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venerdì 31 agosto 2018


LEGGI DI MURPHY NELLA SCLEROSI MULTIPLA

1.Se cade o vuoi qualcosa, ti accorgi con terrore che l’oggetto in questione è sempre a 10 centimetri fuori dalla tua portata e anche se ti allunghi come un disperato non riesci a raggiungerlo.

2.nei casi peggiori (il 90%) non c’è nessuno nelle vicinanze e nel restante 10% l’oggetto è scomparso, emigrando in una dimensione parallela e dissolvendosi.

3.dato che sei una capatosta rifiuti di arrenderti o pensare che tanto l’uva era acerba e dimenandoti come un serpente boa, con sforzi aldilà dell’umano, riesci a toccarlo con le dita.

4.chi non c’era rientra, vede la scena e se ne esce con frasi del tipo “come sei pigro” oppure “ma bravo che fai esercizio”. Così oltre alla stanchezza e alla frustrazione ti sale dentro pure un impulso omicida.

5.con un urlo interiore afferri l’oggetto e te lo porti finalmente al petto con un sospirone, inviando un mentale “tiè!” a Murphy, boa, omicidi e compagnia bella. Chiudi gli occhi e ti godi il momento, ma lo sai: vorrai sempre qualcosa lontano da te.


martedì 28 agosto 2018


IMPARARE

Io ho avuto tante donne, ma ne ho amata una sola.”
Scusa Giggetto, cosa hai detto?”
Lo ripeteva oggi un mio compagno all’asilo.”
Ah mi pareva, tu hai solo cinque anni!”
Papà, ma cosa vuol dire?”
Mmmm vediamo come si può spiegare… che uno in vita sua può baciare tante fidanzate...”
Le femmine?”
Sì, però il bacio che dà a una si rivelerà proprio speciale, una esperienza unica, diventa un bacio d’amore.”
Si dà sulla guancia?”
No, sulla bocca.”
Che schifo!”
Cambierai idea, vedrai.”
E cosa vuol dire “mi sono fatto una donna”?”
Quello è più delicato, te lo spiego quando diventi grande.”
Cioé, quando? Quando?”
Uhm quando compi 12...13 anni. Sei d’accordo?”
No, ti do un pugno!”
A me?”
Sì, lo dice sempre Robertino.”
Mi raccomando, se succede tu difenditi e restituiscilo.”
Faccio la lotta? La maestra ci mette in punizione! Ci sono già andato una volta… tre….”
Poi a casa ti faccio vedere. Eh, non c’è niente da fare, è la vita. Anche questo si impara all’asilo. Ma la maestra oggi poi ha spiegato qualcosa?”
Ci ha chiesto cosa vogliamo fare da grandi e io gli ho detto quello che ripeti sempre tu, il ninja!
Veramente io pensavo all’ingegnere...”
Sì il ninja! Yak zac zac!”
Ricordami che devo parlare con la maestra. Chissà cosa succederà veramente. E cos’altro hai imparato?”
Papà, lo sai cosa fa un pomodoro la mattina?”
No, dimmi”




venerdì 24 agosto 2018


STREPITOSA SCOPERTA: LA SCLEROSI MULTIPLA SVILUPPA L'INTELLIGENZA

In un laboratorio di Phoenix (Usa) si è trovata la prova sperimentale che una malattia del sistema nervoso chiamata Sclerosi Multipla, di cui sinora erano noti pesanti deficit, contribuisce ad aumentare invece l'intelligenza.
La riprova di questa scoperta, che se confermata ribalterebbe molte concezioni sinora in voga, è stata scovata in un laboratorio di criceti dell'Arizona, in cui si stavano compiendo complessi esperimenti.

