi
alzo tremolante in piedi, la mano destra mi cade inerte al fianco
come al solito, fa così da anni.
Davanti
alla realtà della malattia i miei sogni svaniscono, le mie fantasie
si rivelano inconsistenti. Volevo portarti in un castello fatato,
unicorni, arcobaleni e principesse. E invece sono qui che arranco in
queste stanze chiuse come una prigione e non vedrò l’ora di andare
a letto per sognare ancora di quando ero sano, per tornare a come ero
10, 20 anni fa.
Mi sono
allora chiesto spesso: ma faccio bene ad indugiare a questi sogni? O
mi faccio solo male vista la realtà che mi attenderà? Sono molto
piacevoli, sogni, desideri, la realtà è così fredda. Finisco col
crederci, ogni mattina è una doccia gelata.
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