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venerdì 10 luglio 2015

UN PICCOLO GESTO DALLE GRANDI CONSEGUENZE

(scena: una panchina immersa in un giardino. Entra lentamente una bella donna vestita bene con indosso degli occhiali scuri, canticchiando sovrappensiero. Tiene con delicatezza una mela in mano. Si siede sulla panchina e guarda la mela, accavallando le gambe. Se la rimira, la strofina per renderla lucente, la osserva  pensierosa. Si nota che per lei è una mela speciale. Alla fine esclama)

D: Massì, dai, cosa può succedermi?
(dà un morsettino alla mela e si gusta il bocconcino, attenta al sapore)
D: beh, è buona, veramente… non avevo mai mangiato una mela così. Che sapore.
(quasi distrattamente dà un altro morsetto. Improvvisamente è come sorpresa, spalanca lo sguardo, ha un brivido leggero lungo il corpo)
D: ma… cosa mi sta succedendo? Che è questa sensazione? Che fastidio mi danno questi occhiali… me li devo levà… oh!
(si toglie gli occhiali neri e guarda il pubblico stupita, non si capacita)
D: ma dove sono finita? …non mi ero accorta prima… e’ tutto nuovo qui dentro!
(si alza dalla panchina e mentre lo fa tocca il legno della panchina. Si volta verso di lei.)
D: che bello!
(ritocca la panchina e poi inizia a girare tastando tutto, il pavimento, il tessuti del palco, degli oggetti; luci intorno a lei si muovono)
D: che meraviglia… è tutto stupendo, mi sento come se stessi per svenire… (si guarda la mano perplessa)… non capisco… (si tocca il tessuto dell’abito)… senti che bellezza, quando le luci si muovono quest’abito fa dei disegni meravigliosi… E’ incredibile, come se lo vedessi per la prima volta… Ma come è potuto accadere? Che colori… Sento che le mie forze sono al massimo. Che gioia sentirle così! Tutti i miei sensi sono migliorati, ma cos…
(l’occhio le cade sulla mela che aveva lasciato sulla panchina)
D: ma allora è vero! E io che non ci volevo credere, questa mela non è solo squisita, ha pure dei poteri… dei poteri magici! Aspetta, aspetta che glielo dico! A…
(il grido le muore in gola. Si risiede sulla panchina perplessa, accarezzando pensosa la mela)
D: e se la tenessi per me? Se veramente questo frutto ha questi poteri e gli altri che dicono potrei vedere cose che nessuno immagina, avrei il potere, comanderei senza problemi e sarei la regina incontrastata… diventerei la persona più potente di questo posto, tutti obbedirebbero a me sola… sarei l’unica, sarei sola…
(per qualche secondo guarda la mela pensosa)
D: sarei sola… no, non può essere così. Io sono parte di lui, e lui di me. Stiamo insieme. Lo amo, e anche lui deve provare quanto è bello. Amore! Amore!
(la donna chiama qualcuno, una voce maschile risponde; entra un uomo in scena, anche lui ben vestito)
U: eccomi amore, cosa c’è? Cosa mai può accadere in questo posto, è tutto così perfetto. Non ho mai visto un giardino così ben curato, lo stavo esplorando e devo dire che abbiamo fatto un’ottima scelta a venire ad abitare qui.
D: (porgendogli la mela) guarda cosa ho trovato amore. Devi assaggiarla, è straordinaria ti garantisco, veramente buona. E’ talmente speciale che dopo tutto il mondo ti sembrerà diverso credi a me.
U: addirittura!
D: provala!
U: (prendendo la mela) oh grazie, avevo un certo appetito, sentivo crescere un languorino e la tua offerta arriva a proposito. Grazie. Sentiamo un po’… (sta per addentare la mela quando si ferma). Ma… ma questa è… (guarda la donna). Mi sembra una de…
D: sì, è lei. Prima l’ho presa per curiosità, me ne parlavano sempre così bene…
U: (adirato ma controllato) Ma non possiamo, lo sai. Cosa diavolo ti è venuto in mente? E se ti hanno vista? E se fosse avvelenata? Con questi chiari di luna non si sa mai. Magari ci hanno spruzzato sopra qualcosa di tossico.
D: no, te l’assicuro. Io l’ho assaggiata amore, e ti assicuro che è buonissima, bella croccante e saporita. E poi sono stata attenta, nessuno mi ha vista.
U: vabbeh, io certo non la mangio. Anzi, neanche la tocco guarda. Riprenditela.
D: ma dai, non fare lo scemo, mangiane un pochettino, è diversa dalle altre, ti assicuro. Solamente un morsetto, poi mi darai ragione. E se non ti piace la rimettiamo a posto.
U: sì, con le impronte dei nostri denti sopra. E’ inutile che mi stuzzichi.
D: (affranta) Ma… mi lasci sola? Io avevo pensato a te, amore. E poi non posso averla mangiata solo io, se la prenderebbero solo con me. Per favore, ti supplico (lo accarezza). Non lasciarmi sola.
U: (brontolando) ma non è possibile. Cosa mi fai fare… lo sai che non possiamo.
D: mi ami? Stai con me.
U: (guardandola) Lo sai che ti amo. Ma tu mi chiedi una cosa…
D: Voglio condividere questa esperienza con te, è buonissima, assaggiala.
U: (la guarda negli occhi) Non è solo questo. Tu vuoi sapere se sei la cosa che amo di più al mondo, ma sai che è così. Andrei ovunque per te. Dai, dammi la mela (la prende). Un morsetto piccolo però eh?
D: grazie amore. Hai capito.
U: (addenta la mela e la mastica bene) però, buona. Buona veramente, molto saporita e soda, come piacciono a me. (La guarda) Tesoro, lo sai che oggi sei vestita benissimo?
D: (fa una giravolta maliziosa) Ti piace?
U: sì, molto. E sai un’altra cosa? (si guarda intorno) E’ buffo, ma l’erba mi sembra più verde di prima. Che bello (ride piano), mi sembra di essere ritornato bambino. Guarda il cielo, che belle nuvole. Guarda quella… sembra uscita da un fumetto! Ma… cosa c’è in questa polpa? (guarda sospettoso la mela) Una polvere magica? Una droga?
D: Anche a me è successo così prima, mi sono accorta di ciò che mi circondava come se avessi appena aperto gli occhi.
U: (la prende per mano). Vieni, andiamo. Che poesia.
D: (lei appoggia la testa sulla sua spalla) Ti amo tanto.
U: sì, non si può essere puniti per una cosa così bella. (abbracciati, girano per il palco, toccando e commentando felici ogni cosa che incontrano) Che fiore è questo? E questo?
D: non lo so, ma sono così belli. Quanta grazia.
U: bisogna dare un nome a queste meraviglie. Li chiamerò… li chiamerò… (in quel momento una lettera scende lenta dal cielo e finisce davanti all’uomo) Che cos’è questa colombina di carta? (apre la lettera e la legge, intanto si siede sulla panchina)
D: (si siede accanto a lui) cosa c‘è scritto?
U: …è del padrone di casa. Brutte notizie, dice che dobbiamo andarcene. Abbiamo trasgredito le regole e non ci vuole più. Ci sono anche delle immagini del posto dove andremo ad abitare, (fa una faccia eloquente) è molto meno bello di questo (l’uomo è sconsolato)
D: (accarezzandolo) mi spiace, e se gli dicessi che ti ho ingannato? Che è colpa mia?
U: la lettera è indirizzata ad entrambi, riguarda tutti e due. Sa benissimo come sono andate le cose, deve averci visto. Lo sai che controlla ovunque. E ci tocca anche uscire alla svelta. Andiamo, dobbiamo preparare i bagagli, abbiamo poco tempo. Per fortuna eravamo arrivati da poco.
D: (rammaricata) oddio, non pensavo… Non meritavi questo.
U: (alzandosi e guardandola) Non ti preoccupare. Ho capito una cosa oggi: prima mi sono dato dello stupido, ma non è vero, non sono stato stupido. Perlomeno non più di altre volte. E’ che ti amo sopra ogni cosa, e non mi dispiace andarmene da questo posto se sono con te. (la prende per mano) Andremo via insieme.
D: abbiamo perso i nostri privilegi.
U: ma ne è valsa la pena. Ho scoperto una cosa importante del mondo oggi. Dovevo scegliere tra questo paradiso e te, e ho scelto te, perché sei più grande. L’amore mi ha spinto a fare questa scelta. Amore, tienimi per mano.
D: sì, usciamo da questo posto.