I criceti? Quei topini insignificanti? Ebbene sì. Ma lasciamo che sia il direttore stesso a raccontarcelo in questa intervista esclusiva:

DOMANDA: Dottore, è vero che nel suo laboratorio è stato scoperto un modo per incrementare l'intelligenza?
RISPOSTA: (sorridendo) Forse. E' ancora presto per dirlo, ci vogliono conferme, ma siamo fiduciosi assai che si possa aumentare l'intelligenza.
DOMANDA: Dottore, ma come ci siete arrivati?
RISPOSTA: come spesso avviene nella scienza, il tutto è nato per caso. Ci siamo accorti che una cavia usciva da labirinti anche complicatissimi in un tempo molto rapido. Pensavamo di avere trovato un super-topo all'inizio, senonché ci siamo accorti che in realtà la cavia aveva una particolarità molto evidente.
DOMANDA: quale, Dottore, non ci tenga sulle spine, quale?
RISPOSTA: in realtà la cavia, che noi chiamiamo Algernoon, non doveva essere riservata ai labirinti. Aveva già ricevuto un trattamento speciale, le era stata iniettata una malattia demielinizzante del sistema nervoso molto grave, per cui era sotto osservazione in uno scompartimento speciale. Però la mia assistente per errore lo ha messo nel labirinto insieme agli altri e mentre tutti si scontravano per cercare l'uscita, quello con calma ha annusato l'aria e poi percorso la via più breve verso l’uscita.
DOMANDA: Buffo!
RISPOSTA: e il bello è che quando Algernoon è stato messo insieme agli altri, lui non voleva abbandonare il suo lettino, ma appena nel labirinto ha trovato subito l'uscita. Che bravo! Con una rapidissima valutazione della situazione circostante ha individuato, grazie al suo meraviglioso istinto, l'azione meno faticosa tra quelle esaminate. Abbiamo ripetuto l'esperimento con prove sempre più complicate e lui le ha risolte tutte, pur di tornare nella sua gabbietta con poca fatica a dormire.
DOMANDA: ma cosa ha di tanto speciale questo Algernoon?
RISPOSTA: ce lo siamo chiesto anche noi. Vede...(il Direttore unisce la punta delle dita) mentre le altre cavie utilizzano il sistema "prova ed errore", Algernoon sembra prima riflettere sulla via più corta, valuta con uno sguardo la situazione, si costruisce uno schema mentale e poi con calma si mette in viaggio.
DOMANDA: cerca la via più breve! Per fare meno fatica possibile! incredibile, un criceto pensatore!
RISPOSTA: secondo noi le aumentate potenzialità sono da collegare alla sua malattia, che debilita l'organismo. Prima infatti Algernoon era come gli altri, ma dopo la malattia è cambiato e cerca la via più breve.
DOMANDA: la necessità sviluppa l'ingegno quindi. E l'essere umano cosa c'entra?
RISPOSTA: essendo la demelinizzazione nei topi una malattia molto simile alla sclerosi multipla dell'essere umano, le osservazioni secondo noi sono applicabili. Ci sentiamo già di affermare che la sm aumenta l'ingegno nei suoi portatori. Se volete diventare più intelligenti, basta ammalarsi di sm insomma.
DOMANDA: E non ci sono effetti collaterali?
RISPOSTA: in apparenza no, però... mmmh.... in realtà ce n'è uno, ma piccolino. Non riusciamo a motivare bene Algernoon. Alle altre cavie basta un pezzettino di formaggio, ma lui trascura il formaggio e appena uscito ritorna nella sua gabbietta.
DOMANDA: avete provato col sesso?
RISPOSTA: ehmmm, sì, ma... abbiamo messo una bella cricetina all'uscita ma lui l'ha snobbata, voleva solo il suo lettino.
DOMANDA: che sia un criceto gaio?
RISPOSTA: Prima della malattia Algernoon era normalissimo! Prima però.
DOMANDA: posso vedere questo fenomeno della natura?
RISPOSTA: della contronatura semmai. Venga venga. Eccolo lì.

Ammetto che il primo impatto con il super criceto è deludente. Non si muove e dorme pacifico. Però quando il Direttore l'ha svegliato nella sua gabbietta, ha iniziato a squittire arrabbiatissimo. Non me ne intendo di "cricetese", ma giurerei che mi ha detto delle parolacce. Nella sua linguetta ovviamente.
Ecco un altro mistero che affidiamo alla comprensione del lettore. Nel frattempo comunque auguro a tutti di passare un felice periodo di fine estate.

mercoledì 22 agosto 2018



TORNATO A CASA
A chi interessa. Di solito non uso il blog come diario ma oggi ne approfitto per un annuncio circolare.
Sono tornato.
Dopo due mesi di ospedale per curare una brutta polmonite che mi ha distrutto, ieri sono rientrato nella mia casina.

