COME FANNO?
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giovedì 30 aprile 2020
Premetto che non sono nessuno, ma
in questi due mesi del 2020
ho notato
COSE
CHE MI HANNO STUPITO NELLA QUARANTENA
1.Circa
quattro miliardi di persone, più della metà della
popolazione mondiale, sta sperimentando qualche forma di isolamento e
distanziamento sociale per via del coronavirus. Non avrei mai creduto
possibile un accordo così globalmente vasto.
2.E'
incredibile poi come la gente viva con apatia e rassegnazione
questa crisi. Sto ovviamente parlando in generale, episodi di
irrequietezza e disobbedienza ci sono ma meno frequenti di quanto mi
aspettassi. Uno spettro forse si aggira per il mondo con la scusa del
virus, il fantasma della paura. Quasi come ai tempi della paura della bomba nucleare.
3.gli
anziani si sono dimostrati più riottosi e insofferenti dei
giovani alla Quarantena. Strano, avrei scommesso il contrario. Eppure
l’isolamento in teoria è più a loro che serve. E chi dovrebbe dar
l’esempio spesso si comporta in maniera sbruffona, non fatemi far
nomi che mi comprometto.
4.Lo
smart working è decollato. Finalmente, ci voleva una crisi
mondiale per dare la spinta. Con i suoi pro (lavoro di colletti
bianchi) e contro (non penso sia adatto per le scuole e i bimbi
piccoli).
5.gli
animali hanno riconquistato il territorio. Si sapeva già
sarebbe successo, quello che mi ha stupito è la velocità con cui è
accaduto. Sono bastate poche settimane di silenzio e già si vedono
cinghiali, canguri, delfini e altri tra macchinari fermi. Forse non
tutto è perduto.
6.scienziati
che litigano. Eh no cazzo, era il momento buono per far valere la
superiorità di un approccio scientifico e molti che fanno? Si
mettono a far le primedonne (e Papa Bergoglio con il suo dignitoso silenzio sta facendo un figurone). Che nervi.
COSE
CHE INVECE NON MI HANNO STUPITO
1.L’inquinamento
come prevedibile si è finalmente ridotto ai minimi termini, l’aria
è più pulita. Consumi e sprechi era inevitabile si riducessero, ma proprio di tanto. E in un mondo dove "consumare sempre di più" era quasi un obbligo è una svolta. Speriamo duri.
2.impreparazione
politica. Come volevasi dimostrare, i
governi sono stati colti assolutamente sprovvisti davanti a questa
emergenza sanitaria. Molti, come il nostro, nuotano evidentemente a
vista. L’improvvisazione regna. Vabbè non facciamo polemiche, è
andata così. Inutile dire “speriamo serva a qualcosa”, la Storia
non insegna niente.
3.C’è
gente che sta speculando alla grande e che cerca di farsi i
soldi anche in momenti di crisi. Bastardi, lo sapevo che eravate
nascosti ma c’eravate. Roba da impiccarli al primo albero.
4.causa
impreparazione stiamo entrando in un periodo di crisi economica
molto grave, anzi ci siamo già dentro. Il turismo per esempio, su
cui campano in tanti, si è quasi azzerato. Sarà un futuro d’inferno
e gli strati più deboli e indifesi sono quelli che ne risentiranno
di più. Nulla di nuovo sotto il sole ma è sempre amaro constatarlo.
5.la
Cina ha fatto una figuraccia davanti al mondo che metà
bastava (oddio, non è che gli Usa abbiano poi fatto meglio). Il
virus è democratico, velocissimo e se ne frega dei confini politici.
Tiè. Darà una calmata alle loro palesi volontà espansionistiche?
Mmmm
6.I
delitti si sono ridotti alla grande. Sfido, la criminalità
adesso ha poco gioco. E’ un mondo nuovo, più domestico e
familistico, meno insanguinato. Saprò adattarmi e riprendere quando
uscirò?
mercoledì 29 aprile 2020
QUATTRO MILIARDI
Circa quattro
miliardi di persone, più della metà della popolazione mondiale, sta
sperimentando qualche forma di isolamento e distanziamento sociale
per via del coronavirus.
E’ possibile che
nessuno di loro sappia la verità? Hanno accettato tutti di chiudersi
nelle loro case? Aspettiamo tutti la pioggia che lavi via la peste,
il sole che lo scioglie, il freddo che lo congela. Hanno così tutti
paura?
Uno spettro si
aggira per il mondo, il fantasma della paura. E’ lei che ci è già
entrata dentro con la scusa del virus, proviamo un timore primitivo
dentro. Il mondo in fondo è piccolissimo e ostile.
