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domenica 28 settembre 2025

LA CAMPANELLA

 "Ciao Clementina come stai?"

"Oh caro il mio Luchino che mi è venuto a trovare, vieni vieni fatti abbracciare."

"Zia non son sono più Luchino bambino sono passati quei tempi."

"Per me sarai sempre Luchino, eri così bello da bambino, un vero patatone."

"Oddio zia, mi sa che di certe cose non mi libererò mai. E tu piuttosto come va zia?"

"Eh l'età, gli acciacchi, ogni giorno ce n'è una. Meno male che ci sono i miei gatti a farmi compagnia."

"Clementina, ho visto che li fai dormire sul letto. Quattro cucce di gatti ci sono!"

"Eh sì, i Quattro dell'Ave Maria li chiamo. Non mi addormento finché non li ho visti tutti e quattro."

"Chissà che fusa fanno. Scusa, ma ho visto che sul comodino tieni un'altra cosa strana, una campanellina d'argento. Ma sei sola in casa! La usi?"

"No no, era del mio povero marito che ha passato gli ultimi anni a letto."

"Ah ho capito la tieni per ricordo dello zio. Per questo è bella lucida."

"No no, non è un ricordo, ogni tanto la uso. Di notte capita che penso a lui, allora la faccio suonare così mi sembra di averlo vicino."

"Veramente? Evochi il suo spirito insomma. Clementina, sai cosa mi ricorda? I munacielli napoletani, quelli spiritelli dispettosi nelle case." (Luca si mette a ridere)

"Non ridere, non è niente di così spiritico. E' qualcosa che ha fatto parte della mia vita, ormai sono emozioni dentro di me, giusto ricordarle."

"Anche alla tua età è così? Pensavo che ti fossi liberata del tuo passato, Clementina. Mi raccontavi che con lo zio non è andata sempre bene."

"Ma ci sono stati anche momenti belli. C'è un po' d'amore quando suono la campanella. Eh, caro Luchino, tu sei giovane, imparerai. I sentimenti rimangono vivi nel cuore."

venerdì 26 settembre 2025

COME FARMI INFURIARE

Infuriare? Sono incazzato nero, guarda, peggio di un pastore abruzzese a cui han rubato le pecore. Se oggi mordevo qualcuno moriva avvelenato.

Ho infatti dovuto, altrimenti rischiavo secondo il commercialista la fustigazione in pubblica piazza, entrare in un sito con lo SPID, il famigerato Spid. Non bastava la carta di identità e la tessera sanitaria eh? Pure questa fetecchia si sono inventati pur di rompere le balle. Perché a questo serve, oggi l'ho capito. Io, che cavalco libero nelle praterie di Watanka Tatanka, devo invece usare lo SPID. Grande Spirito, perdonali.

I problemi con mio sommo gaudio sono iniziati subito: "password non valida… richiedi nuova password… non valida, deve contenere almeno 8 caratteri di cui uno in cirillico… dati anagrafici da aggiornare… CAP inesistente…tempo scaduto… alla prossima…" Ma… ma sono bravissimi!

Ad ogni giro la pressione arteriosa del vostro affezionatissimo cresceva. Quasi due ore così, a rischio infarto da stress, a chiedersi ch… chi ha inventato questa roba demoniaca. Puzza di zolfo lontano un miglio. Ma a che k serve lo Spid? No, veramente, a cosa serve? E' così indispensabile?

Ho tirato dei leccamadonne nell'aere che secondo me qualche suora è svenuta. E in teoria io sarei anche uno studiato, un laureato (anche se in Pippologia), qualche lingua la so. Niente, devo morire. Alla fine ce l'ho fatta, ma che fatica. Mi chiedo i pastori abruzzesi come diavolo fanno.

"I pastori abruzzesi non hanno la partita Iva."

E io gliela metto lo stesso! Devono soffrire anche loro!



giovedì 25 settembre 2025

UN ESPERIMENTO SCIENTIFICO

Quando la sempresialodata Silvana de Luca , al recente raduno di quorani a Napoli, è comparsa sul terrazzo esclamando "Chi vuole il caffè?", molti hanno sotto il sole alzato diligenti la manina. Un bel caffè dopo la mangiata ci vuole.