Sono cambiate le pubblicità nelle strade e molte cose sembravano diverse.
Ma dormire nel proprio letto... Non ha prezzo.
Non ho ancora recuperato la mia autonomia precedente (mi muovevo con la stampella, ora sono in sar) e riesco a fare qualche passo solo se sostenuto, ma sapete che sono cocciuto  . "Fin troppo, non esagerare", si raccomandava Pinuccia, la santa fisioterapista. Ci sto lavorando.

La guerra non é finita, ho solo cambiato campo di battaglia. Stringi i denti, Geronimo.
Vabbè la pianto qui, voi sapete di cosa parlo.
Ultima: grazie veramente, ma veramente, a chi mi é stato vicino anche solo col cuore.
Ho bisogno della vostra forza.
ELEGANTEMENTE
"Quando ero giovane e bella, caro il mio Luca, con il mio corpo facevo quello che volevo, non credere."
"In che senso, Anna?"
"Adesso mi vedi così, con la stampella, ma da ragazza era molto molto diverso: mangiavo quanto volevo, dormivo quando volevo e il giorno dopo non c'erano problemi, lavoravo senza mai fermarmi, bevevo e poi facevo pipì quando volevo... e ti dirò di più."
"Sono tutto orecchi."
"Facevo l'amore come e quanto volevo, ero una bella donna e...vabbè ma che te lo dico a fare..."
"Ti sei divertita insomma."
"Certo, Luchino mio bello, e meno male. Adesso la notte ho dei ricordi che mi scaldano."
"Sei una biondassa, come dicono a Milano."
"Eh una volta! E poi si invecchia, ma lo sapevo. Il corpo reclama i suoi diritti e certi record restano... insuperati."
"Ma non dimenticati, mi auguro."
"E poi un giorno questo piede del menga inizia a cascarmi, mi fa inciampare, mi mandano dal neurologo che mi dà la mazzata: sclerosi multipla. Bang! Ma è sempre così?"
"Mia cara Anna, la sclerosi multipla è come la sfiga, non ha regole precise."
"Il neurologo alla fine mi ha dato in mano un libretto e mi ha mandato a casa."
"Ah sì, il libretto informativo. L'hai letto?"
"Sul treno mi sono fatta coraggio e ho iniziato a leggerlo. Madonna mia che brutte cose che c'erano scritte."
"Immagino Anna, immagino. E tu?"
"L'ho buttato elegantemente fuori dal finestrino. Un giorno succederà, pensavo mentre sbatacchiava nel vento, ma non oggi. Non oggi."
SEI VECCHIO!
In queste pigre giornate estive, tanto per passare il tempo, mi sono divertito con un giochino. Mo' vi spiego
Tantissime volte nella mia vita ho sentito borbottare di "valori" o "ideali" che i giovani scriteriati non seguono più, e una volta era meglio, e dove andremo a finire etc.
Ma ESATTAMENTE, mi sono chiesto oggidì, quali sarebbero questi vecchi valori, di cosa sta lamentandosi questa gente? Che cosa pare sparito in questi tempi moderni?
È vero, certi discorsi i vecchi li han sempre fatti, ma forse qualcosa oggi è davvero cambiato.
Ponza che ti riponza ho scovato qualità personali molto in ribasso o decisamente in difficoltà. Sicuramente ne saprete altre ma eccole:
CAVALLERIA: dote molto antiquata, è tutto quell'insieme di gesti gentili che un uomo compie verso una donna. Intendiamoci non per corteggiarla, qui ci sarebbe un fine, ma proprio in automatico chiunque essa sia (esempi: aprire la porta, dare la precedenza, salutare, cedere il posto, una frase gentile, aiutare a mettere il soprabito etc). Se un uomo oggi si comporta cosi talvolta viene visto con diffidenza (cosa vuole questo qui?) ed è perdonato solo se ha una certa età.
PARSIMONIA: sono tempi di cicale e acquisti veloci e avidi, chi preferisce invece risparmiare è "tirchio" e si farà fregare dell'inflazione. Il rapporto con il denaro insomma é cambiato da una volta. Lavorare per risparmiare in tempi di consumismo sembra da fessi.
PRUDENZA: altra qualità che oggi non se la passa tanto bene e non faccio nemmeno esempi. Si elogiano eroismo e spregiudicatezza, chi é prudente è lento o non ha le "palle", la vittoria arride a chi rischia, solo chi osa vince etc.