E' incredibile come il mondo viva con apatia e rassegnazione questa crisi, invece che incazzarsi.
E' incredibile come il mondo viva con apatia e rassegnazione questa crisi, invece che incazzarsi.
Nel futuro vedranno
tante case senza mobili, nude come le stanze di Pompei. Strade
abbandonate. Sembrava impossibile all’inizio dell’anno. I
trichechi e i pinguini hanno già preso possesso delle strade. Tanto
silenzio, i treni non vanno più.
Un mondo che ha
paura, questo sto vedendo.
Dicono gli esperti
che “questa estate risorgeremo…. forse”. E nel frattempo? Io
sto scrivendo molto, come un abate medioevale che interrompe il canto
gregoriano per scrivere una frase inutile.
Il mondo è
impazzito. Salvateci. Salvate almeno le nostre anime.
martedì 28 aprile 2020
OPPORCATROIA!
Martedì mia cugina, che abita vicino a me, va a farmi la spesona settimanale, ma stamane mi scrive: "purtroppo ci metterò più tempo, dovrò andare altrove. Stanotte il nostro supermercato sotto casa ha preso fuoco, devo cambiare.".
Opporcatroia! Il super? Confesso, è colpa mia. Sono tutte le maledizioni che gli ho scagliato perché questi speculatori avevano aumentato i prezzi.
IL CAMBIAMENTO INEVITABILE
Basta voltarsi un attimo e l’estate sta già arrivando. In teoria uno dovrebbe già pensare alle vacanze ma con questo virus balengo che circola chissà cosa succede.
Il pensiero consolatorio ritorna a quando ero giovane (no guarda, ancora più giovane) e mi ero appena affacciato alla vita. Desideroso di avventure come tutti, l’estate era un momento perfetto per partire e andare senza sapere bene cosa sarebbe successo. Ma chi se ne frega, l’importante è partire.
Come sono cambiato, a pensarci e non solo per la sclerosi multipla. Non mi ricordo più bene cosa cercavo, ma le foto superstiti indicano chiaramente DOVE: in tenda e nel mio fidato sacco a pelo.
Altri tempi. All’epoca si programmava poco, non come adesso. Che ci vuole? Una tenda e degli amici, il mondo è nostro. Eravamo matti? Sì. Adesso sono vecchio e ingrassato e pretendo le comodità, ma una volta non era così.
Altri tempi. All’epoca si programmava poco, non come adesso. Che ci vuole? Una tenda e degli amici, il mondo è nostro. Eravamo matti? Sì. Adesso sono vecchio e ingrassato e pretendo le comodità, ma una volta non era così.
Ricordo ancora la prima tenda comprata a 15 anni, io i fratelli Iezzi e Branzaglia andavamo a montarla al Parco Forlanini e a fare le prove con teli e picchetti. L’avventura ci spettava e ci aspettava.
Posta la foto della tua prima tenda!
domenica 26 aprile 2020
LA QUARANTENA TEMO CHE MI MANCHERA'
Sai cosa mi mancherà anzi già mi manca?
Adesso siamo tutti uguali, restiamo a casa, in quarantena, isolamento forzato etc. In tanti mi hanno detto "adesso ti capisco".
Dopo il 4 maggio però ritorneremo diversi e io vi vedrò uscire e allontanarvi. In casa resterò da solo come sempre.
venerdì 24 aprile 2020
ULTIM'ORA
La Protezione Civile è appena passata da casa mia per vedere se avevo bisogno di qualcosa. Non me l'aspettavo ma no grazie, gentilissimi. Sono disabile ma mi sono arrangiato e sono a posto.
Comunque stanno distribuendo del Tiramisu (giuro, è tutto vero) e me ne hanno lasciato una vaschetta.
Come sputtanare in 5 minuti giorni di dieta.
Comunque stanno distribuendo del Tiramisu (giuro, è tutto vero) e me ne hanno lasciato una vaschetta.
Come sputtanare in 5 minuti giorni di dieta.
giovedì 23 aprile 2020
PERCHE’ NON FACCIO TERAPIE CONTRO LA MIA SCLEROSI MULTIPLA?
Perché non ce ne
sono.
La mia forma di
sclerosi multipla è infatti la più resistente e bastarda (quando si
nasce fortunati…) e colpisce per fortuna solo il 10% dei malati: è
la Primaria Progressiva, detta SM-PP. Me l’hanno diagnosticata 25
anni fa in seguito ad un ginocchio che mi doleva. Ma tu guarda che
roba.
