MA TU NON TI INCAZZI MAI?
“No, è
difficile.”
“Ma come fai? Io
se non mando affanculo almeno una persona al giorno poi la sera faccio fatica a
dormire.”
“Beh, a dir la
verità io un segreto ce l’ho.”
“Ah, tu sei uno
di quelli che dentro ha già mandato a fanculo tutti.”
“No, c’è una vecchia
storia dietro.”
“Ah sì?”
“Una volta io
ero un fumino come te. Poi devi sapere che a 19 anni, dopo la maturità, mi
recai a Londra per qualche mese a lavorare come cameriere.”
“Un classico.”
“In un
ristorante italiano.”
“Doppio
classico.”
“Non conoscevo
nessuno ma ci misi poco a farmi degli amici. Gli inglesi all’inizio sono freddi
ma poi si scaldano e diventano cordiali come tutti. Quante serate al pub a bere
birra con loro!”
“Che birra
bevono?”
“Lì ho imparato
a bere la Guinness scura, che in Italia non c’era ancora. Bella, corposa, nera.
“Liquid food” la chiamano loro.”
“Tutti ubriachi!”
“In genere lo
reggono bene l’alcool. E poi non ho mai capito come, mezzi fracichi di birra,
riuscissero comunque a tirare colpi precisissimi con le freccette. Mah. In ogni
caso la storia che volevo raccontare è un’altra.”
“Vai.”
“Un giorno
veniamo a sapere che il vecchio chitarrista Andres Segovia si sarebbe esibito
in uno dei suoi ultimi concerti. Era una occasione da non perdere.”
“Devo avere
qualche suo disco in casa, o rey del flamenco. Sei riuscito a vederlo dal vivo?”
“Aspetta e
ascolta. Questa è una storia che mi ha fatto molto riflettere. Tutti galvanizzati
ci rechiamo a teatro e ci mettiamo a far la coda per i biglietti. E già lì ho notato
una cosa, che le code in Inghilterra son belle ordinate, tutti in fila come
formichine. Non come da noi che sono a cuneo.”
“Beh, c’è da
capirci. Il primo è primo, poi ci sono i secondi ma i terzi se la giocano!”
“Comunque dopo
un’ora di fila, quando mancano solo dieci persone, l’omino dei biglietti mette
la faccia fuori dal finestrino e grida: “Sorry, no more tickets!”. E brum
chiude il finestrino.”
“Nooooo.”
“E lì è successo
un fatto incredibile. La fila di inglesi si è sciolta come se niente fosse e
tutti se ne sono tranquillamente andati via. E’ rimasto solo un ragazzo dalle
fattezze italiane che gesticolava, imprecava e si è scagliato contro il
finestrino chiuso gridando “E’ un’ora che siamo in fila! Dateci i biglietti!
Riaprite la cassa!”. E vai di maledizioni per i bigliettai fino alla settima
generazione.“
“E hanno
riaperto la cassa?”
“Macché. Dopo
cinque minuti che imprecavo inutilmente un amico inglese, evidentemente impietosito,
mi ha messo una mano sulla spalla e mi ha detto: “Luca, please stop. It’s sold
out.” E lì mi sono sgonfiato.”
“Che flemma.”
“Meno male che
ci sono gli amici. Anche oggi, se mi capita di stare per incazzarmi ripenso subito
a quell’amico, alla sua mano sulla spalla e poi penso Ma perché mi devo
incazzare? Se non c’è rimedio, che mi incazzo a fare? A volte bisogna alzare la
voce ma ti assicuro che sono occasioni veramente rare. Conservare la calma è
molto meglio.”
“Purtroppo
questo non è un paese così civile.”
“E’ vero ma non
pensare, mi è servito molto anche in Italia mantenere l’autocontrollo. E’ il
mio piccolo segreto. Un concerto che non ho mai visto risuona ancora dentro di
me.”
Nessun commento:
Posta un commento