CORRETTEZZA: in tempi di aggressività, spregiudicatezza, avidità, velocità, spesso violenza, in cui ciò che conta ė il risultato, cosa volete che contino la correttezza, la lealtà, l'onestà? Antico vizio mediterraneo del resto quello di elogiare i "furbi" (pensiamo solo al perfido Ulisse), e di denigrare le persone leali come tonte e poco intelligenti. Già.
TEMPERANZA: se si resiste alle tentazioni, l'essenza della temperanza, prima o poi salta su qualcuno a chiedere "perché?" e alla fine si cede. Un eccesso di temperanza rende la vita fredda ma la mancanza di essa rischia di renderla caotica e senza altro fine che quello del piacere immediato. Comportamento oggigiorno molto diffuso.
PATRIOTTISMO: i vecchi soldati e partigiani, pronti a morire per l'Italia (e qualche ragazzo è morto), soffrono a vedere questo ideale denigrato o peggio strumentalizzato per fini politici. Certo qualcuno in passato se ne è approfittato e siamo tutti cittadini del mondo e non ci sono esempi belli perciò... essere fieri di essere italiani fa ridere.
UMILTÀ: oggidì siamo tutti importanti e se qualcuno è superiore a noi lo mandiamo interiormente a fanculo. Chi vuole imparare è perché sotto sotto vuole farti le scarpe. È considerato più moderno un atteggiamento poco umile, quasi sfrontato, a volte senza rispetto e sul filo dell'arroganza, chi è umile invece soffre di depressione (magari è vero). Maestri e professori sanno bene di cosa sto parlando.
Allora, vi siete adeguati ai tempi moderni o no? E non facciamo gli snob che ripetono "ah no, io sono orgoglioso di essere della vecchia scuola" e non si sforzano nemmeno.
Dai, rapidi che il mondo sta cambiando.
DOPPIO CIECO
"Ho il grande piacere di dirle che lei é stato selezionato, tra tutti i nostri pazienti con la sclerosi multipla, per partecipare alla sperimentazione di un nuovissimo farmaco! Forse stavolta ci siamo davvero!"
"Io?"
"Sí! Per le sue caratteristiche lei ė il paziente ideale per una nuova molecola terapeutica che arriva dagli Stati Uniti e di cui si dicono miracoli."
"Veramente? Fusse che fusse la volta buona. Cosa devo fare?"
"Molto semplice. Le verrà somministrato, con una rigorosa procedura scientifica e in doppio cieco, il farmaco che..."
"Doppio cieco?"
"È la denominazione comune della sperimentazione."
"Doppio cieco? Non mi darete mica acqua!"
"Ma no, a volte può capitare una soluzione che può avere una efficacia terapeutica minore ma comunque attiva. L'ho detto, fa parte della nostra seria procedura scientifica."
"Ah sì, acqua zuccherata per quantificare il placebo."
"Scusi?"
"Ma.....mi perdoni Dottoressa, mi sembra facciate parte della categoria Beh, noi ai pazienti lo diciamo, se poi non capiscono niente non è colpa nostra."
"Scusi?"
"Non si preoccupi, la rìngrazio dell'offerta e resto comunque disponbile. Quando si comincia?"
Che strano, non mi hanno più richiamato.
LE REGOLE
Per circa una settimana al mese, le donne sono ko: mentre ti stanno parlando chiudono gli occhi, vanno spesso in bagno, si stringono la pancia, si lamentano, qualcuna resta proprio a casa.
Hanno le loro "cose", termine misterioso che nascondeva da ragazzo un segretissimo "roba da donne".
Un tabù, che si sa ma non si dice. E ancora alla mia età non mi sono chiarissimi tutti i meccanismi e le implicazioni che ci stanno sotto, fa ridere ma per me è così.
Non sono l'unico, mi consolo: le mestruazioni ho la netta sensazione siano un argomento sottovalutato in psicologia o psicanalisi. Se ne parla poco assai. La vergogna, che sembrava uscita dalla porta, è rientrata dalla finestra.
Mi chiedo, e non so rispondere, per esempio cosa prova una bambina a cui vengono la prima volta. Quando investigavo scoprivo che quasi sempre era stato un evento traumatico.
La forbice tra mondo femminile e maschile in quel momento è diventata senza ritorno.
Sarebbero tante le cose da dire, il tema é sconfinato.
Ma dico solo questo: oggi sono ricoverato in ospedale, in un momento di grande debolezza, e mi sono accorto di quante donne intorno a me stringono i denti e vanno avanti.
Soffrire, ma andare avanti.