Io non ho mai avuto
“crisi” ma una “curva della sfiga”-come la chiamo io- che
piano piano mi ha portato a dove sono oggi: EDSS 7.5, in pratica una
robusta sedia a rotelle. Ah, preciso subito che questo è il MIO
caso, la malattia si chiama Multipla proprio perché ognuno è un
caso a sé, per questo di solito parlo poco di terapie.
Ma giustamente i
neodiagnosticati sono spaventati e vogliono sentire tutte le campane.
Ricordo ancora, non sono così rincoglionito, di quando il
neodiagnosticato ero io. Mi crollò il mondo addosso. Internet era
agli albori e conservavo ogni trafiletto di giornale.
Oggi come allora non
c’è una cura certa contro la SM. Certezze e speranze si rincorrono
senza mai incontrarsi.
Qualche “cura”
comunque l’ho provata anch’io, hai visto mai. Ecco i miei
tentativi.
INTERFERONE: per due
anni 2001- 2003 mi bucai una sera sì e una no sul pancino. Sospeso
per evidente inutilità. Era come iniettarmi acqua. Forse avevo, mi
spiegò un immunologo, sviluppato gli anticorpi all’interferone.
Uffa.
CORTISONE: il
cortisone si sa che spegne le infiammazioni al sistema nervoso,
ottimo per le crisi anche se l’effetto è solo momentaneo. Una
teoria però sosteneva che a basse dosi il cortisone funzionasse
anche con la sm progressiva, non solo in caso di crisi, spegneva
l’infiammazione di base. Purtroppo a me il cortisone scatenò un
“riflesso vagale”(tachicardia, rischio infarto, pressione sotto
le scarpe, mi pisciavo sempre addosso). Un Primario mi ordinò di
lasciar perdere, stavo rischiando grosso.
STAMINALI: ero
pronto nel 2005 a trasferirmi in Polonia per un trapianto d staminali
ma il loro governo bloccò tutto, troppo pericoloso. Le staminali
sono state una grande delusione per noi con la sm, io ci speravo
veramente.
ANGIOPLASTICA: che
trattava la CCSVI che si sospetta a sua volta causi la sm. Il metodo
Zamboni insomma, l’approccio “chirurgico” alla sm. Mi sottoposi
nel 2010 pagando di tasca mia (oggi si può fare in SSN) e la rifarei
di corsa. Alcuni sintomi infatti sparirono completamente: la
pronazione, il foggy brain, la nausea etc. Purtroppo non tutti ma i
sintomi spariti non sono più ricomparsi. Yeah.
OCRELIZUMAB e
compagnia bella: ogni anno salta fuori un nuovo farmaco dagli USA
costosissimo (vedi le coincidenze), che agisce sul complicato sistema
immunitario. L’ultimo è l’Ocrelizumab, l’anticorpo monoclonale
che si dice funzioni anche per la progressiva. Ma aldilà dei pesanti
effetti collaterali, non si capisce bene quali e quanti benefici
porta. Non me ne frega un k@z insomma se
come spiegano giulivi riduce il numero delle placche, si sa che non
c’è correlazione tra numero delle placche e disabilità. Inoltre
alcuni dati sono nascosti (il valore del placebo, come hanno misurato
il miglioramento etc) e io ho imparato a diffidare e per ora ad
aspettare.
FISIOTERAPIA: questa
è l’unica vera cura oggi che funziona. Ma non è gratis. Sudore,
lacrime e sangue. Sto effettuando da anni una sorta di “ginnastica
permanente”. Mai fatto così tanti sforzi in vita mia. Ma serve. Se voglio insomma vivere meglio le cose non sono automatiche, me le devo sudare. E se
oggi ho mantenuto un minimo grado di autonomia è solo grazie a lei.
Eccomi qui. Resto in
ascolto, “horig” come si dice in tedesco. Da 25 anni aspetto una
cura. In ogni caso, a parte la fisioterapia 4 volte la settimana,
oggi prendo solo farmaci sintomatici (per la pressione, per la
vescica, per l’insonnia, per le ossa) e mi oppongo ogni giorno.
Non sono un
guerriero, lo so fin troppo bene, non mi piace combattere. Ma a
quanto pare non ho altra scelta.
CORAGGIO!
“Ascoltami
Gennarino, tu che passi da me ogni settimana a farmi da badante...”
“Assistente,
prego.”
“Vabbuò
Gennarino, quel che l’è. Fammi un pacere, prendi quella roba che sta
lì in alto.”
“La bilancia?”