Molti tranne me, il solito rompiballe, che per quel motivo quella mattina si era fatto 700 chilometri e subito ha specificato: "solo se lo fai con la caffettiera napoletana! Sono venuto qui apposta da Milano per assaggiare questo caffè!"

Silvana ci ha pensato un attimo e poi ha detto: "Vado a prenderla, la sciacquo, preparo e arriva!"

E mentre da buon napoletano Paolo Lo Re si dilungava spiegando a tutti come funziona la caffettiera napoletana (l'acqua bollente non viene spinta verso l'alto come nella moka, ma cola attraverso il caffè macinato riempiendo la parte sotto), dopo qualche minuto il caffè bello scuro arrivava in tavola.

Che dire? Che bbuono! Intenso, un vero caffè. Certo, ci vuole più tempo (non è certo un espresso da bar) e bisogna aspettare, ma il risultato è garantito. Provatelo.


Sorseggiando la scura bevanda, che doveva possedere qualcosa di magico, il vostro meneghino si lasciava trasportare dai ricordi… e gli sovvenne una storia lontana su un suo esperimento scientifico che col senno di oggi definirei azzardato…

Quando da ragazzo andò a vivere da solo (anni '80) a molti parenti e amici brillarono gli occhi. "Al Luca per la sua nuova casa diamo questo e questo" e lui poverello accettava tutto. Vecchi mobili, posate scompaiate, un frigorifero cigolante, una grappa imbevibile, vestiti mai messi, coperte della nonna… di tutto.

Mi regalarono pure una vecchia moka da caffè, tutta segnata. Io la guardavo e mi chiedevo "E adesso? Come farò a pulirla?" E' noto infatti che la moka si sciacqua e basta, altrimenti ti bevi il sapone. Ma l'acqua calda con quei segnacci non sarebbe bastata, e allora?

Fu così che al vostro giovane affezionatissimo venne il lampo di genio: "E se al posto dell'acqua ci mettessi l'alcool? Bollendo, l'alcool depurerà la moka dall'interno…. ci metto la grappa che a me fa schifo, sì farò così!"

E così la preparò e poi la mise sul fornello, orgoglione del suo esperimento. Ora, so che siete tutti esperti fisici in faccende domestiche, secondo voi che è successo?

1. l'alcool gorgogliando ha disinfettato la moka come previsto. Tutto regolare.

2. la moka è esplosa con un boato in cucina

3. è stato evocato un oscuro demone dell'inferno che ha preso possesso della mia anima

4. niente, l'alcool non bolle

5. la caffettiera ha preso fuoco impestando di puzza bruciata tutto il palazzo.

Cosa accadde: ero lì in cucina che leggevo tranquillo il giornale quando ho udito un fischio. Ho alzato gli occhi verso la caffettiera e ho visto una fiammata di un metro uscire dal beccuccio, tipo lanciafiamme. Ho spento subito il fuoco, aspettato che si freddasse e poi aperto con cautela la moka. Qualcosa si doveva essere bruciato, perché da quel giorno non funzionò più.

Eh, quante cazzate che si fanno da giovani, penso sul terrazzo.

"Silvana, questo caffè è veramente buono."

"E' l'acqua di Napoli!"

mercoledì 24 settembre 2025

A NAPOLI, SETTEMBRE 2025

...C'è stato un raduno di Quorani a casa della ospitale Silvana de Luca

Proprio subito dopo il miracolo di San Gennaro del 19 settembre (tranquilli, quest'anno il sangue si è sciolto), l'allegra combriccola si è radunata sul suo meraviglioso terrazzo dopo aver attraversato tutta Italia e distogliendoli dagli ozi estivi.

Giovanni Antonelli e Mr. Snowblood

Non posso mettere foto collettive del raduno perché due partecipanti non desiderano essere viste, ma siamo tutti rimasti beati dall'accoglienza di Silvana, che ci ha accolto nientepopodimeno che con la famosa Zizzona di Battipaglia (sorta di squisita mozzarellona a forma di tetta, da cui il nome)

E in serata, dopo la visita guidata alla sublime Cappella di Sansevero,(quella contenente il Cristo Velato, tra le sculture più belle del mondo)

visita in cui ci sono stati illustrati i retroscena esoterici massonici delle varie statue

(il soldato che esce dalla tomba. Son tornato, e mò so' kazzi vostri)

Tutti nel delizioso ristorantino in pieno centro storico. Non so se ho mai assaggiato una pizza più buona. E ora beccatevi un po' di foto random della allegra tavolata. Di tavolata ce n'era un'altra di giovani che però vogliono la privacy (so' giovani).