LA METAMORFOSI
Gregorio Tartaro, destandosi un mattino da sogni agitati, si trovò trasformato nel suo letto d'ospedale in un enorme purè di patate.
Possibile? Ebbene sī, per quanto pazzesco potesse sembrare era diventato un purè, di colore giallino indefinito.
E lui sapeva anche il perché. Gregorio si trovava in ospedale da un mese e, tra le tante pazzie sanitarie, gli avevano prescritto la dieta "morbida". Risultato: come contorno per lui c'era sempre e solo purè. E in un purè alla fine si era trasformato.
Siamo quello che mangiamo. Cibo d'ospedale. Bleah. Gregorio comunque non si perse d'animo, vediamo che si può fare.
Riposava sulla schiena, molle come un budino, e sollevando un poco il capo scorse il ventre montagnoso e tremolante.
Che cosa mi è capitato? pensò. Non era un sogno. La sua camera di ospedale, una stanzetta di giuste proporzioni, soltanto po’ piccola. 
Gregorio sapeva che non era il primo. Qualcuno si era destato trasformato in uno scarafaggio, Gesù Cristo si era risvegliato in un essere umano, un amico si era svegliato innamorato, a lui era toccato scoprirsi purè.
E adesso? Non riusciva nemmeno a parlare, al massimo bolle d'aria arrivavano ed esplodevano alla superficie. Sentiva che il suo corpo semisolido si stava allargando sulla superficie del letto, fuori dal suo controllo, strabordava.
Gregorio ora aveva un problema serio: come scendere dal letto? Lui che da giovane voleva essere un'ascia che spaccava il mare gelato adesso non riusciva nemmeno... ah! Avrebbero retto le sue tremolanti zampine di patate?
Lo sguardo di Gregorio si rivolse allora verso il muro: il crocefisso e il ritratto di don Gnocchi lo osservavano benevoli. Chiese aiuto.
Che accadrebbe se io dormissi ancora un poco e dimenticassi ogni pazzia? Purtroppo ciò era praticamente impossibile, perché Gregorio era abituato a dormire sulla destra, ma non poteva, nelle attuali condizioni, mettersi in quella posizione.
Per quanto si gettasse con tutta la sua forza da quella parte, tornava sempre tremolando sul dorso: provò per cento volte, chiuse gli occhi e rinunciò solo quando cominciò a sentire un dolore sottile e sordo, ancora non mai provato.
Gregorio a questo punto, conscio della tremenda situazione, si impose un ardito obiettivo. Alzò un farinoso tentacolo verso il cielo e promise a se stesso: No, non sarò sempre purè.
Voglio diventare più tonico, più solido. Lavorerò, mi impegnerò, farò fisioterapia ogni giorno.
Diventerò più compatto, diventerò almeno... almeno... una patata lessa e con la buccia!


QUALCOSA A CUI NON CREDEVO
Magari ho immaginato tutto, però è da un mese che ci penso.
Incerto se raccontarlo o meno, per motivi che capirete, ieri ho deciso di metterlo nero su bianco, ė stato troppo intenso.
Premessa: come molti di voi sapranno, un mese fa sono stato ricoverato per una polmonite fulminante e mi aspetta minimo un altro mese qui dentro. Non mi bastava la sclerosi multipla, pure la polmonite mi son beccato.
L'avevo presa sottogamba da cretino trattandola con la tachipirina, come una banale influenza, ed in pochi giorni mi aveva devastato. Sono stato preso, mi ha rimproverato poi un medico, appena in tempo.
Ho dei ricordi molto confusi (e te credo) di quando mi han portato al Pronto Soccorso, ero quasi in delirio.
Ma di quei momenti mi é rimasta dentro una emozione mai provata. Provo anche un po' di imbarazzo a descriverla.
Mentre i medici si affollavano intorno a me ho avuto come la sensazione di chiudere un libro, il libro di tutta la mia vita.
Amori, lavoro, famiglia, progetti, esperienze, speranze...Tutto finito. A che serviva pensare al passato o avere rimpianti? Ormai era passato, non aveva alcun senso pensarci.
E intanto provavo dentro una serenità mai provata. Grande, pulita, stavo..
bene.
Non trovo le parole. Così intensa non l'avevo mai sentita. Forse è questo quello che provano i santi.
Poi l'antibiotico mi ha risucchiato indietro e ho riaperto gli occhi. Ero in un ospedale.
Ma il pensiero di quella grande serenità è indimenticabile. Il futuro adesso non mi fa più paura.
"Una esperienza di premorte."
"Un po' di serotonina."
"Si è inventato tutto."
"Sono baggianate."
Sì, si può vederla anche così.
I RALLENTATI
I rallentati che fanno lentamente 
Le cose più banali 
I gesti più normali
In un mondo senza pause