“Sì quella. L’ora
delle decisioni irrefutabili è arrivata e non bisogna esitare. Bisogna avere coraggio. Ora
o mai più!”
“In che senso?”
“Oggi...oggi mi
peso! E non voglio sentire storie, non tentare di dissuadermi.”
“Eh?”
“Ieri passando per
caso davanti allo specchio ho notato delle curvità che non mi sono
piaciute. Maledetta quarantena. Aiutami dai a salire sopra.”
“Attento
Luca...alza il piede...così...stai fermo. Fermo!”
“Mi sembra di
essere su una tavola da surf. Forza, dimmi quanto segna l’ago.”
“(Gennarino dice
un numero).”
“COOOOSA? Non è
possibile ci deve essere un errore. Ricontrolla! Fai presto, non
riuscirò a stare in piedi ancora tanto.”
“Nessun errore,
Luca (ripete il numero). Guarda, se non mi credi ti scatto la
foto...fatto.”
“Oddio, ma… ma
allora è vero! Aaaaargh! Sto ingrassando, sto diventando una botte!”
“Eh Luca, già ti
muovi poco, poi con questa storia del virus non si può nemmeno
uscire, è normale.”
“Scatta subito
l’operazione “Johnny Stecchino”. Su-bi-to!”
“Guarda Luca che
in Quarantena ci siamo tutti, torneranno i tempi migliori.”
“Devo rinunciare a
qualcosa. Iniziamo immediatamente: basta dolci, bibite, fuori pasto e
ciccibùm!”
“E quella
bottigliona di coca in frigo?”
“Portala via
Gennarino, dalla ai tuoi figli, insieme alle caramelle e ai biscotti
al cioccolato sparsi qua e là. Da ora in avanti qui si beve solo acqua col
limone. E ginnastica tre….anzi quattro volte la settimana. Devo
spendere più di quanto guadagno!”
“Che bel
paradosso. Gnente altro?”
“Quando mi ripeso
devo… voglio essere ritornato al mio peso forma. Voglio sembrare
uno di quei ballerini di danza classica che librano leggeri nell’aria con
la calzamaglia e il pacco! Voglio diventare come Rudolf Nureyev, il
tartaro volante!”
mercoledì 22 aprile 2020
COME DOVREBBE ESSERE
A volte
nel dormiveglia mi metto a fantasticare, sono a letto immobile con
gli occhi chiusi e sento che... mi sento bene. Oggi sarà bellissimo.
Inizio a fantasticare a come mi alzerò rapidamente (che ci vuole),
vestirmi non sarà un problema, oggi sento pure che batterò il
record dei passi.
A volte
mi ritrovo a sognare che suono addirittura ancora la chitarra come ai
vecchi tempi, quando la mano destra funzionava bene. Quante canzoni
cantate intorno ai falò.
Mi farò
il caffè e dopo mi metterò al computer e lavorerò per ore, magari
facendo giulivo quelle telefonate che ho in mente. Mi sposterò
agilmente per casa, sì oggi mi sento bene.
Sento
con gli occhi chiusi gli uccellini che fuori dalla finestra cantano
cip cip, mi salutano, mi dicono buondì a modo loro. C’è una vita
da vivere, Luca, persone da incontrare, da amare, posti che vuoi
esplorare, sogni di ragazzo. E’ deciso, mi alzerò e farò tutte
queste cose.
Sono
ottimista. Apro gli occhi, cerco di scendere dal letto e...il mio
corpo non obbedisce. Muovere le gambe è un tormento, le trascino, mi
alzo tremolante in piedi, la mano destra mi cade inerte al fianco
come al solito, fa così da anni.
Davanti
alla realtà della malattia i miei sogni svaniscono, le mie fantasie
si rivelano inconsistenti. Volevo portarti in un castello fatato,
unicorni, arcobaleni e principesse. E invece sono qui che arranco in
queste stanze chiuse come una prigione e non vedrò l’ora di andare
a letto per sognare ancora di quando ero sano, per tornare a come ero
10, 20 anni fa.
Mi sono
allora chiesto spesso: ma faccio bene ad indugiare a questi sogni? O
mi faccio solo male vista la realtà che mi attenderà? Sono molto
piacevoli, sogni, desideri, la realtà è così fredda. Finisco col
crederci, ogni mattina è una doccia gelata.
lunedì 20 aprile 2020
LA “MORTE SCHIFOSA”
Anni fa incontrai
sulle scale una mia vicina, a cui era appena morto dopo un lungo
ricovero il figlio scapestrato per Aids. Mi avvicinai per farle le
mie condoglianze e la signora si mise a singhiozzare, parlando del
terribile incidente di moto in cui aveva perso la vita il figlio. Lo
schianto era stato terribile e purtroppo non c’era stato niente da
fare.