Grazia (moglie di Andrea Lo Re), Wolfgang (marito tedesco di Nazzarena, molto buono il suo italiano), Nazzarena Gaspari

Luca Tartaro , Angela Zaccheroni , Silvana de Luca

Alla estrema destra Gabriele Tafuro

E dopo una domenica tranquilla a chiacchierare sul terrazzo di Silvana, lunedì visita alla Napoli sotterranea. Cicerone d'eccezione Paolo Lo Re, da giovane apprezzata guida turistica

Vedi Napoli e poi muori, nel senso che non vedrai nella tua vita niente di più bello. Quanto sole negli occhi. E alla fine una bella pianta a Silvana non la vogliamo donare come ringraziamento?

martedì 23 settembre 2025

DIEGO

Questo weekend del settembre 2025 ho visitato Napoli. C'era un raduno di amici (su cui presto relazioneremo) e passeggiando per le vie della città partenopea notavo un fatto per me stupefacente: c'erano MURALES DI MARADONA OVUNQUE. Sapevo certo della passione dei napoletani per Diego, quello che non immaginavo è che fosse così persistente e capillare.

I bar all'aperto (tanti, tutti pieni, questo caldo settembrino invoglia la gente ad uscire di sera) vendevano l'azzurro spritz Maradona,

c'erano scritte, statuette, santini, murales ovunque. Vedevo ragazzi e anche ragazze (!!!), che all'epoca di Maradona non erano certo ancora nati, girare il sabato sera per le vie del centro indossando la maglietta del 10 di Maradona.

Se un alieno capitasse in questa città direbbe che il suo devotissimo santo popolare si chiama Maradona, mica San Gennaro o altri . Questa città a Diego è più che affezionata, è devota.

Sappiamo bene però che il soggetto, se dal punto di vista sportivo era superbo, da quello umano era invece pessimo: cocainomane, frequentatore di camorristi, figli illegittimi sparsi, che ha terminato la vita con il cervello bruciato dalle sostanze etc. Il sospetto che si trattasse di una cattiva persona di uno che non ha saputo gestire il suo successo abbandonandosi a stravizi e che non presenteremmo volentieri ai figli, è alto.

"Luca, queste cose si sanno. E' noto che a Napoli Maradona è un dio, il cui nome inizia per Di e finisce per O. Che c'è di strano?" La cosa strana per me è la sua PERSISTENZA. Son passati 34 anni dalla sua ultima partita con il Napoli eppure il "culto" è ancora vivissimo, non accenna a diminuire, anzi sono facile profeta nel dire che nei prossimi anni aumenterà. Qui c'è sotto qualcosa che va oltre il semplice aspetto calcistico ma cosa?

Dico la mia, che magari farà sorridere: facendo vincere al Napoli il primo scudetto della sua storia, Diego ha reso orgoglioso ai napoletani di dichiararsi napoletani. Il "napoletano" aveva infatti una pessima fama in Italia. Non voglio fare esempi perché il discorso diventerebbe subito antipatico ma è indubbio che, al di là dell'aspetto folkloristico, il "napoletano" era visto da Roma in su con un certo sospetto.

Abito a Milano, so di cosa parlo. E' un razzismo che io ho visto spesso applicato quasi in automatico. Se non mi credete andate anche oggi in un qualunque baretto del nord e lasciate cadere nel discorso "sono napoletano e vorrei…" poi mi dite come vi guardano tutti.

Diego, tu hai reso un napoletano orgoglioso di dichiararsi della sua città. Ce n'è abbastanza per ricordarti sempre.

IL BASOLATO

Ci sono così tante cose da vedere a Napoli che il candido turista gira ammutolito e con gli occhi spalancati. E non parlo dei musei ma proprio di strade, gente, traffico, dialetto, sole. Una esperienza che coinvolge tutti i sensi. Quanta vitalità.

