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giovedì 19 aprile 2018

UNA STORIA ITALIANA

Ci fu un tempo in cui il Partito Comunista propose a tutti i partiti della giungla italica di governare insieme pensando solo al bene del paese. Il partito Socialista aderì subito al programma e poco dopo pure la Democrazia Cristiana si dichiarò d’accordo. Per uscire dalla crisi ci voleva un governo di cooperazione nazionale e unitario, in cui ognuno lavorasse in letizia per il benessere comune.

Non un semplice pentapartito o una coalizione precaria ma proprio un parlamento unito e compatto come un sol uomo, in cui anche il Partito Socialdemocratico e quello Liberale, malgrado la loro percentuale, tenessero pari dignità. Non c’era più bisogno di mandati esplorativi e tutte le votazioni erano per acclamazione. Ogni 3 mesi si insediava un nuovo capo del governo, e al cambio bastava una semplice stretta di mano

E alla fine pure tutti i partitini della estrema sinistra extraparlamentare (Psiup e via scendendo) e della destra pura e dura del MSI aderirono al progetto. In tutto il paese le immagini di Kennedy, Papa Giovanni e LVI sembra abbiano pianto di gioia e dato la loro benedizione. Come botto finale entrarono a far parte della compagnia pure i Radicali (i “radiculi” come li chiamava un mio amico).

Circolano ancora le foto di una cena conviviale in cui tra brindisi e torte c’erano proprio tutti e con la faccia allegra: Andreotti, Fanfani, Spadolini, Berlinguer, Pannella, Capanna, Craxi, Ilona Staller, Almirante, Cariglia, Malagodi, Rumor, Moro, Natta, Pertini, Cossiga… tutti insomma, a dimostrare che il paese era compatto e proteso verso il futuro.

L’economia ripartì e presto l’Italia divenne una potenza mondiale. Io ero giovane, non potevo ancora votare, ma me la ricordo bene l’atmosfera di euforia che regnava in quei giorni degli anni '70. Bastava accendere la radio ed era tutto un tripudio di pace, amore e fraternità. Al grido di “volemose bene” tutti gli italiani, ma proprio tutti, cercavano di dare il loro contributo per migliorare la società e rendere la nostra Italia sempre più bella.

Gli stessi mafiosi, da sempre gente che stava ad osservare per poi lavorare nell’ombra, esprimevano la loro commozione e qualcuno si lasciava andare ad una lacrimuccia. “Anche noi uomini di panza teniamo un cuore”. E i bambini come me, che da sempre avevano ascoltato notizie catastrofiche al TG1, capivano finalmente che la politica era una cosa importante e valida.

Forse è stato per questa ritrovata armonia che tutti gli anni ’70 sono stati per l’Italia un periodo di pace sociale e prosperità. Una età dell’oro che in molti rimpiangono ancora oggi e in cui vorrebbero ritornare. “Anni di diamante” in cui ritornare forse è impossibile, ma è bello pensare che ci sono stati.

Poi mi sono svegliato. “Wow!” mi sono detto. Ho concluso che non c’era molto tabacco in quello che avevo fumato ieri sera. Sempre così, uno si addormenta pieno di speranze e belle parole e poi... e poi la dura realtà si impegna a distruggere i sogni.




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