Ricordo che ero
ammutolito e sconcertato ma vedendo la sua espressione serissima non
osai controbattere nulla e recitai la commedia sino alla fine.
Allora non era come
oggi, che con adeguate cure e accortezze un sieropositivo può
condurre una vita normale. Si parla della fine anni ‘80-inizio ‘90,
quando l’Aids era ancora il “cancer gay” o la “malattia dei
tossici”, inviata dal cielo per punire i peccatori.
Da molti era
equiparata alla “morte schifosa”, richiamava la peste medioevale,
la sifilide, la tisi nell’800, esserne afflitto era un castigo
divino per le tue malefatte. Era la “malattia come metafora” (bel
saggio della Sontag) che marchiava tutta la tua vita.
Ignoranza?
Superstizione? Stupidità? Sta di fatto che era più forte della
morte di un figlio e la mia vicina mi aveva inserito in un teatro
dell’assurdo.
Lo stesso teatrino
che noto oggi con i morti di Covid, trattati come appestati, malati
costretti a morire da soli e senza conforti (una vera cattiveria),
seppelliti anzi bruciati.
E’ ormai noto che
in Quartiere ci sono già state delle vittime del virus ma nessuno ne
parla o ne scrive. Le esequie vengono eseguite in fretta, magari con
qualche sussurro tra i partecipanti. Avere un parente morto per Covid
è una vergogna, una infamità, non ditelo in giro.
No, amico del
futuro, il Covid non è stato un castigo divino, esserne infettati
non è una condanna a morte per cui bisogna isolare e denigrare
persone innocenti. Siamo noialtri che siamo pieni di odio e di morte
e non vediamo l’ora di puntare il dito verso qualcuno.
E’ questo odio
ignorante la vera pandemia, che mi fa molta più paura.
domenica 19 aprile 2020
SOPRAVVISSUTO
Ho la sclerosi multipla, son debolino ma sono stato accorto schivando ìl coronavirus. Sono sopravvissuto due volte.
Io in più sono lumbardo (i lombardi sono i nuovi untori) e ho pure una certa età.
"Forza, c'è ancora qualche prova da fare? Quante prove dobbiamo fare? Dai, che oggi mi sento in forma!"
sabato 18 aprile 2020
CHISSA’ COME SI DIVERTIVANO!
“Allora, com’è lavorare in smart working?”
“Io non vado matta per lo smart working. Forse se fatto per dire una volta alla settimana avrebbe anche i suoi lati positivi, ma cosi no.”
“Non è bello lavorare da casa? E’ più comodo, mi sembra a occhio. Non sei contenta così?”
“Io preferisco andare in ufficio. A parte per vedere i colleghi e altra gente, ma anche per staccare i due ambienti, lavoro e privato.”
“Per adesso va così, cara, ancora un mesetto. Dai, se va male due. Poi questa buriana della pandemia dovrebbe passare e si ricomincia ad andare in ufficio.”
“Ovvio che, in situazione di emergenza come questa, va benissimo. E anzi ben venga che si può lavorare. Ma così mi sembra di non staccare mai. E poi in ufficio avevo delle amiche che non vedo più.”
“Potete sempre vedervi via Skype.”
“Non è la stessa cosa, lo sai. Prendersi un caffè insieme davanti alla macchinetta ho scoperto che è impagabile. E poi vedo i bambini di mio fratello che fanno le lezioni via internet, che follia. Nella loro scuola manca la carta igienica, figurati se sono attrezzati con internet.”
“In effetti i bambini sono i più colpiti da questa emergenza. Come sempre. Sai cosa mi ricorda?”
“Non dirmi che avevano già previsto lo smart working!”
“Certo. Il primo è stato quel geniaccio di Isaac Asimov che nel 1951 aveva scritto un brevissimo racconto in cui due bambini del futuro scoprivano che una volta c’erano delle cose chiamate “classi” in cui si radunavano tanti bambini per imparare. E sai cosa diceva alla fine uno di quei due bimbi?”
“Cosa?”
“Chissà come si divertivano!”
https://it.wikipedia.org/wiki/Chiss%C3%A0_come_si_divertivano
venerdì 17 aprile 2020
LUPI
“Da
ragazzo, entrando in un paesino di montagna, ho visto la carcassa
appesa di un grande lupo. I quattro arti erano messi a X e il muso in
basso a sgocciolare, occhi e bocca aperti.”