Quando da ragazzo ascoltavo la storia di Adamo ed Eva nel Paradiso, a volte non potevo fare a meno di chiedermi: ma quel coglione di Adamo lo sapeva che quella era una mela proibita o no? Evidentemente lo sapeva bene, visto che poi Dio ha punito pure lui. Doveva essere proprio scemo. Allora perché l’ha mangiata? Un prete una volta mi rispose che Adamo era accecato dalla voglia di conoscere, era diventato superbo, voleva essere simile a Dio, questo era il Peccato Originale.
Ma tra me e me già allora io la pensavo diversamente: Adamo scelse di assaggiare la mela, anche se era ben consapevole dei rischi che correva, perché amava Eva, non voleva lasciarla sola. Per amor suo corse un rischio grandissimo, e alla fine perse tutto.
Ma non aveva importanza, aveva dimostrato a Eva quanto ci teneva a lei. E anche se non gli rimase nulla, in realtà una cosa era rimasta: l’amore di Eva con cui condividere la vita nel mondo. Non è romantico, terribilmente, biblicamente romantico?

In fondo anche questo può essere considerato un peccato originale, quello grande, quello imperdonabile: preferire all’amore di Dio l’amore di un altro essere umano, scegliere una persona con cui uscire dal Paradiso e affrontare insieme la vita. Ogni volta che vedo una coppietta allacciata, sento che stanno sfidando il mondo.


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