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martedì 24 gennaio 2017

Stasera qualcosa di insolito. La settimana prossima al Tribunale Minorenni Milano mi han chiesto di parlare dell'Art 31, quello per dare i permessi di soggiorno agli extracomunitari, ed ecco il mio intervento. E' in certi punti molto tecnico ma volevo condividerlo con voi

SOPRATTUTTO I BAMBINI

Prima premessa: l’Art 31 è diventato importantissimo in questi anni nella società italiana. Da “cenerentola” del TM in pochi anni io ho visto via via crescere il suo ruolo e la sua importanza. Infatti, non uscendo le Sanatorie, Flussi col contagocce, Asili Politici quando mai, vento politicamente restrittivo…. L’Art 31 è ormai diventato l’unica maniera per i clandestini di regolarizzarsi (a volte è la Questura stessa che dice ai clandestini di rivolgersi al TM). E’ un fiume che non si ferma mai e in espansione. Lo vedrete da soli, perché qualche Art 31 vi toccherà.
Seconda premessa: noi non siamo qui per curare ma per decidere. O meglio, per aiutare i magistrati a decidere. Tutto parte da qui. Questo non significa che, spesso a fine udienza, non si riesca con umanità a proporre dei semini terapeutici (i corpi nutritori di cui parlava Masud Khan) ma dobbiamo tenere in noi ben chiaro che non è questo lo scopo per cui siamo stati chiamati qui dentro.
Aiutare i magistrati a decidere. Già, ma come si fa? Lo si può fare qui al TM in tanti modi. Esprimendo per esempio un parere professionale durante le udienze. Oppure studiando i fascicoli, scremandoli e stilando una valutazione complessiva (cosa non facile quando ci sono decine di relazioni). O stilando una bozza iniziale del decreto (utilissimo per capire che cosa bisogna chiedere, ve lo consiglio). Oppure, che è il nostro caso per gli Art 31, facendo le istruttorie.
Cosa sono le istruttorie? Si chiamano i genitori extracomunitari che hanno presentato domanda di Art 31 e si fan loro delle domande. Durano in genere un’ora (il tempo al TM è tiranno). Ai genitori intimoriti spiego semplificando che faremo una sorta di intervista, che oggi non si decide niente (generale sospiro di sollievo) e che porterò poi le risposte ad altri giudici che prenderanno una decisione. Li invito ad essere sinceri e a non nascondere niente, che se poi esce fuori qualcosa è peggio.
E poi inizio con le domande. La prima è sempre molto semplice: capite l’italiano? Poi passo domande sui vari argomenti in modo di offrire al magistrato un quadro il più possibile completo della situazione.
Per evitare di propinarvi un noioso elenco di domande da porre vi porterò solo un esempio, poi estendetelo al resto. L’esempio riguarda la casa dove vivono questi ragazzi. In genere si chiede l’indirizzo (per esempio via Roma 50) e poi si passa ad altro. Ma è un errore. Non basta sapere dove abitano, bisogna anche chiedere da quanto, se sono in affitto oppure ospiti da amici, se il contratto è regolare, se hanno una stanza loro, se il minore ha il suo lettino, chi paga l’affitto, cosa c’è scritto sul citofono, quante persone abitano lì dentro, ecc ecc. Alcune domande sono inutili? Certamente, ma non possiamo saperlo prima e a volte si scoprono certe cose (come 50 cinesi in un appartamento di 50 mq, o la famiglia moldava dentro una tenda)… Pensate solo a quante cose può rivelare su di voi casa vostra.
E questa analisi approfondita va compiuta per ogni punto (sarà poi il collega ADL ad elencarli). Un aspetto delicato: molti di voi potranno a questo punto pensare “No, il mio ruolo è quello di ascoltare, non di fare domande, io sono uno psicologo non un inquisitore”, ricordate però il punto di partenza che noi non siamo qui per curare, ma per aiutare i magistrati a decidere. E poi, a mio avviso, avere una impostazione di tipo psicologico aiuta molto: la disponibilità permane, si cerca un linguaggio comune finché non si trova (e con gli stranieri è importante), non si vuole imporre nulla, si ascoltano le loro richieste, le loro storie, si bada al lato emotivo degli incontri, a leggere il body language, non si trascurano i piccoli segnali che spesso nascondono grandi storie. Essere uno psicologo aiuta, magari non si conosce il Codice Penale, ma il cuore delle persone.
Non vedrete delinquenti, se non raramente, ma famigliole desiderose di integrarsi. E da una buona integrazione penso che abbiamo tutti da guadagnarci. Soprattutto i bambini.

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