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venerdì 27 aprile 2018


L’ELEFANTE SULLA TESTA

“Vedi tutta quella gente per strada?”
“Certo, vedo operai, bambini, massaie, persone di tutti i tipi.”
“Non vedi niente di strano?”
“No, perché? La classica folla che si incontra in un giorno normale.”
“Guarda bene. Ognuno di loro porta sulla testa qualcosa.”
“Ah sì, hai ragione. Ognuno ha qualcosa. Adesso lo vedo bene, ma di cosa si tratta?”
“C’è chi è nato per la felicità, chi per la gloria e chi si deve accontentare. Ognuno di loro ha un destino e una storia da raccontare. Ci sono corone d’oro e corone di spine. Guarda quella ragazza giovane, come porta spensierata il suo cappello di paglia. E quell’uomo dalla faccia cupa, deve trasportare pensieri particolari. E quel bambino? Come è leggero il suo bagaglio.”
“E quello che cammina tutto storto con la stampella?”
“Ah quello, le prime volte che l’ho notato pensavo fosse scappato da un circo. E’ raro vederli in giro.”
“Vederli chi? E’ da solo.”
“Sei matto? Non vedi che cammina tutto storto perché ha un elefante sulla testa?”
“Ah sì ora lo vedo, un elefante quasi invisibile. Camminerei storto anch’io. Ma perché lo fa?”
“Non l’ha capito ancora nessuno da dove arriva l’elefante, c’è chi dice che è nato così, chi per un virus misterioso, ci sono tante teorie. Ma un giorno ho parlato con lui e una cosa ho capito.”
“Cosa?”
“Che non è stata colpa sua. Eppure tutti i giorni quell’uomo è stato condannato ad una fatica terribile, che noi possiamo solo immaginare.”
“Non capisco. Sta sudando. Quell’elefante deve pesare molto.”
“Sì, molto.”



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