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venerdì 9 marzo 2018


MA TU NON TI INCAZZI MAI?

“No, è difficile.”
“Ma come fai? Io se non mando affanculo almeno una persona al giorno poi la sera faccio fatica a dormire.”
“Beh, a dir la verità io un segreto ce l’ho.”
“Ah, tu sei uno di quelli che dentro ha già mandato a fanculo tutti.”
“No, c’è una vecchia storia dietro.”
“Ah sì?”
“Una volta io ero un fumino come te. Poi devi sapere che a 19 anni, dopo la maturità, mi recai a Londra per qualche mese a lavorare come cameriere.”
“Un classico.”
“In un ristorante italiano.”
“Doppio classico.”
“Non conoscevo nessuno ma ci misi poco a farmi degli amici. Gli inglesi all’inizio sono freddi ma poi si scaldano e diventano cordiali come tutti. Quante serate al pub a bere birra con loro!”
“Che birra bevono?”
“Lì ho imparato a bere la Guinness scura, che in Italia non c’era ancora. Bella, corposa, nera. “Liquid food” la chiamano loro.”
“Tutti ubriachi!”
“In genere lo reggono bene l’alcool. E poi non ho mai capito come, mezzi fracichi di birra, riuscissero comunque a tirare colpi precisissimi con le freccette. Mah. In ogni caso la storia che volevo raccontare è un’altra.”
“Vai.”
“Un giorno veniamo a sapere che il vecchio chitarrista Andres Segovia si sarebbe esibito in uno dei suoi ultimi concerti. Era una occasione da non perdere.”
“Devo avere qualche suo disco in casa, o rey del flamenco. Sei riuscito a vederlo dal vivo?”
“Aspetta e ascolta. Questa è una storia che mi ha fatto molto riflettere. Tutti galvanizzati ci rechiamo a teatro e ci mettiamo a far la coda per i biglietti. E già lì ho notato una cosa, che le code in Inghilterra son belle ordinate, tutti in fila come formichine. Non come da noi che sono a cuneo.”
“Beh, c’è da capirci. Il primo è primo, poi ci sono i secondi ma i terzi se la giocano!”
“Comunque dopo un’ora di fila, quando mancano solo dieci persone, l’omino dei biglietti mette la faccia fuori dal finestrino e grida: “Sorry, no more tickets!”. E brum chiude il finestrino.”
“Nooooo.”
“E lì è successo un fatto incredibile. La fila di inglesi si è sciolta come se niente fosse e tutti se ne sono tranquillamente andati via. E’ rimasto solo un ragazzo dalle fattezze italiane che gesticolava, imprecava e si è scagliato contro il finestrino chiuso gridando “E’ un’ora che siamo in fila! Dateci i biglietti! Riaprite la cassa!”. E vai di maledizioni per i bigliettai fino alla settima generazione.“
“E hanno riaperto la cassa?”
“Macché. Dopo cinque minuti che imprecavo inutilmente un amico inglese, evidentemente impietosito, mi ha messo una mano sulla spalla e mi ha detto: “Luca, please stop. It’s sold out.” E lì mi sono sgonfiato.”
“Che flemma.”
“Meno male che ci sono gli amici. Anche oggi, se mi capita di stare per incazzarmi ripenso subito a quell’amico, alla sua mano sulla spalla e poi penso Ma perché mi devo incazzare? Se non c’è rimedio, che mi incazzo a fare? A volte bisogna alzare la voce ma ti assicuro che sono occasioni veramente rare. Conservare la calma è molto meglio.”
“Purtroppo questo non è un paese così civile.”
“E’ vero ma non pensare, mi è servito molto anche in Italia mantenere l’autocontrollo. E’ il mio piccolo segreto. Un concerto che non ho mai visto risuona ancora dentro di me.”





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