ANIMALI IN PIAZZA
Nella
piazza dove abito, ieri scorrazzava una famiglia di papere. Incuranti
dei divieti ministeriali, hanno tentato pure di entrare al Super,
dove le hanno vietato l’accesso essendo senza mascherina. Poco
male, sono trotterellate altrove.
Giravano
di qui e di là, evidentemente curiose. La pressione degli
umani, che le tenevano confinate in un laghetto qui vicino, non c’era
più e loro potevano andare ovunque. C’è tutto un mondo da
scoprire.
Non
è l’unico caso mi dicono: un cinghiale è stato visto grufolare
nelle strade di Ladispoli, delfini nuotano nel golfo di Trieste,
procioni a Firenze, daini nei parchi, pesci nelle acque di Venezia
finalmente trasparenti, lepri nei parchi di Milano. Le città si svuotano, gli umani stanno
chiusi in casa, le macchine parcheggiate ... e arrivano
loro.
Il
mondo è come dovrebbe essere, silenzioso. Perché è noto, l’essere
umano dove arriva fa rumore. Con il silenzio però gli animali si
avvicinano: capre nel Galles, cervi in Sry Lanka, scimmie nel Nepal,
uccelli in Spagna, ovunque gli animali passeggiano per le strade
deserte, nuotano vicino alle navi ferme, attraversano campi liberi.
Sembrano chiedersi tutti: “Beh, dove sono andati?”
Non
è nemmeno una sorpresa. Si sapeva già che la Natura si sarebbe
ripresa ciò che è suo, una volta che l’uomo avesse allentato la
presa. Ciò che mi ha stupito è stata la sua VELOCITA’: sono
bastate poche settimane e fa capolino, adesso timidamente poi gli
animali saranno sempre più arditi e questo mese di aprile 2020
bisognerà conviverci. Le cronache sono piene.
E
non so voi, ma io amo tutto questo. Come quando vedo dei binari
abbandonati e l’erba che ci spunta in mezzo, provo dentro una
sensazione di pace. Ma che ci danniamo a fare? Veramente pensiamo di
far progredire il mondo?
Madre
Natura è MOLTO più grande delle mie vanità. Quando la tensione
raggiunge l’apice e sembra non si possa più andare avanti, allora
mi dà un colpetto sulla spalla e, come in una canzone di Paolo
Conte, dice: “scansati ragazzo, ora continuo io”.
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