I rallentati, bicchieri di cristallo
Son destinati al suolo
Ma dopo si rialzano 
Nemmeno il pavimento pare fermarli

I rallentati ti sembrano ubriachi
Li guardi con sospetto
Poi ti accorgi del bastone 
E intuisci son malati

C'era un tempo in cui ero diverso da loro
E, ammetto, non li avevo in simpatia
Ma ora faccio parte della schiera
E ho visto cose che prima sembravano follia

Che il mondo è silenzioso
Che il mondo appartiene a tutti
Che nessuno, nessuno vuole rinunciare a vivere
Che veloci o lenti tutti cerchiamo la felicità

E ora sai perché non hanno rinunciato a vivere
Rispettateli voi che andate veloci
Rallentati, un soffio e son volati
Rallentati, colombe immaginarie
UN ERRORE?
Demonizzando Salvini forse si sta compiendo lo stesso errore che si é fatto in passato con Berlusconi.
Si dà importanza ad un personaggio il cui spessore politico è ancora tutto da dimostrare.
Mi rendo conto che la tentazione è forte, ma davanti a certe sue dichiarazioni sarebbe meglio ignorare e non rispondere (fosse facile, ė molto bravo a provocare).
Il silenzio infatti ė ciò che fa più paura a certa gente, che nella polemica invece ci sguazza. A rispondere si fa il loro gioco, spero ve ne rendiate conto.
Il rischio vero, continuando in queste scaramucce, ė quello di immaginarlo come il "nemico", l'antagonista, come con il Berlusca. Lui non aspetta altro per raccattare un sacco di voti.
Il bisogno, profondo ma a volte infantile, di avere un nemico.
IL CORAGGIO DI RIPROPORLA
La copertina di Famiglia Cristiana è vera ma risale al 1997.
Da (almeno) vent'anni c'era piena consapevolezza del problema ma a quanto pare, viste le orribili notizie di cronaca degli ultimi giorni, è stato fatto ben poco.
I preti cattolici intanto continuano ad avere nel mondo una bruttissima fama. Esiste un problema morale molto serio e risaputo che non si può più nascondere sotto il tappeto.
Mi chiedo cosa aspetta la Chiesa ad estirpare davvero questo cancro, che infama e getta un'ombra sul lavoro di tanti onesti preti di periferia.
UN MOMENTO DI SCONFORTO
"Non ce la faccio più, Luca. Sono arrivata al limite."
"Quale limite, Sara? Anche per me stare qui in ospedale non é certo il massimo."
"É un mese che mi hanno ricoverata per un ciclo di fisioterapia ma oramai ho capito. Starò così per sempre, anzi peggio, maledetta sclerosi multipla!"
"Siamo tutti sulla stessa barca, Sara."
"Cosa ho fatto per meritarmi questo? Io mi sono sempre comportata bene..."
"Questi sono pensieri pericolosi Sara, lo sai. Meglio evitare. Non c'è un motivo."
"Ma io non volevo finire così, guardami! Sono sulla carrozzina col pannolone e il bavaglino, non riesco più a fare niente da sola, nemmeno andare in bagno. Che umiliazione."
"Non sei l'unica."
"E questo mi consola? Io avevo ancora tanti progetti..."
"E quella idea di fare una crociera di cui mi parlavi Ieri?"
"No, basta. Non mi diverto più. La mia vita ė diventata una serie di prove senza ricompensa."
"Come sei cupa."
"Perché, non è così? Non spero più tanto in un cambiamento ma almeno vorrei alzarmi da questa maledetta sedia."
"Se scopri come si fa dimmelo!"
"Lo sai che mio marito ora va con un'altra donna?"
"Non ci pensare, Sara."
"Dopo 25 anni. Maledetto! E io mi sento sola! Sola!"
(Sara scoppia a piangere. Le altre degenti in carrozzella si avvicinano per consolarla. Questa malattia é brutta, ma ho scoperto tanta solidarietà.)
Il mio articolo per Neuroweb Channel. Iscrivetevi!
UN PASSO AVANTI
