IL COLPO DI FULMINE
“Bambini, sedetevi. E’ tempo di una
storia.”
“Che tipo di storia, Renato?”
“Non so bene. So soltanto che oggi voglio
aprirvi il cuore.”
“Aspetta Renato, allora ti faccio prima io
una domanda. Mia sorella grande dice che ha preso un colpo di fulmine per un
ragazzo. Ma l’ha colpita un lampo? Non è pericoloso?”
“No, non è così. Significa che tua
sorella si è innamorata improvvisamente, quando non se l’aspettava. Per questo
si chiama colpo di fulmine. E’ come scegliersi la squadra per cui tiferete
tutta la vita in pochi secondi, per farvi capire.”
“Che roba strana.”
“Anzi guardate, sono in tanti a dire che
succede ogni giorno di innamorarsi al primo sguardo.”
“E tu ci credi?”
“Di solito se me lo chiedono bofonchio
qualcosa sullo scettico andante. Spesso certi discorsi sull’amore a prima vista
sono solo pretesti, scuse per brutti comportamenti. Lo capirete.”
“Ma a te è mai successo, Renato? Di
innamorarti a prima vista?”
“Forse…forse una volta. Tanto tempo fa.”
“Ce lo racconti?”
“Di solito non…Ma sì dai. C’era una
volta…”
“Un Re!”
“No miei piccoli ascoltatori, molto meno favoloso. C’era una volta il giovane e timido Renato che doveva fare delle commissioni, pagare bollette, ritirare certificati, cose così. Mio padre, approfittando che andavo in centro città, mi disse di consegnare un assegno.”
“No miei piccoli ascoltatori, molto meno favoloso. C’era una volta il giovane e timido Renato che doveva fare delle commissioni, pagare bollette, ritirare certificati, cose così. Mio padre, approfittando che andavo in centro città, mi disse di consegnare un assegno.”
“Come la favola di Cappuccetto Rosso!”
“Quasi. Mi ricordo anche che ero un po’
seccato perché ho dovuto girare parecchio, non ero mai stato in quel posto. Alla
fine trovai l’ufficio ma non avevo idea di cosa stava per succedere. Appena entrai
però vidi qualcosa che mi lasciò senza fiato.”
“Cosa?”
“Al bancone c’era una segretaria
giovane, ricciolina e con gli occhi chiari. Anzi, aveva gli occhi luccicanti. Mi
sorrise timida, le sorrisi ed entrai come per magia in un’altra dimensione.”
“In che senso?”
“Non so se riesco a spiegarmi, ci provo.
Io e quella ragazza abbiamo continuato a guardarci per tutto il tempo. Le
nostre bocche parlavano di burocrazia ma stava succedendo una meraviglia, in
realtà ci stavamo abbracciando con la mente, sentivamo le stesse cose …oddio,
come faccio a spiegarlo a dei bambini....”
“Le leggevi nel pensiero?”
“No, stava accadendo qualcosa che forse
un giorno capiterà anche a voi. Io ero MATEMATICAMENTE sicuro che quello che
provavo io lo provava anche lei. Sicurissimo. Glielo leggevo negli occhi.”
“Avevi trovato la fidanzata.”
“Eh fosse così semplice, bambina cara.
Dopo pochi minuti uscii da quell’ufficio tutto scombussolato e mi sedetti sui
gradini delle scale pieno di amarezza.”
“Perché?”
“Ero sposato da pochi mesi, stavo
creandomi una famiglia e non era proprio il caso di inseguire un colpo di
fulmine, per quanto intenso. Avrei causato troppo dolore. Dopo pochi giorni
qualcuno dall’ufficio ci chiamò, avevo dimenticato di firmare l’assegno (toh,
che coincidenza). Inventai una scusa e dissi a mio padre di andare lui a
firmare. Sentivo che era pericoloso per me ritornare. Rischiavo di combinare qualche
sciocchezza.”
“Hai più rivisto quella ragazza?”
“No ma ogni tanto ci pensavo. Anni dopo
ritornai in quell’ufficio ma non c’era più. Di lei non ho mai saputo nulla, nemmeno
il nome. Ma quei pochi minuti di magia me li ricorderò per sempre.”
“E questo succede tutti i giorni?”
“Quella volta è capitato a me.”
“Renato, posso dirti una cosa?”
“Dimmi.”
“Io sono sicuro che la reincontrerai.”
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