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venerdì 17 aprile 2020


LUPI

“Da ragazzo, entrando in un paesino di montagna, ho visto la carcassa appesa di un grande lupo. I quattro arti erano messi a X e il muso in basso a sgocciolare, occhi e bocca aperti.”
“Che spettacolo truce. Perché l’avevano appeso lì?”
“Non lo so, forse per far capire a tutti che i cacciatori l’avevano ucciso. Mi han detto che era uno degli ultimi lupi selvatici. Io ero poco più che bambino, ma ricordo molto bene lo sguardo di quel lupo morto, era cattivo. Lo stesso ghigno che poi ho rivisto sulla faccia di certi affaristi quando maneggiano i soldi.”
“Macabro. Certi spettacoli andrebbero evitati ai bambini.”
“In quei posti è così. Anche da noi una volta forse succedevano. Anzi, senza forse. Che peccato che per esempio non esista un resoconto di quando nel 1200 han cacciato via i lupi dal Mons Luparium, il “monte dei lupi”, e sopra ci han costruito la chiesetta a Monluè di San Lorenzo.”
“Deve essere stata una lotta epica.”
“Veramente. E all’epoca non avevano nemmeno le armi da fuoco. Tutto con trappole e a mani nude. In qualche scontro gli esseri umani avranno avuto sicuramente la peggio.”
“Ne sono sempre più convinto, i nostri bisnonni erano degli eroi. Avevo sentito dire che i lupi erano tra i predatori più pericolosi.”
“Sopra di lui soltanto tigri ed esseri umani, ma di poco. E non credere alla favoletta del lupo solitario, i lupi si muovono in branchi e con sensi molto sviluppati. Dicono riesca a sentire il rumore di una foglia che cade.”
“Addirittura. Non si può prenderli di sorpresa allora.”
“No e in più il lupo impara, mi diceva un cacciatore. Non c’è mai un metodo sicuro per catturarlo. Una volta riesci ad ingannarlo...”
“Ma una seconda volta no. Eppure da quel che mi dici son riusciti a cacciarli da Monluè, tempi duri che forgiano uomini duri allora.”
“E magari c’era pure dentro qualche frate!”



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