Luca: “Devo farti i miei complimenti, Mario.”
Mario: “Grazie, ma non capisco bene a cosa ti riferisci.”
Luca: “Dai che lo sai benissimo. Per il tuo sito internet ScleroWeb, in cui da tre anni raccogli testimonianze e interviste ad altri malati di sclerosi multipla come me e te. Sei diventato un punto di riferimento per tanti. Quasi un esempio.”
Mario: “Ah quello…ti ringrazio per i complimenti. Avevo da tempo in mente un canale fatto dai malati per i malati, in cui fornire una informazione vera, indipendente. Intervistare per esempio anche medici che potevano esprimersi liberamente senza fare la solita marchetta all’ultimo farmaco, guarda caso costosissimo.”
Luca: “Le coincidenze, a volte….”
Mario: “Sembrava un’idea visionaria questa di ScleroWeb, lasciamelo dire, superiore alle mie forze. Forse un po’ folle e pretenziosa ma io e Paolo Destro ci siamo buttati, veramente è stata una avventura. Mamma mia, come eravamo emozionati le prime volte.”
Luca: “Questa tua pazzia tanto pazza non era, se ha dato così buoni frutti. E a proposito ti devo confessare una cosa….”
Mario: “Dimmi figliolo. Confessa e sarò clemente.”
Luca: “Quando avete iniziato voglio essere sincero, non pensavo sarebbe durata tanto. Blog e siti sulla sclerosi multipla ce ne sono a bizzeffe sul web, ma dopo una fiammata ho notato che si esauriscono. E invece ScleroWeb (a proposito, il nome è una genialata) è tre anni che va avanti. Ti ho visto stringere i denti e non mollare.”
Mario: “Grazie. E non è finita, in questa strana estate del 2018 ho per tutti una sorpresa grossa!”
Luca: “Sarebbe?”
Mario: “E’ tempo per un passo avanti. Ho notato in questi anni che tantissime sono le connessioni con le altre malattie neurologiche degenerative (Parkinson, Alzheimer, Menieres…). Troppo spesso i problemi e le complicazioni sono simili e manca uno spazio comune dove i malati possano confrontarsi.”
Luca: “Non solo uno spazio comune, ma anche indipendente.”
Mario: “Assolutamente. Siam malati ma la nostra libertà non si tocca. Il web è potente in questo e non abbiamo paura di usare la sua forza. Per cui…ecco a voi dalle ceneri di ScleroWeb nascere NEUROWEB CHANNEL!”
Luca: “Ostrega, sempre più importanti. Sempre con internet? Ma cosa ti prefiggi di fare?”
Mario: “In fondo quello che si prefiggeva ScleroWeb, che verrà assorbita da NEUROWEB CHANNEL che ha una visione più ampia, fornire anche lo sguardo dei malati e perché no? Dell’intera società civile a queste malattie. I problemi non sono solo medici ma anche economici, sociali, psicologici, burocratici etc. Queste malattie sono troppo importanti per lasciarle in mano ai soli neurologi.”
Luca: “Mmmm, mi sa che con NEUROWEB CHANNEL rischi di farti dei nemici.”
Mario. “No, il nostro rispetto per la classe medica è grande. Ma siamo convinti che solo con una libera informazione, trasparente e a tutto tondo, i malati possono sapere come stanno veramente le cose.”
Luca: “Molto ambizioso come progetto.”
Mario: “Lo so, qui ci sentiamo tutti un po’ folli. Ma come han detto altri prima di noi “la follia è l’unica cosa capace di prolungare la giovinezza e tenere lontano la molesta vecchiaia”!”.
Luca: “Ahahahah, vade retro malattia neurologica!”
ANALISI DEL TESTO
"Nel mezzo del cammin di nostra vita
mi ritrovai per una selva oscura,
ché la diritta via era smarrita."
A 35 anni (il mezzo della vita) Dante entrò in una forte depressione (la selva oscura) per una diagnosi terribile, una malattia per cui non poteva più camminare diritto.