“Che
spettacolo truce. Perché l’avevano appeso lì?”
“Non
lo so, forse per far capire a tutti che i cacciatori l’avevano
ucciso. Mi han detto che era uno degli ultimi lupi selvatici. Io ero
poco più che bambino, ma ricordo molto bene lo sguardo di quel lupo
morto, era cattivo. Lo stesso ghigno che poi ho rivisto sulla faccia
di certi affaristi quando maneggiano i soldi.”
“Macabro.
Certi spettacoli andrebbero evitati ai bambini.”
“In
quei posti è così. Anche da noi una volta forse succedevano. Anzi,
senza forse. Che peccato che per esempio non esista un resoconto di
quando nel 1200 han cacciato via i lupi dal Mons Luparium, il “monte
dei lupi”, e sopra ci han costruito la chiesetta a Monluè di San
Lorenzo.”
“Deve
essere stata una lotta epica.”
“Veramente.
E all’epoca non avevano nemmeno le armi da fuoco. Tutto con
trappole e a mani nude. In qualche scontro gli esseri umani avranno
avuto sicuramente la peggio.”
“Ne
sono sempre più convinto, i nostri bisnonni erano degli eroi. Avevo
sentito dire che i lupi erano tra i predatori più pericolosi.”
“Sopra
di lui soltanto tigri ed esseri umani, ma di poco. E non credere alla
favoletta del lupo solitario, i lupi si muovono in branchi e con
sensi molto sviluppati. Dicono riesca a sentire il rumore di una
foglia che cade.”
“Addirittura.
Non si può prenderli di sorpresa allora.”
“No
e in più il lupo impara, mi diceva un cacciatore. Non c’è mai un
metodo sicuro per catturarlo. Una volta riesci ad ingannarlo...”
“Ma
una seconda volta no. Eppure da quel che mi dici son riusciti a
cacciarli da Monluè, tempi duri che forgiano uomini duri allora.”
“E
magari c’era pure dentro qualche frate!”
giovedì 16 aprile 2020
ROBINSON CRUSOE
A 19 anni, un giorno
che mi sentivo solo, andai nella piccola cartolibreria del quartiere
e comprai il romanzo “Robinson Crusoe”.
Un libretto molto
famoso del 1719 ispirato ad una storia vera, uno dei primissimi
romanzi moderni. Lo riassumo per i pochi che non lo sanno, narra le
imprese di un naufrago capitato per sua sventura su un’isoletta
deserta. Nudo e solo, a poco a poco Robinson si costruisce la
capanna, trova del cibo, scopre il fuoco e impara a cucirsi da solo i
vestiti.
Molto bello. Nelle
intenzioni del britannico Defoe era un modo per dimostrare la grande
intraprendenza del popolo inglese, che anche nelle condizioni più
avverse ricrea un mondo con le sue regole civili. Per esempio decide
di costruirsi un tavolo, perché “senza un tavolo non potevo fare
nulla”. Ma il piccolo romanzo ha un cuore talmente grande che è
andato presto oltre le intenzioni dell’autore.
Robinson è un
simbolo. Se tutto ciò ricorda la trama di Cast Away con Tom Hanks e
tanti altri non vi sbagliate. Robinson Crusoe è diventato l’esempio
di chi è solo e lotta contro un mondo ostile, che lo vuole confinato
su un’isoletta perduta in mezzo all’oceano ma lui non si dà per
vinto e resiste. Il valore della cocciutaggine e del coraggio.
E tu pensa, tanti
anni dopo mi sento ancora come a 19 anni, come lui. Dove è finita
quella vecchia copia? Boh. Soltanto che in questi tempi di
Coronavirus non posso nemmeno uscire da casa mia per comprarne
un’altra! Fanculo, me lo ordino su Amazon, Robinson mi ha insegnato
che esiste sempre una alternativa.
domenica 12 aprile 2020
E'
scritto chiaramente nei Vangeli, ma per qualche ragione molti lo
ignorano.
Domenica
Gesù entra trionfalmente a Gerusalemme (domenica delle Palme). Lo
precede una ottima fama di guaritore, l'aver compiuto dei miracoli e
anche prediche ispirate. Insomma tutto bene. Eppure venerdì, dopo
soli 5 giorni, è crocefisso dai romani. Perché?
Che
è successo in quei 5 giorni? Lunedì o martedì (le fonti
divergono), Gesù compie un atto scandaloso, sovversivo e dal
significato sia religioso che politico. Un episodio centrale nella
sua vita: la cacciata dei mercanti dal Tempio con frusta e parole.
