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martedì 6 giugno 2017

NELLA MENTE DI UN TERRORISTA

“Sono dei pazzi.”
“Come fai a dirlo?”
“Luca, ma sei fuori? E’ evidente. Solo persone profondamente squilibrate possono andare in giro a uccidere degli innocenti, non sei d’accordo?”
”Non molto, può essere rassicurante pensarla così ma ti assicuro che non è vero. E’ stata una scoperta confermata ormai da tutti gli studi del settore: il terrorista non è un pazzo.”
“Come? Non sono pazzoidi?”
“No, il terrorista anzi è una persona qualunque, che si camuffa tra la gente normale e pianifica con cura le sue azioni, sempre molto disciplinata. Nel suo intimo immagina se stesso come un salvatore della società, un martire nobile, un puro che combatte l’ingiustizia sino all’estremo sacrificio, ma nulla trapela. Anzi, ti dirò di più.”
“Dimmi.”
“Si è visto che sono i loro stessi capi a scartare persone con problemi mentali. Sul campo si dimostrano inaffidabili e non ci si può contare. Se proprio vuoi semplificare immagina i terroristi come delle spie o soldati molto particolari, pronti a sacrificarsi per la causa tipo i kamikaze giapponesi.”
“Ma i soldati non sono assassini.”
“Difatti questi ragazzi, perché si tratta quasi sempre di giovani maschi anche se si è visto che non mancano le donne, sono in genere molto influenzabili e allevati sin da piccoli. Ricordo un documentario in cui un uomo portava alcuni ragazzini in un obitorio e mostrava i cadaveri di soldati morti in battaglia dicendo “vedete, questo è morto con una smorfia di dolore perché sa che lo attende l’Inferno, quest’altro invece è sereno e lo aspetta il Paradiso.” E i ragazzini lo ascoltavano senza fiatare. Venivano condizionati.”
“Allora ne deduco che sono persone povere culturalmente e poco istruite.”
“Non tutti, ce n’è qualcuno anche di benestante e istruito. Anche qui non ci sono regole precise.”
“Beh, un dato comune esiste, ammettilo. Sono tutti mussulmani. Io oramai quando vedo un capo fasciato mi sale il nazismo.”
“Ti sei già dimenticato delle BR? Il terrorista fa parte di un gruppo che persegue un fine politico usando la paura. La religione non c’entra niente.”
“Se è come dici tu allora non si può riconoscere un terrorista. Ho ancora più paura, sono in mezzo a noi.”
“Che discorso delicato, come ti muovi sbagli. Non volevo arrivare a questo. Anche perché secondo me un terrorista si può riconoscere.”
“E come?”
“Come psicologo ti posso dire che ha una sua psicologia molto particolare, ben riconoscibile. Non sempre facile da vedere, anche perché lui è abituato a dissimulare bene, però gratta gratta la trovi.”
“Di cosa si tratta?”
“Il terrorista innanzitutto dentro è molto manicheo, estremista. Divide il mondo in due, i buonissimi (di cui fa parte) e gli altri, che non considera nemmeno esseri umani e che quindi può far soffrire, come i nazisti con gli ebrei.”
“Terribile.”
“Manca ogni forma di dubbio e senso critico, si esegue ciò che ordina il leader, che ha un valore sacro. Il compromesso è inesistente. Se si riesce a dimostrare il collegamento tra una personalità del genere e un “cattivo maestro” è fatta, abbiamo individuato un potenziale terrorista. Perché qualcosa di fondamentale è mancato nella loro istruzione ed è il senso critico, l’abitudine al dialogo, il valore della diversità, la possibilità di contestare o anche solo chiedere “perché”. Solo così si eviteranno le trappole del fanatismo. In molte scuole tra mille problemi già lo fanno.”
“Bello ma troppo lungo. Qualcosa di più immediato?”
“Beh, ti posso dire che personalmente c’è un aspetto che mi fa trillare un campanellino d’allarme.”
“Quale? Dimmelo che magari qualcosa userò pure io.”
“Quando sento discorsi sulla purezza e sento elogiare l’assoluto… mi risuona sempre qualcosa dentro.”
“La purezza non è bella?”
“Per carità lo è ma solo quando è mitigata dall’umanità, dal rispetto dell’altro, dal contesto. E’ un discorso facile da fraintendere ma invocare la purezza spesso diventa il pretesto per qualcosa di terribile, di innaturale, capace di farti commettere in suo nome qualsivoglia atrocità.”
“Quindi?”
“Attenti alla purezza, da qualunque parte provenga. Spesso sotto di lei si nasconde il fanatismo e un odio profondo.”

“Ma perché ci odiano così tanto?”

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