LUPI
“Da
ragazzo, entrando in un paesino di montagna, ho visto la carcassa
appesa di un grande lupo. I quattro arti erano messi a X e il muso in
basso a sgocciolare, occhi e bocca aperti.”
“Che
spettacolo truce. Perché l’avevano appeso lì?”
“Non
lo so, forse per far capire a tutti che i cacciatori l’avevano
ucciso. Mi han detto che era uno degli ultimi lupi selvatici. Io ero
poco più che bambino, ma ricordo molto bene lo sguardo di quel lupo
morto, era cattivo. Lo stesso ghigno che poi ho rivisto sulla faccia
di certi affaristi quando maneggiano i soldi.”
“Macabro.
Certi spettacoli andrebbero evitati ai bambini.”
“In
quei posti è così. Anche da noi una volta forse succedevano. Anzi,
senza forse. Che peccato che per esempio non esista un resoconto di
quando nel 1200 han cacciato via i lupi dal Mons Luparium, il “monte
dei lupi”, e sopra ci han costruito la chiesetta a Monluè di San
Lorenzo.”
“Deve
essere stata una lotta epica.”
“Veramente.
E all’epoca non avevano nemmeno le armi da fuoco. Tutto con
trappole e a mani nude. In qualche scontro gli esseri umani avranno
avuto sicuramente la peggio.”
“Ne
sono sempre più convinto, i nostri bisnonni erano degli eroi. Avevo
sentito dire che i lupi erano tra i predatori più pericolosi.”
“Sopra
di lui soltanto tigri ed esseri umani, ma di poco. E non credere alla
favoletta del lupo solitario, i lupi si muovono in branchi e con
sensi molto sviluppati. Dicono riesca a sentire il rumore di una
foglia che cade.”
“Addirittura.
Non si può prenderli di sorpresa allora.”
“No
e in più il lupo impara, mi diceva un cacciatore. Non c’è mai un
metodo sicuro per catturarlo. Una volta riesci ad ingannarlo...”
“Ma
una seconda volta no. Eppure da quel che mi dici son riusciti a
cacciarli da Monluè, tempi duri che forgiano uomini duri allora.”
“E
magari c’era pure dentro qualche frate!”
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