Ironico e istruttivo: Gesù ha perdonato tutti nella sua vita, ma i
mercanti no.
Non
si è messo a predicare, a guarire, a diffondere le sue parabole tra
il popolo, come magari si aspettavano in tanti. Macché, ha preso la
frusta e ha iniziato a rovesciare banconi e dare botte a destra e a manca nel Tempio.
I romani subito alzano le orecchie: altro che innocuo predicatore, quello era un ribelle sovversivo che minava il centro commerciale ed economico della intera regione. E pure con un certo ascendente sul popolo.
Bisognava
intervenire. Gesù, che non è uno stupido, capisce che le cose si
mettono male e mercoledì c'è l'Ultima Cena. Giovedì con uno
stratagemma i Romani lo arrestano e dopo un processo farsa lo
condannano a morte (sono conquistatori, non vanno tanto per il
sottile) con la pena che infliggono ai ribelli dello stato, la
crocefissione, che viene eseguita subito venerdì mattina.
Una
pena di morte molto umiliante e dolorosa, che doveva fungere da
monito per tutti: se fate i ribelli questa sarà la vostra fine. Il
resto, come si suol dire, è storia e dopo 2000 anni la ricordiamo ancora.
COMBATTERE IL RUMORE
“Signori,
abbiamo un problema. “
“Si
riferisce al Quartiere Forlanini? Mi sembra progettato bene.”
“Al
suo interno sicuramente. Ci sono ampie strade, parchi giochi,
negozi...tutto quello che può servire ad avere una vita migliore. In
questo senso il lavoro alla base è ok. No, io mi riferisco a ciò
che la circonda come un anello.”
“La
Tangenziale Est?”
“Appunto.
Non ci prendiamo in giro, la Tangenziale di Milano ormai è come
un’autostrada. Anzi, E’ una autostrada, grazie alla sciagurata
decisione di usarla come collegamento tra l’autostrada del sole,
quella che porta a Roma, e l’autostrada Torino – Venezia.”
“Chissà
perché han deciso così.”
“Per
risparmiare. Così non costruivano nuove strade. Il risultato è
sotto gli occhi di tutti.”
“E
cioé?”
“Un
fiume di macchine che causa code, intasamenti, incidenti,
inquinamento e soprattutto, per ciò che riguarda il Quartiere
Forlanini adiacente, un grande nemico: il rumore. E secondo i nostri
calcoli è un problema destinato ad aumentare con gli anni.”
“Non
perdiamo la testa. Ci saranno certo delle soluzioni.”
“Ovviamente,
ma sono tutte o troppo costose, come allargare la strada o mettere
pannelli antirumore e muri frangisuono, o inutili, come i cartelli
per rallentare. L’unica soluzione realistica a nostro avviso è
piantare delle barriere antirumore vegetali.“
“Alberi?”
“Alberi,
si è visto che il rumore passando per le foglie si riduce anche di
10 decibel. Quelli migliori si è visto che sono alberi sempreverdi a
foglia larga, come i Pini o i Tassi comuni. Soluzione esteticamente
gradevole e, il che non guasta, molto rapida ed economica.”
“Approvato
allora! Che si piantino gli alberi!”
“Ehm,
c’è un problema...”
“Oh
Gesù, ancora?”
“Io
ve lo dico poi fate come volete. Ok per gli alberi, ma hanno un
inconveniente. Crescono. Crescono! Nel giro di 30-40 anni
diventeranno un problema mica da ridere. Allora due lire bisognerà
spenderle per alzare dei muri frangisuono.”
“No
problem. Ci penseranno i posteri al momento. Mica possiamo fare tutto
noi!”
venerdì 10 aprile 2020
IL GIORNO IN CUI E’ MORTO GESU’
Oggi è il Venerdì Santo, il giorno in cui è morto Gesù. Per i cattolici risorgerà domenica, il giorno di Pasqua, con grande festa e scampanìo. In ogni casa si festeggerà con uova per grandi e piccini.
Ho un ricordo netto del Venerdì Santo di quando ero bambino: la radio trasmetteva solo musica classica, le campane suonavano a morto, molti negozi avevano le serrande abbassate, durante il Venerdì Santo una intera nazione era in lutto.
Poi con gli anni queste manifestazioni si sono stemperate e ultimamente era diventato un giorno come tutti gli altri.
Paradossalmente, con la pandemia e il blocco delle attività, mi sembra di rivivere oggi quelle atmosfere: città silenziose, strade vuote, molto silenzio.
giovedì 9 aprile 2020
COME POSSIAMO DEFINIRE UN QUALCOSA
COME "ARTISTICO"?