"Ahi quanto a dir qual era è cosa dura
esta selva selvaggia e aspra e forte
che nel pensier rinova la paura!"
La tristezza era così intensa che Dante onestamente ammette di aver fatto cattivi pensieri
"Tant' è amara che poco è più morte;
ma per trattar del ben ch'i' vi trovai,
dirò de l'altre cose ch'i' v'ho scorte."
Ma nel profondo del suo abisso Dante incredibilmente vide anche qualcosa di buono, tanto buono che decise di raccontarlo
"Io non so ben ridir com' i' v'intrai,
tant' era pien di sonno a quel punto
che la verace via abbandonai"
La diagnosi della malattia però, oggi come allora, era incerta. Dante però non incolpa altri che non se stesso per questo. Soprattutto per un suo grave sintomo, la sonnolenza, che gli aveva impedito di capire bene.
Ma a questo punto Dante prende una decisione.
Senza sapere bene cosa troverà se non paure, in un luogo terrificante, senza conoscere la diagnosi, con la sua camminata incerta e mai diritta, Dante si incammina. Vuole vivere la sua vita.
DILEMMA
Sei in un momento parecchio difficile e una persona che ti ha fatto molto male in passato (un'ex, un collega, una falsa amica) ti vuole aiutare. Accetti o no?
PREVENIRE IL DECUBITO
Per chi non lo conoscesse, l'Alcool Saponato é molto efficace per prevenire le piaghe da decubito.
Inutile anzi dannoso quando le dolorose piaghe sono già aperte (In quel caso vai di Cicatrene), l'alcool saponato é una mano santa per affrontare arrossamenti sospetti e pelle fragile.
Non tutti lo conoscono, ecco perché ne parlo.
COME SI FA: comprate in farmacia una boccetta di alcool saponato (sui 10€) e dell'ovatta. Poi una mano amica vi passerà l'ovatta intrisa sul corpo, soprattutto dorso, natiche e cosce.
Se siete allettati bene farlo ogni giorno in via preventiva. Alla fine lascia sempre una bella sensazione di pulito, di "coccole" e cura di sé.
Non tutti, bisogna dirlo, concordano sulla efficacia dell'alcool saponato in tal senso ma molte sono le testimonianze anche autorevoli a favore. E in ogni caso male non fa 
CONDIVIDENDO LA CAMERA
Ricoverato per una bronchite (presa in giugno da solo in casa, sono bravo eh?) al Niguarda di Milano, il vostro affezionatissimo é stato messo in camera con un vecchietto in dirittura d'arrivo, come si suol dire.
I primi giorni, legato come un salame e imbottito di penicillina, eparina e robe varie ("lei ha aspettato troppo a farsi ricoverare, ha rischiato!") non capivo nemmeno dov'ero.
Poi a poco a poco sono riemerso e stando meglio mi sono accorto della presenza di Nicola, 91 anni, che divideva la stanza con me.
Un mese fa é stato investito da una Smart e purtroppo non ne avrà per molto, troppe complicazioni.
Dorme tutto il giorno, di solito gorgoglia ma quando é sveglio e di buon umore invita le infermiere a Parigi (rarissimo, di solito é in stato quasi comatoso).
Ogni tanto però la notte sbotta.
"LEONARDO!!"
"Eh chi é? Ma che kz...son le tre di notte."
"LEONARDO DOVE SEI?"
"Ah é Nicola..."
"LEONARDO É TUTTO BUIO QUI!"
"Nicola sono qui, sto dormendo qui accanto, dormi anche tu."
"LEONARDO STAI DORMENDO?"
"SÍ. Speriamo che dorma adesso."
"LEONARDO!! LEONARDO!!"
"Nicola, vaffanculo, lasciami dormire."
"LEONARDO, MI SENTO SOLO."
"Non ti preoccupare Nicola, ci sono io.."
"VA BENE SE CI SEI ALLORA DORMO."
Questo dialogo si ripete due tre volte ogni notte. Nicola é troppo conciato per prendere un sedativo ma confusamente ha paura e qualcosa bisogna pur dirgli.