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mercoledì 29 luglio 2015

LE DISTANZE NEI SOGNI NON CONTANO

“Dottore, sono sconvolta da una cosa che mi è successa.”
“Cosa è capitato?!”
“Riguarda una mia compagna di scuola con cui sono cresciuta e ho trascorso insieme la mia adolescenza. Ormai però non la vedevo da tanti anni, ci eravamo perse. Due anni fa l’ho ritrovata su facebook ma abitavamo distanti, così non ci siamo mai incontrate. Sapevo che pochi mesi fa si era sposata e non rispondeva più ai miei messaggi. Però due giorni fa…”
“Si è rifatta viva? L’ha finalmente vista?”
“Di più, l’ho sognata. Conti che ormai la conoscevo solo in foto. Però ho sognato di essere in casa sua, stavamo sistemando degli scatoloni con tutte le sue cose.”
“Un trasloco. Un cambiamento.”
“Io la aiutavo e lei sorrideva come sempre. Ad un certo punto mi ha guardato e ha detto dolcemente “Ricordati di dire a mio marito quanto lo amo e quanto mi ha resa felice”. Poi mi sono svegliata.”
“E questo l’ha sconvolta?”
“No, però avevo una brutta sensazione. Lo sa che a volte sono sensitiva. Ieri mi sono fatta coraggio e le ho telefonato. Ma ho trovato suo marito. Ho chiesto di lei e…e…”
“Oddio.”
“E’ in coma irreversibile da 40 giorni per un aneurisma cerebrale. Nessuna possibilità di risveglio…” (piange)
“Mi dispiace.”
“Oh dottore, perché devo sempre sognare solo le cose brutte? E’ una maledizione. Sono stanca, sento le cose. Chissà se uno psichiatra mi può aiutare.”
“Certo le darebbe qualcosa per non pensare più al lato brutto della vita.”
“Ma io non lo penso, lo sogno. Sono cose e persone che magari non sento da anni e che ritrovo nel sonno. Così mi chiedo come mai. E dopo vengo a sapere fatti inquietanti.”
“Quasi una premonizione, un presentimento.”
“A volte prima di pensare io provo una….una vibrazione. Per favore non rida.”
“Non sto ridendo. L’argomento è serissimo. Chi non teme il soprannaturale è uno sciocco.”
“E’ come quando ero andata dal pranoterapeuta. Sa, io non ci credevo molto, ma appena mi ha toccata ho sentito come un’onda di calore, una scossa che mi ha attraversata dalla testa ai piedi.”
“Potrebbe significare, signora, che lei è molto sensibile alla magia e ai suoi effetti. E magari la stupirà, ma come professionista io ho capito da anni che non serve essere contrario a questi aspetti della vita. Altri le chiamerebbero superstizioni, coincidenze, infantilismi o lo chiamerebbero pomposamente “pensiero magico arcaico”, ma io ho visto che in certi momenti può essere utilissimo. Se un qualcosa fa stare bene la persona perché non usarla? Le assicuro, io sono molto aperto su questo. Come dicono gli americani “basta che funzioni”. Poi magari ci interrogheremo sul perché o sul percosa, intanto stiamo bene. E scommetto che non possono essere solo cose brutte quelle che le accadono.”
“Beh no. Ogni tanto…mi vergogno un po’ a dirlo, ma mi capita di sentire degli accordi di chitarra da stanze vuote, accorro e non c’è nessuno, trovo le cose spostate, suona il campanello ma non c’è anima viva...”
“Come i monacelli napoletani, fantasmini dispettosi. E lei che spiegazione si è data?”
“E’ sicuramente mio padre. Lui era un gran burlone, si divertiva sempre a fare scherzi, dispetti. Ma cosa pensa di me dottore. E’ una cosa seria? Mi devo preoccupare?”
“Per carità signora, lei è preoccupata? Mi sembra che ci convive piuttosto bene.”
“Sì, è da quando avevo 11 anni che ho capito di avere questo dono, chiamiamolo così. Una sera mia sorella è uscita. In casa tutti dormivano ma io ero seduta sul letto e aspettavo la telefonata del Pronto Soccorso. Che poi è arrivata! Mia sorella aveva fatto un incidente, fortunatamente non grave.”
“Se posso dire una mia idea signora, lei ha bisogno di protezione. Essendo sensibile a questi aspetti della vita lei si deve comunque proteggere, altrimenti rischia di ferirsi e farsi male, o avere premonizioni dolorose. Protezione.”
“Sì, è vero. La mia ipersensibilità a volte non va bene.”
“Mi permetta di vegliare sui suoi sogni allora. Come una barriera contro i cattivi pensieri.”
“Speriamo. Si può fare?”
“Certo. Le distanze nei sogni non contano.”

(sorridendo) “Grazie.”


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