Vecchia storia. Nei siti preistorici si inizia a sospettare una attività fantastica etc quando si notano graffiti, segni, incisioni etc completamente INUTILI, senza un significato pratico evidente.
Se poi questi segni inutili siano anche "belli" e quindi "artistici", è qualcosa che dipenderà da tanti fattori. Comunque produrre qualcosa di "inutile" si è visto che è il primo passo verso l'arte.
Se un bambino fa qualcosa di inutile (non ho detto dannoso o pericoloso o violento etc), "educarlo" richiederà nell'adulto molta attenzione.
Dio benedica chi nella preistoria un giorno ha fatto per la prima volta qualcosa di inutile.
mercoledì 8 aprile 2020
PAROLE SEMPRE VALIDE
(come è forte la tentazione in tempi difficili
di affidarsi a queste persone)
di affidarsi a queste persone)
Non posso fare nomi perché rischio la querela, ma in questo quartiere operano svariati santoni, guaritori, maghe che leggono il futuro, astrologi, medium etc. Credo che ognuno di noi ne conosca almeno un paio.
Da bambino con problemi di salute ricordo sono stato portato a visitarne qualcuno. Quando ci vedremo di persona vi racconterò particolari che adesso non posso.
Ma che in Quartiere, pur così giovane, operino dei maghi è indiscutibile.
Cosa penso di loro si può dedurre dalla immagine che traduco.
"Conoscono il futuro", ma non ci hanno avvertito del pericolo della pandemia.
"Hanno il dono della guarigione", ma ora non si vedono negli ospedali.
martedì 7 aprile 2020
SOLO PER RAFFINATISSIMI
Era una delle ultime copie disponibili su Amazon e mi è arrivata solo oggi, sette grandi storie di Carl Barks, il più grande disegnatore che la Disney abbia mai avuto e che ha dato grandezza ad un personaggio all'inizio secondario.
"Vita e dollari di Paperon de Paperoni con introduzione di Dino Buzzati" (1968) è uno di quei libri che mi porterò sull'isola deserta della quarantena.
sabato 4 aprile 2020
ANIMALI IN PIAZZA
Nella
piazza dove abito, ieri scorrazzava una famiglia di papere. Incuranti
dei divieti ministeriali, hanno tentato pure di entrare al Super,
dove le hanno vietato l’accesso essendo senza mascherina. Poco
male, sono trotterellate altrove.
Giravano
di qui e di là, evidentemente curiose. La pressione degli
umani, che le tenevano confinate in un laghetto qui vicino, non c’era
più e loro potevano andare ovunque. C’è tutto un mondo da
scoprire.
Non
è l’unico caso mi dicono: un cinghiale è stato visto grufolare
nelle strade di Ladispoli, delfini nuotano nel golfo di Trieste,
procioni a Firenze, daini nei parchi, pesci nelle acque di Venezia
finalmente trasparenti, lepri nei parchi di Milano. Le città si svuotano, gli umani stanno
chiusi in casa, le macchine parcheggiate ... e arrivano
loro.
Il
mondo è come dovrebbe essere, silenzioso. Perché è noto, l’essere
umano dove arriva fa rumore. Con il silenzio però gli animali si
avvicinano: capre nel Galles, cervi in Sry Lanka, scimmie nel Nepal,
uccelli in Spagna, ovunque gli animali passeggiano per le strade
deserte, nuotano vicino alle navi ferme, attraversano campi liberi.
Sembrano chiedersi tutti: “Beh, dove sono andati?”
Non
è nemmeno una sorpresa. Si sapeva già che la Natura si sarebbe
ripresa ciò che è suo, una volta che l’uomo avesse allentato la
presa. Ciò che mi ha stupito è stata la sua VELOCITA’: sono
bastate poche settimane e fa capolino, adesso timidamente poi gli
animali saranno sempre più arditi e questo mese di aprile 2020
bisognerà conviverci. Le cronache sono piene.
E
non so voi, ma io amo tutto questo. Come quando vedo dei binari
abbandonati e l’erba che ci spunta in mezzo, provo dentro una
sensazione di pace. Ma che ci danniamo a fare? Veramente pensiamo di
far progredire il mondo?
Madre
Natura è MOLTO più grande delle mie vanità. Quando la tensione
raggiunge l’apice e sembra non si possa più andare avanti, allora
mi dà un colpetto sulla spalla e, come in una canzone di Paolo
Conte, dice: “scansati ragazzo, ora continuo io”.
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