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mercoledì 22 agosto 2018

CONDIVIDENDO LA CAMERA
Ricoverato per una bronchite (presa in giugno da solo in casa, sono bravo eh?) al Niguarda di Milano, il vostro affezionatissimo é stato messo in camera con un vecchietto in dirittura d'arrivo, come si suol dire.
I primi giorni, legato come un salame e imbottito di penicillina, eparina e robe varie ("lei ha aspettato troppo a farsi ricoverare, ha rischiato!") non capivo nemmeno dov'ero.
Poi a poco a poco sono riemerso e stando meglio mi sono accorto della presenza di Nicola, 91 anni, che divideva la stanza con me.
Un mese fa é stato investito da una Smart e purtroppo non ne avrà per molto, troppe complicazioni.
Dorme tutto il giorno, di solito gorgoglia ma quando é sveglio e di buon umore invita le infermiere a Parigi (rarissimo, di solito é in stato quasi comatoso).
Ogni tanto però la notte sbotta.
"LEONARDO!!"
"Eh chi é? Ma che kz...son le tre di notte."
"LEONARDO DOVE SEI?"
"Ah é Nicola..."
"LEONARDO É TUTTO BUIO QUI!"
"Nicola sono qui, sto dormendo qui accanto, dormi anche tu."
"LEONARDO STAI DORMENDO?"
"SÍ. Speriamo che dorma adesso."
"LEONARDO!! LEONARDO!!"
"Nicola, vaffanculo, lasciami dormire."
"LEONARDO, MI SENTO SOLO."
"Non ti preoccupare Nicola, ci sono io.."
"VA BENE SE CI SEI ALLORA DORMO."
Questo dialogo si ripete due tre volte ogni notte. Nicola é troppo conciato per prendere un sedativo ma confusamente ha paura e qualcosa bisogna pur dirgli.

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