Anche il vostro affezionatissimo, spinto sulla sua sedia a rotelle dal buon Gabriele Tafuro, osservava tutto meravigliato. Ma anche se in passato era già stato a Napoli oggi c'era qualcosa che non andava. La sua liscia sedia a rotelle sobbalzava, s'inchiodava, incespicava. Proseguire era talmente arduo che a volte bisognava chiede l'aiuto supplementare dell'aitante Mr. Snowblood, ma anche così non era una passeggiata. Come mai?

Fu il buon Paolo Lo Re, che da zòvane era stato guida turistica ed era uno che la sapeva lunga, a svelarci l'arcano, il selciato della città era composto di lastre di pietra nera, il famoso BASOLATO.

Il basolato, composto da piramidi rovesciate conficcate a forza nel terreno (noi calpestiamo il fondo della piramide), è composto da BASOLO, una roccia vulcanica nera talmente dura che non può essere lavorata solo scalpellata, e presenta come è ovvio pregi e difetti

PREGI: una volta che lastrichi le strade con il basolo, abbondante in Italia, te ne dimentichi e non ci pensi più. Costi di manutenzione del basolato: zero e nell'800 tutte le strade erano così. Inoltre esteticamente vuoi mettere la sua bellezza rispetto ad una anonima lingua d'asfalto? Per certi borghi medioevali o strade antiche è perfetto, si integra come Dio comanda.

DIFETTI: le lastre devono essere allineate perfettamente ma anche così ci saranno sempre differenze tra una e l'altra che peggioreranno con gli anni, senza contare che i solchi tra una e l'altra diventeranno veri canaletti. Risultato: selciato sconnesso e usurantissimo per le automobili, impraticabile per sedie a rotelle (difatti io ero l'unico) o passeggini o gente che cammina male. Il basolato è una barriera architettonica piatta. Inoltre mi dicono che d'estate il nero basolato diventa rovente.

Fu così che, dopo varie proteste, il basolato venne sostituito nelle strade dal più anonimo e liscio asfalto. Che ogni tot anni deve essere rifatto (e i costi ahimè aumentano, te pareva). Però adesso si può sfrecciare a tutta velocità. Il basolato riserviamolo ai centri storici. Questo è il progresso, baby.

Suggerimento: la prossima volta che visitate qualcosa, non guardate solo ciò che sta in alto ma anche quello che c'è sotto i vostri piedi. Ogni pavimento ha una storia da raccontare.

venerdì 19 settembre 2025

COSA DICE LA SCIENZA

Mi sembrava giusto divulgarla, anche se agli esseri umani può sembrare incredibile

TALETE

Circa 2500 anni fa ci fu un uomo che viene considerato il primo filosofo della storia, Talete. Questo "sapiente" (non c'era ancora il termine "filosofo") era originario di Mileto, un paese in Turchia che oggi è anonimo ma che allora era lo scintillante centro culturale del Mediterraneo, ricca e in pieno fermento culturale. Una sorta di New York antica. I più grandi pensatori venivano da Mileto, Atene e Roma dovevano ancora arrivare. Lì avrei voluto nascere all'epoca.

Ma perché Talete venne chiamato il primo filosofo? C'erano stati certo altri pensatori prima di lui ma Talete fu il primo a cercare di dare al mondo una spiegazione senza MAI ricorrere alle scorciatoie di mitologia o divinità. Cercava di trarre un significato all'Universo solo dalla natura visibile. La Scienza come oggi la intendiamo parte da lui.

Le sue osservazioni possono far sorridere ma non dimentichiamoci da dove partiva. Per esempio, aveva notato che tutte le cose viventi, dalla piccola alla grande, avevano una componente umida per cui giunse alla conclusione che l'acqua era il principio generatore di tutto.

Talete insomma era "quello dell'acqua", come si diceva al liceo, e possiamo anche ritenerla una spiegazione ingenua ma non bisogna trascurare il contesto. Ed è indubbio che la vita all'inizio fosse liquida e vivesse nel mare, tanto lontano dalla verità non era.

Su Talete le informazioni per il tempo lontano sono ahimè scarse ma c'è un aneddoto particolare e molto, molto illuminante. Ce lo racconta Socrate: un giorno stava camminando tra i campi e intanto che guardava il cielo pensava al cosmo e ai massimi sistemi. Non si accorse però di una buca e ci cadde dentro. Che figura. La contadina che lo tirò su lo riconobbe e lo prese in giro, ecco cosa succedeva a girare sempre con la testa per aria!

