L’ELEFANTE SULLA TESTA
“Vedi tutta quella gente per strada?”
“Certo,
vedo operai, bambini, massaie, persone di tutti i tipi.”
“Non vedi
niente di strano?”
“No,
perché? La classica folla che si incontra in un giorno normale.”
“Guarda
bene. Ognuno di loro porta sulla testa qualcosa.”
“Ah sì,
hai ragione. Ognuno ha qualcosa. Adesso lo vedo bene, ma di cosa si tratta?”
“C’è chi
è nato per la felicità, chi per la gloria e chi si deve accontentare. Ognuno di
loro ha un destino e una storia da raccontare. Ci sono corone d’oro e corone di
spine. Guarda quella ragazza giovane, come porta spensierata il suo cappello di
paglia. E quell’uomo dalla faccia cupa, deve trasportare pensieri particolari.
E quel bambino? Come è leggero il suo bagaglio.”
“E quello
che cammina tutto storto con la stampella?”
“Ah
quello, le prime volte che l’ho notato pensavo fosse scappato da un circo. E’
raro vederli in giro.”
“Vederli
chi? E’ da solo.”
“Sei matto?
Non vedi che cammina tutto storto perché ha un elefante sulla testa?”
“Ah sì
ora lo vedo, un elefante quasi invisibile. Camminerei storto anch’io. Ma perché
lo fa?”
“Non l’ha
capito ancora nessuno da dove arriva l’elefante, c’è chi dice che è nato così,
chi per un virus misterioso, ci sono tante teorie. Ma un giorno ho parlato con
lui e una cosa ho capito.”
“Cosa?”
“Che non
è stata colpa sua. Eppure tutti i giorni quell’uomo è stato condannato ad una
fatica terribile, che noi possiamo solo immaginare.”
“Non
capisco. Sta sudando. Quell’elefante deve pesare molto.”
“Sì,
molto.”
Nessun commento:
Posta un commento