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venerdì 9 giugno 2017

IGIENE PERSONALE
Anni fa, all’emergere delle prime stanchezze, ebbi una idea gegnale: un tubone tipo Risonanza Magnetica ma per farsi la doccia. Uno si infilava sdraiato a occhi chiusi e bzzzzz il tubone lo insaponava tutto e poi lo docciava automaticamente, sfregandolo tipo autolavaggio ma con spazzoline delicate di ermellino dell’Himalaya. Faceva tutto lui, io non mi muovevo (cosa in cui modestamente sono bravo). Poi arrivava un vento caldo, una sbruffatina di borotalco, del profumo e alè in 10 minuti ti trovavi bello e pulito. Poi bzzzz il tubone si metteva in piedi, si apriva la porticina ed uscivi figo per il mondo.
Lo so che in Giappone esistono già ma io lo volevo orizzontale, economico e da mettere in casa. Cercai finanziatori ma come spesso accadde alle idee troppo rivoluzionarie rimase lettera morta.
Eppure mi sarebbe servito. Cavoli, se l’avrei usato. Ci pensi che bello, in pochi minuti e senza fatica ti lavi.
Perché è innegabile: con l’avanzare della malattia si rinuncia a tante cose e a malincuore anche il proprio standard igienico si adegua. D’inverno ancora ancora ma d’estate col caldo è ‘na traggedia.
Fare il bagno è improponibile (uscire dalla vasca è un’impresa), docce diradate e meno accurate, bagni con tanti maniglioni, farsi la barba ogni morte di vescovo, il bidet è troppo basso, lavaggi a volte parziali, arrangiarsi… Diciamo che pur non volendolo ho imparato a risparmiare acqua.
Se poi uno vive da solo e nessuno lo aiuta te lo raccomando, la trascuratezza incombe. Ho proprio bisogno di lavarmi? In fondo oggi mica devo uscire di casa.
Non se ne scrive, non se ne parla ma ho il sospetto che il problema vada forte. Chissà gli altri come lo risolvono.
E pensare che una volta ero così schizzinoso…

PS: stamane mi sono fatto una bella doccia, sm tiè !

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