Socrate stesso lo ammetteva sconsolato: "Purtroppo la stessa ironia è riservata a chi passa il tempo a filosofare [...] provoca il riso non solo delle schiave di Tracia, ma anche del resto della gente, cadendo, per inesperienza, nei pozzi e in ogni difficoltà."

Forse è proprio per questo che è considerato il primo filosofo, altro che principio generatore dell'Universo. Una contadina ne sapeva più di lui! Fin dall'inizio dei tempi insomma si sa che il filosofo è tanto sapiente quanto stupidotto nelle cose pratiche. Si fa fregare dai meccanici e durante le feste fa tappezzeria.

Ahimè, devo confessare che con tutti i libri che ho letto a volte mi sono sentito come lui, il vecchio Talete. Così intelligentone ma svagato e camminavo senza guardare dove mettevo i piedi. Ovvio che poi inciampavo. Noi siamo così, da Talete in poi non abbiamo imparato nulla. Che tonti.

Suvvia, filosofo, abbi un po' di senso pratico!

giovedì 18 settembre 2025

IN ESTATE LE PESCHE, IN AUTUNNO L'UVA, D'INVERNO LE ARANCE E IN PRIMAVERA? QUAL E' IL FRUTTO SIMBOLO DELLA PRIMAVERA?

Ecco a voi i RISULTATI DEL SONDAGGIO pubblicato una settimana fa e riguardante il tipo di frutta che meglio rappresenta la primavera. Hanno risposto sinora in 30, che è un buon numero statisticamente parlando. Un campione da cui si possono desumere alcune indicazioni generali. Allora, è stato un serrato testa a testa ma la frutta che immancabile fa venire in mente la primavera è….

Fragola con 17 voti (più del 50%) si piazza al primo posto: …deve possedere certamente delle qualità magiche……. Macedonia di fragole con panna, troppo buona!… il frutto che simboleggia la primavera… mi accorgo che è arrivata la primavera perché in frutteria vedo le fragole…

Ciliege sono state battute come frutto primaverile sul filo di lana con 15 voti (50%) …ahh le maggiaiole

Nespole dignitoso terzo posto con 6 voti Le prime nespole mature significava anche che già si poteva andare a fare il bagno al mare!

Ma una menzione d'onore va anche a Lamponi, More di gelso, Albicocche quelle che arrivano quasi in estate Pesche

Poi ci sono quelli che vogliono fare gli originali 🤔 e menzionano CastagneFichi e Mandarini. E vabbè, c'è spazio per tutti.

Insomma, vincono Fragole e Ciliege. Che dire ancora? Una delle prossime volte che vedrete in tavola questi frutti, ricordatevi anche di questo sondaggino e di cosa ha evocato in tanti. Freschezza e bontà, sole e primavera

martedì 16 settembre 2025

IL MIO ULTIMO SHOCK

 (lo scrivo qui dove so che non mi leggerà, questo dialogo è avvenuto a casa mia mezzora fa e mi ha lasciato senza parole)

"Signor Luca, cos'è questo libro Dostoevsky a Milano?"

"Caro il mio Edmondo, giovane e fedele domestico, è un libro che ho scritto io. Anzi lasciami fare un po' di pubblicità, questo è il link di Amazon se lo vuoi leggere: TEODORO: (Dostoevsky a Milano)."

"E chi sarebbe questo Do…Dosto… insomma questo tipo con la barba?"

"Non conosci Dostoevsky?"

"No perché? E' importante?"

"E' uno scrittore russo dell'800 che ha scritto capolavori come Delitto e castigo, L'idiota, I fratelli Karamazov…"

"Mai sentito. Dovrei conoscerlo?"

"Edmondo, mi stai prendendo in giro?"

"No, signor Luca non mi permetterei mai, non so chi sia."

"Conoscerai allora il nome di Tolstoj, l'autore di Guerra e Pace."

"No." (lo guardo, ha la faccia stupita e inespressiva, capisco che è sincero)

"Ma sei sicuro? Non ci posso credere."

"Beh sì, anche tra i miei amici non si è mai pronunciato questo nome. Ma a dir la verità, signor Luca… posso chiedere? Ma a che servirebbe conoscere questo Dostoevsky nella mia vita?"

(non ho saputo rispondere subito e son rimasto lì come un allocco, in stato di shock)