IL MURO DEL PIANTO
Il Muro del Pianto, le veneratissime rovine di ciò che rimane dell’antico Tempio di Salomone, è uno dei posti più sacri di Gerusalemme.
Quando dieci anni fa visitai la città, per entrare nella piazza antistante al Muro bisognava superare un check point con tanto di militari armati e metal detector. Ero in un gruppo turistico e ci hanno lasciato passare senza problemi. Tutti… a parte me che per una malattia sono in sedia a rotelle.
La mia carrozzina infatti insospettiva, la seguivano con lo sguardo e me l'han controllata più volte. E' il posto ideale, mi dirà un militare, dove inserire esplosivi. Mi consiglierà di non perderla mai di vista, qualcuno se incustodita potrebbe approfittarne per infilarci del tritolo. E’ già successo.
Ma che brutto vivere così, in uno stato di diffidenza e allerta continua, con lo sgradevole pensiero che puoi girare con una bomba sotto il sedere che esploderà in qualsiasi momento. In questo paese magari sono abituati a vivere così, io ancora no. Altro che convivenza armoniosa.
Comunque passiamo ed entriamo nella piazza antistante al muro. Più ci si avvicina al Muro più la devozione si fa intensa, senza però scenate di isterismo, sono tutti molto consapevoli. Il gruppo si divide come una Y (uomini di qua, donne di là) e ci dirigiamo nel settore riservato agli uomini, molto trafficato da ebrei ultraortodossi vestiti con il loro abiti tradizionali, sia giovani che vecchi.
Abiti lunghi e neri tipici dell’Europa dell’est, da dove provengono gli ultraortodossi. Sotto questo sole chissà che caldo, una sorta di penitenza supplementare; tutti portano il cappello e ogni tanto si intravede qualche colbacco di pelo (!!!). L’ennesima dimostrazione per me di quanto a volte è rigida la tradizione religiosa.
Davanti al Muro, una sorta di chiesa all’aperto. ci sono lunghe file di ebrei che leggono ad alta voce il loro libro in ebraico e intanto si piegano e muovono il tronco avanti e indietro. Del resto la maggior parte degli ultra ortodossi non lavora, non paga le tasse e non fa il servizio militare perché afferma che la loro “occupazione” è pregare e perciò vive di sovvenzioni dello stato (ciò ha creato come prevedibile parecchi mugugni).
Ci sono bancarelle colme di libri a disposizione e ne sfoglio qualcuno, per me il linguaggio è incomprensibile.
Un vecchio ebreo mi porge carta e penna, per scrivere il mio biglietto da infilare tra gli anfratti del muro. Il vostro affezionatissimo non pensava, ma quando si è alzato in piedi dalla sedia a rotelle, ha infilato un bigliettino scritto con la sua grafia tremolante nel Muro e poi si è appoggiato per riflettere... si è commosso. Sono rimasto a lungo attaccato al Muro., questo viaggio a Gerusalemme ha messo a dura prova il mio scetticismo.
Gli ebrei dicono che al Muro del Pianto i messaggi arrivano subito a Dio, senza intermediari, e anch’io, come intuite, ho le mie richieste. Appoggiandomi con una mano al Muro alzo gli occhi e dico qualcosa che adesso non ricordo ☺
“Non ho capito, tu sai perché si chiama Muro del Pianto?”
“Sono stati gli arabi, vedevano sempre ebrei lamentarsi e piangere la distruzione del Tempio, poi gli occidentali lo hanno ripreso, ma è un nome errato. Loro lo chiamano semplicemente il Muro, o Muro Occidentale, e vanno lì per pregare.”
“E perché mettono i bigliettini?”
“Hanno la convinzione che in quel posto le preghiere vanno direttamente a Dio. Con il loro umorismo affermano che lì è attivo il servizio di Posta Aerea.”
“Come sono sentimentali.”
“Si vede che han sofferto tanto. Soprattutto non vogliono dimenticare.”
"Ma cosa c'è di così brutto nella pace?"
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